capitolo 8

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ALYS

Oggi







Il profumo di mio fratello.

La casa ne è impregnata.

Mi mancava così tanto.

La sua casa mi accoglie con una luce abbagliante che filtra dalle enormi vetrate del salone e l'arredamento mi fa venire in mente una delle tante volte in cui da piccoli, mentre ci stringevamo dal freddo pungente di Mosca, sognavamo la nostra futura casa. Era esattamente così che la immaginavamo e vederla realizzata davanti ai miei occhi sembra davvero incredibile.

Tutte le volte che mi ha chiesto di trasferirmi qui ho sempre stretto i denti e morso la lingua per fermare l'impulso di seguirlo anche in capo al mondo, pur di non restare un minuto in più dentro quella villa.

Ma il piano che ho elaborato con Sascia e al quale stiamo dedicando anima e corpo, richiede calma e pazienza. Fingere devozione a quello stronzo di mio padre è faticoso, ma è niente in confronto a quello che ho passato.

Sono certa che quando tutta questa storia sarà finita, lui farà la fine che si merita. Mi auguro solo che sia nel più breve tempo possibile perché sto andando fuori di testa.

Il dolore lancinante delle sue frustate sulla mia schiena ogni qual volta che piangevo tornando dalla scuola, lo sento ancora bruciare sulla pelle come lingue di fuoco che non si sono mai spente. È terribile quel ricordo di una me bambina distrutta dalla ferocia di un adulto che dovrebbe essere il tuo eroe e proteggerti.

Lui non era quell'eroe.

Godeva nel procurarmi dolore.

Non è successo molte volte, perché col passare del tempo avevo imparato a ingoiare le lacrime e stamparmi un sorriso sulla faccia, e dopo aver capito come usare la tecnologia che mi regalava Sascia, riuscivo a muovermi come un fantasma. Evitavo mio padre durante i pasti, gli unici momenti della giornata in cui era in casa, e di notte mi chiudevo in camera.

Non è mai entrato, ma la paura che lo facesse non mi lasciava dormire tranquilla.

Non smetterò mai di immaginare la sua morte.

Non smetterò mai di odiarlo nemmeno quando di lui non resterà altro che un ammasso di ossa rotta.

Bea mi ha condotto nella mia nuova stanza che ha fatto arredare per me e ho appena finito di sistemare tutte le mie cose.

Mi affaccio alla finestra e scruto l'oceano che ruggisce sugli scogli incazzato, come se volesse ridurli in brandelli.

Mi viene in mente il fatto che io non sappia nuotare e che mi sia persa così tanto della vita reale. Sento il peso sulle spalle della giovane ragazza dentro di me che non è mai riuscita a vivere in una vita normale.

Quale sensazione proverei nel tuffarmi tra quelle onde? Mi scaraventerebbero via come una bottiglia vuota di plastica? Oppure mi inghiottirebbero sul fondo senza farmi risalire come un cadavere imballato in un sacco nero imbottito di pietre pesanti?

Voglio provare a vivere davvero, una volta che questa faccenda sarà finita. Voglio viaggiare e scoprire il mondo aldilà dei miei monitor, e voglio farlo con lui.

È notte fonda e la luna alta e chiara riflette sulle acque scure. Mi spoglio dei miei vestiti e tratteggio con il dito il tatuaggio che ho fatto sull'inguine. Poi passo l'indice sull'altra scritta. Sotto al seno.

E mi tocco in modi che non dovrei.

Mi sdraio di schiena sul letto soffice e chiudo gli occhi.

La mia mano scivola sulle cosce e arriva tra le mie pieghe.

𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora