ALYS
Oggi
Gli uomini che ha mandato Sascia per proteggerci non la finiscono di seguirci a ogni passo che facciamo. È snervante.
Vorrei chiedergli per quale cazzo di motivo ci ha messo tutta questa sicurezza alle costole ma credo sia abbastanza ovvio. La famiglia Gambino.
Vittorio non ha preso bene il fatto che io sia andata via di casa e che non risponda alle sue telefonate né ai suoi messaggi volgari. Proprio come quello che mi è arrivato ora.
Vittorio: stai per diventare mia moglie e non potrai più sfuggirmi, stramba. Farò di te ciò che voglio. Non vedo l'ora di entrare in quella bella fica calda.
Fanculo.
Rimetto il telefono nella fondina attaccata ai leggings e riprendo a correre veloce fino a far scomparire la sua voce orrenda dalla mia testa.
Avrei dovuto colpire più forte quel giorno.
Calpesto con le scarpe da corsa il terreno ancora umido della rugiada del mattino mentre i miei capelli svolazzano sul viso per via dell'elastico che sta scivolando. Odio stringerli troppo, mi fa male la testa quando lo faccio.
Mi volto e con la coda dell'occhio noto Bea in affanno.
«Bea, più veloce» strillo a mia cognata che non riesce a stare con al mio passo mentre ci alleniamo. Sto provando ad addestrarla come mi ha insegnato mio fratello, anche se in molte cose è già brava.
Ha il fiato corto e la vedo sorreggersi con un palmo della mano piantato sopra una quercia.
Forse il caldo? Eppure non mi sembra così eccessivo alle cinque di mattina per quello ho sempre preferito le prime ore della giornata per allenarmi.
I lunghi capelli neri legati in una coda alta oscillano sul suo viso stanco marcando le occhiaie. Credo ancora non si sia ripresa del tutto dal quel virus che l'ha fatta vomitare per oltre due settimane.
Torno indietro, mi avvicino a lei e le accarezzo la schiena curva. Si piega sulle ginocchia e strizza gli occhi.
«Sei sicura di star bene? Faccio arrivare un medico nel pomeriggio. Non mi piace il fatto che ancora non ti riprendi»
Si solleva in piedi e sistema il top a fascia nero che sembra la stia soffocando.
«Sto bene, Alys. Tranquilla. È solo un po' di nausea»
«Sei per caso incinta, Bea?» mi viene spontaneo farle questa domanda. Cazzo, i sintomi ci sono tutti.
Ma lei sorride e fa una smorfia.
«Non credo sia possibile. I medici mi hanno detto che difficilmente sarei rimasta incinta dopo la dopo la pugnalata»
A volte mi taglierei questa lingua biforcuta. Ma perché non mi sono fatta gli affari miei?
«Mi dispiace, scusami» non riesco a dirle altro. L'abbraccio forte e lei mi ricambia con lo stesso fervore.
«Tu come stai, invece?» punta gli occhi sulla fondina del cellulare facendomi capire che non serve tenere tutto per me, con molta probabilità nota i miei sbuffi dopo l'arrivo di un messaggio.
«Vittorio continua a mandarmi messaggi volgari. Lo ignoro ma riesce comunque a cambiare il mio umore» stritolo il cellulare con la mano sulla fondina e mi viene voglia di lanciarlo nell'oceano.
«Non devi fare tutto da sola, Alys. Ci siamo noi e tra poco tornerà anche Elyas...»
Alzo il palmo di una mano per zittirla. Non voglio che continui la frase.
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𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2
RomansaElyas Garcia De La Cruz è un giovane hacker messicano che fa parte del Mc Tijuana, uno dei club motociclistici più famosi del nord del Messico e del sud della California. È ossessionato da una piccola nerd diventando con il tempo il suo stalker. La...