ALYS
Campus estivo - Los Angeles
16 anni e mezzo
Louis e Carlos mi fanno scendere dalle loro spalle e mi scaraventano sul letto, inchiodandomi di schiena contro il materasso. Il respiro mi sfugge in un sussulto mentre le loro mani dure mi afferrano i polsi, premendoli ai lati della testa. Mi sollevano le ginocchia, allargandomi le gambe con una forza che mi fa fremere. Sono un tutt’uno con i loro corpi tesi, con il calore che irradiano, con il fiato che si mescola al mio.
Mi sento desiderata. Un desiderio assoluto, feroce, animalesco. Mai prima d’ora il mio corpo aveva risposto in questo modo, mai avevo provato una fame simile, una necessità così bruciante.
I ragazzi continuano a supplicare Elyas di concedere loro un assaggio della mia pelle, della mia essenza, ma lui glielo nega con una freddezza che mi fa tremare. Vuole dimostrare quanto il mio corpo appartenga solo a lui, quanto ogni mio fremito sia una sua creazione. Lui è il mio padrone, il mio dominatore. Il mio uomo. Il mio tutto.
Sto vivendo qualcosa che credevo impossibile. Mi ero chiusa in una gabbia, convinta che il sesso con un uomo non avrebbe mai fatto parte della mia vita. E invece lo voglio. Lo voglio disperatamente e sempre di più.
Aiko ha preso il controllo della mia mente, la sua voce mi sussurra parole oscene, mi spinge più a fondo nella lussuria che Elyas mi sta regalando. Mi piace essere osservata, mi piace vedere nei loro occhi il desiderio frustrato. Mi eccita il loro sguardo carico d’invidia, il sapere che solo Elyas ha il diritto di toccarmi e possedermi, mentre loro possono soltanto guardare.
I miei muscoli sono tesi fino al dolore, ogni nervo sul punto di spezzarsi. Il mio clitoride pulsa in un ritmo febbrile e la fica mi brucia e implorando di essere riempita. Lo voglio dentro di me, ora.
Ronnye si è posizionato ai piedi del letto, lo sguardo incollato a me, al mio corpo offerto. Elyas si lega i capelli, lasciando scoperto il suo volto famelico. Il lampo nei suoi occhi mi gela il sangue e al tempo stesso mi incendia. Si passa la lingua sul labbro inferiore, scrutandomi come una preda da sbranare.
Poi scivola su di me. Il calore del suo corpo mi avvolge, la sua pelle brucia contro la mia. Si china, affonda la lingua nella mia bocca in un bacio che sa di caos e possesso. Mi strizza i capezzoli, facendomi gemere, poi si stacca, ma non prima di avermi morso il labbro. Il sapore metallico del sangue mi esplode sulla lingua e il piacere mi attraversa come una scarica elettrica.
«Ti voglio» sussurro disperata. Ogni parola è un sibilo, un rantolo tra le labbra secche.
Elyas afferra il suo uccello, lo massaggia un paio di volte, poi lo accosta alla mia entrata e affonda dentro di me con brutalità. Un grido mi sfugge. Mi riempie, mi travolge con una potenza che mi fa spalancare gli occhi, cercando i suoi. Il verde delle sue iridi è una prigione che mi inchioda e mi divora.
«Questo è l’unico cazzo che vedrai e avrai per il resto della tua vita» sibila con voce ruvida, graffiandomi l’anima. Poi inizia a muoversi, senza lasciarmi tregua, senza darmi il tempo di respirare. Ogni affondo è un colpo che mi manda alla deriva.
I suoi amici ci guardano con gli occhi sgranati. Ronnye si tocca il cazzo sopra i jeans, mentre Carlos e Louis si avvicinano al mio collo, lambendolo con le loro lingue. Mi vogliono anche loro. Lo sento nei loro respiri affannati, nella tensione che sprigionano.
«Elyas non ci permette di averti, ma nella mia mente ti ho già scopata in tutti i modi» mi sussurra Louis, il fiato caldo sulla pelle.
Mi bramano. Vogliono assaporare ciò che appartiene al loro migliore amico. E questo pensiero mi manda oltre il limite.
Scendono con la bocca, il loro alito bollente mi sfiora la pelle e mi fa rabbrividire. Le loro lingue si avvicinano ai miei capezzoli già tesi, sfiorandoli con movimenti lenti e calcolati, facendo aumentare il mio desiderio fino a farmi perdere il controllo.
«Che ne dici, Aiko, vuoi che la bocca dei miei amici ti succhi le tette?» Elyas inarca un sopracciglio e mi scruta con uno sguardo che mi trafigge l’anima.
«No, è te che voglio. Solo te.»
La mia voce è un sussurro spezzato dal piacere, mentre il cazzo di Elyas affonda più a fondo dentro di me, spingendosi fino all’estremo. Ho la sensazione di sentirlo ovunque, di essere riempita e posseduta in ogni fibra del mio corpo.
«L’avete sentita?» si rivolge ai suoi amici con un ghigno di supremazia. «Allontanate le vostre boccacce dalle mie tette.»
La sua voce è un ordine che non ammette replica. Louis e Carlos si ritraggono appena, osservandoci con desiderio frustrato, mentre Elyas si impossessa dei miei seni con la bocca, rimarcando il suo dominio su di me. La sua lingua rotea intorno ai miei capezzoli, li succhia con avidità, prima uno poi l’altro, e io mi contorco sotto di lui, intrappolata tra le sue mani e il piacere che mi sovrasta.
I polsi e le caviglie mi pulsano, probabilmente arrossati dalle prese ferree dei ragazzi, ma non mi importa. Ogni fibra del mio essere è concentrata su Elyas, al suo corpo che si muove con una brutalità senza freni, sul suo respiro caldo che mi accarezza la pelle, sulle sue mani che mi tengono ferma, impedendomi di sfuggire alla tempesta che mi sta travolgendo.
Un nuovo orgasmo mi esplode dentro, intenso e devastante. Un grido soffocato mi sfugge dalle labbra mentre il mio corpo si tende, tremando dalla testa ai piedi. Elyas lo sente, lo percepisce nel modo in cui mi stringo attorno a lui, e affonda con velocità.
«Sto per riempirti, piccola. Preparati a prenderlo tutto.»
Le sue parole sono il preludio all’apice. Con un ultimo colpo deciso, il suo corpo si contrae sopra il mio e un gemito gutturale gli sfugge dalle labbra mentre il suo seme mi invade, caldo, denso, profondo. Lo sento riempirmi, schizzo dopo schizzo, e il mio corpo lo accoglie con bramosia, con un senso di completamento assoluto.
Resta sopra di me per un attimo, il suo respiro affannato che si mescola al mio, poi mi prende il viso tra le mani e mi bacia con una dolcezza brutale, infilando di nuovo la lingua in bocca e reclamandomi ancora una volta.
«Cristo santo, amico! Siete dei cazzo di attori porno, mai visto roba più sexy di voi!» La voce eccitata di Ronnye mi raggiunge e mi fa arrossire, ma Elyas sorride compiaciuto, senza distogliere lo sguardo dal mio viso.
Quando mi accarezza la guancia, la sua espressione si addolcisce. «Sei pronta a tornare, mia dolce Alys?»
Annuisco senza esitazione. Lui si volta verso i suoi amici, che nel frattempo si sono allontanati leggermente, le mani ancora premute sulle proprie erezioni dolorose.
«Grazie di tutto, ragazzi. Ma adesso lasciatemi da solo con la mia donna.» Gli strizza l’occhio, e senza bisogno di ulteriori parole, Louis, Carlos e Ronnye ci lasciano soli, scomparendo nella penombra della stanza.
Appena la porta si chiude, Elyas si alza dal letto, mi toglie la maschera dal viso e tira fuori dalla tasca della giacca una bandana nera. È la stessa che porta sempre legata al polso, un segno distintivo, un simbolo della sua identità.
Mi siedo lentamente, cercando di riprendere la sensibilità alle braccia e alle gambe, e lui si sistema accanto a me. Con movimenti decisi, mi lega la bandana intorno al braccio, stringendola con un doppio nodo.
«Benvenuta nella mia vita, princesa.»
Le sue parole mi trafiggono il petto, un’emozione calda e travolgente mi stringe il cuore. Non ho più dubbi: lui è l’uomo della mia vita. L’uomo che mi ha salvata dai miei mostri, che mi ha fatta dimenticare il passato anche solo per un istante. L’uomo per cui darei tutto, persino il mio cuore, senza esitazione.
Lo guardo, il battito impazzito nel petto. «Adesso cosa facciamo?»
Un sorriso malizioso si dipinge sulle sue labbra. «Adesso scopiamo tutta la notte.»
*
«Sei così bella con il mio uccello in bocca» mi ha sussurrato mentre lo succhiavo con la stessa intensità con cui lui mi ha leccata.
Siamo distesi sul letto, i corpi ancora appiccicati dopo una doccia veloce. Il sole inizia a filtrare dalla finestra, tingendo la stanza di sfumature dorate. Abbiamo dormito appena un’ora, ma io non sento la stanchezza, non con lui accanto.
Elyas apre gli occhi lentamente, il suo sguardo ancora carico di desiderio. Allunga un braccio, mi stringe a sé e mi trascina sotto di lui con una naturalezza che mi fa tremare. Si mette a cavalcioni su di me, la sua pelle calda che sfiora la mia, e allunga una mano sul comodino.
Afferra un pennarello nero, lo stesso con cui ha scritto il mio nickname sullo specchio, e senza dire nulla, inizia a scarabocchiare qualcosa sul mio basso ventre, proprio sopra la fica.
ERES MIA
Sei mia.
«Questo si chiama body writing, princesa. Sai cosa significa?»
Scuoto la testa, incapace di rispondere. Il cuore mi martella nel petto mentre mi perdo nelle sue iridi ardenti.
«È il mio marchio.» La sua voce si abbassa, più scura, più intensa. «E da oggi sarò il tuo cazzo di uomo a tutti gli effetti. Ogni volta che ti arriverà un mio messaggio sul cellulare, tu andrai in bagno, ti spoglierai e scriverai sul tuo corpo la parola che ho scelto per te.»
Sbatto le palpebre due volte, cercando di processare le sue parole. Il calore tra le mie cosce si fa più insistente.
Lui continua con un tono graffiato dalla bramosia. «A fine giornata, quando entrerò in camera tua, ti toglierai i vestiti per me e mi mostrerai il corpo ricoperto delle mie parole. Ti avverto, non sarò affatto delicato perché ho intenzione di possederti fino al midollo.»
Un brivido mi percorre la schiena. L’idea di essere marchiata, di appartenere a lui in ogni senso possibile, mi fa formicolare la pelle. Annuisco senza esitazione.
«D’accordo.»
La punta del pennarello scivola sotto il seno destro, lasciando dietro di sé un’altra parola.
PUTA
Puttana.
Non provo vergogna, né imbarazzo. Tutte le insicurezze che avevo fino a ieri sono svanite perché con lui mi sento viva, al sicuro e amata.
Elyas posa il pennarello e si abbassa su di me, le labbra che sfiorano le mie prima di divorarmi in un bacio feroce.
«Nada dura para siempre… por eso quiero que seas mi nada.»
Niente dura per sempre, per questo voglio che tu sia il mio niente.
Frida Kahlo.
Il suo respiro si intreccia con il mio, e io mi perdo nel suono di quelle parole. Gli sorrido, stringendolo a me con la stessa fame con cui lui mi reclama.
«Sarò il tuo niente.»
Gli rispondo prima di fondere di nuovo le nostre bocche in un bacio che sa di promessa eterna.
Si sistema al mio fianco, le sue labbra morbide che mi sfiorano la pelle in una pioggia di baci delicati.
«Te quiero más que a mi propia piel.»
Ti amo più della mia stessa pelle.
La dolcezza delle sue parole mi fa tremare più di qualsiasi carezza.
Sollevo una mano, gli sfioro la mascella e gli sussurro contro le labbra: «ya tebya lyublyu, lyubov’ moya.»
Ti amo, amore mio.
Lui non conosce il russo, ma un giorno glielo insegnerò.
Un giorno capirà ogni singola parola che gli ho appena donato.
Ve lo avevo promesso.
Elyas è uno che fa scintille.
Da adesso in poi non ci saranno più salti temporali con il passato del campus.
godiamoci il presente, perché questi due qua stanno ancora litigati.
Per questi capitoli bollenti devo fare un ringraziamento speciale a un caro amico e Marstro che ho avuto il piacere di conoscere su Ig. "Vocidiorgasmi".
Mi ha guidata con l'esercizio della maschera e lo specchio per farmi immedesimare meglio nella parte e devo dire che ha funzionato alla grande. E lo ringrazio soprattutto per avermi parlato del bodywriting, altra pratica che trovo magnifica, sopratutto per i nostri due piccoli protagonisti esibizionisti ️♥️♥️
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𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2
Любовные романыElyas Garcia De La Cruz è un giovane hacker messicano che fa parte del Mc Tijuana, uno dei club motociclistici più famosi del nord del Messico e del sud della California. È ossessionato da Alys Kovalenko, una nerd come lui, diventando con il tempo...
