capitolo 7

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ALYS

Oggi





Da quando Sascia è andato via non sono uscita dalla stanza nemmeno per mangiare un dannato cupcake.

Elyas è alle catacombe, non può più seguirmi né spiarmi ma sono quasi certa che se non può farlo lui, ha messo di sicuro qualcun altro al suo posto. In tutti questi anni è come fosse stato sempre qui con me, senza mai andare via, e per quanto ce l'abbia messa tutta a bloccare e tenere al sicuro i miei sistemi di sorveglianza, lui ha sempre trovato un modo per oltrepassare tutte le barriere.

Qualche volta mi sono divertita, devo ammetterlo. Sapere di essere spiata da lui mi eccitava nonostante lo odiassi, e toccarmi mentre lui era dall'altra parte a guardare senza poter fare nulla è stato esilarante. Era il mio modo di punirlo, ma così facendo non ho fatto altro che alimentare la sua ossessione. E la mia.

Lo capivo soprattutto dai suoi messaggi criptati che mi arrivavano sul monitor principale del Pc.

A volte mi mandava addirittura dei video. Non gli ho mai risposto ma so per certo che ha ascoltato tutti i miei sfoghi nelle sere in cui stavo a pezzi. È stata dura stargli lontano. È dura anche adesso.

Elyas Garcia era una specie di bullo al campus. Era arrivato in sella alla sua Harley seguito dai suoi tre amici, quelli che non lo mollavano un attimo nemmeno per andare a pisciare. In poco tempo la maggior parte degli studenti gli andava dietro, volevano compiacerlo. Chissà, forse nelle loro testoline pensavano che lui un giorno se li sarebbe portati dietro nel suo club motociclistico a Tijuana.

Lui voleva che io lo vedessi come lo vedevano le altre ragazze. Forte, muscoloso, sensuale, irresistibile e odiava il fatto che continuavo a sfuggirgli nonostante mi piombava spesso in camera, di notte.

Non sapeva che io lo vedevo meglio di quanto lo vedessero tutti gli altri.

Lo vedevo dalla prima volta che ci siamo incontrati alla scuola cattolica.

Lo vedevo attraverso le parole della chat dove parlavamo quando pensavo fosse solo un amico virtuale, non sapendo che fosse lo stesso ragazzino di tanti anni prima. Non conoscevo affatto la sua fisionomia, i lineamenti del suo viso, la sua altezza ma sapevo che era il miglior ragazzo che avessi mai conosciuto. Diverso dai miei mostri e pronto a tutto pur di difendere le persone che amava.

Quello che non sapevo era che... beh ecco, che lui era il mio stalker e quando me lo ha confessato e le fiamme ardenti nei suoi occhi verdi si incendiavano a ogni parola, mi sono sentita sollevata.

Ero tutt'altro che terrorizzata.

Anche lui vedeva me nonostante il mio aspetto.

Lui aveva scelto me.

Quando il suo respiro è diventato un tutt'uno con il battito del mio cuore, la mia anima ha iniziato a rivelare la parte nascosta di me che ancora non sapevo esistesse fino a quel momento.

Quando credi di essere rotta, è difficile tornare a vivere perché i vasi crepati li puoi aggiustare quanto ti pare, ricomporre tutti i pezzi in maniera meticolosa ma non saranno mai come prima.

Elyas mi ha dimostrato che mi sbagliavo.

Lui ha preso il mio vaso riducendolo in polvere e ha mescolato la sua essenza con quella del suo spirito e ne ha modellato uno nuovo, tutto da capo facendomi dimenticare del vecchio.

Ma poi quell'ultima mattina al campus l'ha distrutto di nuovo e mi sono sentita morire. Non poteva essere lui a farmi provare tutto quel dolore.

Non lui, cazzo.

𝖂𝖊 𝕬𝖗𝖊 𝕮𝖍𝖆𝖔𝖘 - 𝕰𝖑𝖞𝖆𝖘 - 𝖛𝖔𝖑. 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora