3.

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Richi's pov

Ci eravamo dati appuntamento al bar alle 10, così da riuscire ad arrivare in tempo per il prossimo spettacolo e, dovendo fare 5 ore di macchina, preferiamo essere riposati.

-Ue Simo come va? Dormito bene?- ci diamo la mano
-Ciao Richi, tutto bene, ho fatto un sogno strano ma per il resto sì. Tu tutt'appost?- mi sembra riposato, forse un po' preoccupato ma ci sta, abbiamo un'altro spettacolo stasera dopotutto.

-Dadda è già sceso o sono il primo?- ok, ora è decisamente preoccupato
-No perché? È successo qualcosa? Sta bene?- Simo impallidisce, era successo qualcosa tra loro due?

È abbastanza evidente per me che a Simone piaccia Dadda e che non vuole dirmelo. Se a lui va bene così va bene anche per me, ma tenerselo dentro così tanto non gli fa bene.
Aspetterò i suoi tempi, e posso comunque aiutarlo.

-Non lo so, ieri sera.. non era al massimo diciamo-
-Tranquillo Simo non sarà nulla-
non chiedo di più, ma vado a controllare come sta e lascio Simone a prendersi un caffè per tranquillizzarsi.

Dadda's pov

Tutto sommato ho dormito bene e, dopo ore di pianto e dopo settimane passate quasi ogni serata così, sono arrivato alla conclusione che non posso farci niente.
Mi piace il mio migliore amico e non sono etero. Va bene così.
Ho paura, ma quella la posso gestire

Ho tutte le valigie ancora da fare, ma prima che possa fare qualsiasi cosa mi bussano alla porta. Sono in ritardo?
Vado ad aprire la porta

-Ciao Richi, sono in ritardo? Scusa non ho sentito la sveglia mi preparo subito- sorrido sinceramente e non mi preoccupo degli occhi ancora rossi, tutto sommato di Richi mi fido è mio fratello, anche se non di sangue.

-Sì ma partiremo quando sei pronto tranquillo, tutto bene però? Sembra che ti abbia preso in pieno un camion- mi sorride e cerca di non farmi vedere che è preoccupato

-Sì tutto bene, ho avuto un incubo stanotte e non ho ancora fatto la skin care tutto qui. Mi preparo e arrivo subito tranquillo-
Lo rassicuro e vedo che è più rilassato.

Fatte le valigie ed essermi preparato decentemente cercando di fare qualcosa per gli occhi, sono nella hall e saluto Simone, un po' meno preoccupato di ieri sera, e gli altri.

Dopo due ore di macchina passate a dormire sulla spalla di Simone, ci fermiamo ad un autogrill e prendo finalmente il primo caffè della giornata.

Il caffè mi rende più conscio delle mie azioni e la prima cosa di cui mi pento di aver fatto senza pensare è aver dormito su Simo.
È stato sbagliato da parte mia, non dovevo farlo senza chiederglielo, sarà stato strano per lui; sono sicuro che gli ha dato fastidio ma è troppo gentile per dirmelo.

Inizio a stare male, sento il mio respiro farsi più corto e i polmoni che si alzano a vuoto. Cazzo non in mezzo a tutti, non qua.
Pensavo che accettando quello che sono sarebbero finiti.
Cerco di andare verso il bagno ma qualcosa mi tiene la spalla.
Mi giro di scatto.

È Simone. Non riesco a parlare, cerco solo di calmare il respiro per non farlo preoccupare.
-Tutto ok Dadda? Hai bisogno di una mano?- mi stringe la spalla.
Come vorrei abbracciarlo e farmi confortare da lui, piangere al sicuro tra le sue braccia ma non posso. Devo essere forte

-Sì no tranquillo devo solo.. solo andare in bagno- e gli faccio un sorriso. Lui mi abbraccia, più forte di ieri sera e sembra non volermi lasciare.
Sento di stare per crollare e non reggere più, corro in bagno a riprendere fiato.

Dopo dieci minuti sono riuscito a tornare a galla, la gola mi brucia ma almeno non ho pianto, quindi nessun segno evidente
Mi sciacquo velocemente la faccia e i polsi, così da riprendermi del tutto, e vado a prendere qualcosa da bere al bar.

Presa qualche barretta, un succo per riprendere degli zuccheri e un pacchetto di cracker (per Simone, lo conosco bene e so che tra mezz'oretta avrà fame), risaliamo in macchina e mi metto accanto al finestrino.

Cerco di sonnecchiare perché sono di nuovo a pezzi, il crollo mi ha tolto tutte le energie, e un po' ci riesco. Passo la metà del tempo a guardare Simone sorridere, contento che mi sia preoccupato di prendergli qualcosa da mangiare.

Il sole gli rende gli occhi magnifici, potrei ammirarlo per ore e non sarebbero comunque abbastanza.
Mi addormento col sorriso, le braccia incrociate sul petto, sentendo la sua mano appoggiata dolcemente sul mio ginocchio; mi basta questo per essere felice e sentirmi subito più sereno e meno colpevole di quello che sento.

Non è schifo quello che mi si addice, ma paura.
Ho accettato ormai il fatto di non essere etero, non posso cambiarlo, ma ho paura di quello che provo per Simone, e soprattutto che lui non ricambi.

le stelle nei tuoi occhi l Dadda x AwedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora