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Dadda's pov

Sono dispiaciuto per aver quasi rovinato l'appuntamento, ma almeno abbiamo passato tutto il pomeriggio a ridere e urlare contro la televisione.

-È tardi, mi sa che devo andare- cerco di non fare trasparire la tristezza che provo, non voglio andare ma non voglio neanche stargli troppo appresso, finirà che si stanca di stare con me

-Oppure potresti restare qui questa notte?- si alza dal divano e mi guarda dall'alto, mettendosi le mani sui fianchi.

-Ne sei sicuro? Non voglio disturbarti troppo- mi alzo anche io, sperando di diminuire la differenza di altezza ma rimane praticamente uguale

-Dadda puoi restare qui quanto vuoi, è casa mia quanto tua- questa frase mi colpisce dritto al cuore, lasciandomi stordito a fissarlo con la bocca semi aperta.

-Cioè non che dobbiamo andare a vivere insieme.. non che non vorrei anzi ma so che è presto e che sto andando di fretta ma siamo sempre insieme e.. e poi sarà come quando siamo stati coinquilini solo con più coccole.. non sto dicendo che dobbiamo vivere insieme ora, ma poi tra un po' potremmo- non prende fiato neanche un secondo

Lo bacio, per cercare di farlo stare zitto
Non ho ancora registrato bene il concetto di Simone che vorrebbe vivere con me, sento solo euforia fluirmi in corpo

-Quando vorrai potremo fare quello che desideri, per me sarà sempre sì in qualunque momento- mi prendo il labbro inferiore con i denti sorridendo, cercando di contenere la felicità che minaccia di uscire da un momento all'altro

-Sei- sei sicuro?- sta sorridendo, ha le guance rosse e le lacrime agli occhi
-Certo scemo, ora non piangere che fai piangere anche me- lo bacio, passando le mani tra i suoi capelli morbidi

Mi alzo in punta di piedi per riuscire a baciarlo meglio, e mi prende il fondoschiena con le mani, tirandomi in alto verso di sé

-Resto qua stanotte, ma non ho il pigiama e non posso dormire in camicia- porto anche io le mie mani sul suo fondoschiena, strizzandoglielo  un po' solo per ricordare chi è qua che sta sopra.

-Puoi usare una mia maglietta, o quella tua che ti ho preso in tour- ha lo sguardo colpevole
-No quella è di tua proprietà ora, proverò ad usare una tua ma mi stanno piccole- sto pensando di fare un salto a casa così da recuperare anche la crema per la spalla

-Chi ti ha detto che ti serve una maglia, puoi dormire tranquillamente con il petto nudo, tanto ci sono io a scaldarti- mi sorride e non posso dire di no

-Va bene grande capo- lo bacio e vado in cucina a mettere sù l'acqua per la pasta visto che si è fatto tardi.
Cerco qualcosa da fare nel frigo e lo trovo praticamente vuoto

-Simo, quand'è che vai a fare la spesa?-
-Martedì perché? Mi raggiunge, guarda dentro al frigo e poi me
-Manca qualcosa?-

-Non c'è niente- lo guardo sbigottito; qua dentro avrà al massimo un pranzo e una cena

-Non è vero è pieno di roba, e poi io mangio da asporto di solito. Ma se serve qualcosa posso andare a prenderla- mi sorride e inizia a elencarmi le cose che ci sono.

Metto in tavola la pasta e gliene metto nel piatto una porzione un po' più grande della mia, visto che a pranzo ha mangiato solo un'insalata

Mangiamo con calma, lui continua a fare battute e io gli racconto dell'esplorazione di ieri.

Quando finiamo di mangiare prendo i piatti e inizio a lavarli
-No cosa fai è casa mia- cerca di protestare, invano.

Quando finisco andiamo sul divano, ma continua a lamentarsi di non aver potuto lavare lui

le stelle nei tuoi occhi l Dadda x AwedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora