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Awed's pov

Scorriamo qualche foto carina, ci siamo io e Dadda che balliamo insieme o noi ai vari tavoli

Ce n'è una particolarmente bella di Dadda con un grande fiore blu messo in testa, mentre i ragazzi dei Blancos sono attorno a lui con delle ghirlande fucsia.
Non so da dove siano spuntate fuori, ma credo che Gabriele c'entri qualcosa.

Scorriamo altre foto quando arriva il video
Perché non posso scomparire nel sedile?

Il video inizia confuso, c'è Riccardo che gira nella sala e poi si dirige ai bagni
-Oh Simo da quanto sei qua?- apre la porta del bagno dopo che gli ho detto che c'ero io

Dadda mi guarda ma lo ignoro, sperando che questa tortura possa passare più in fretta
-È così bello- mi rivedo nel video, e sto girando su me stesso con gli occhi chiusi.

-Cosa?-
-Dadda, come ho fatto a trovarlo così perfetto?- mi fermo e barcollo, appoggiandomi con la mano al lavandino
Già, ero ubriaco

-E ti pare il caso di chiuderti in bagno?- sento Riccardo ridere
-È così bello che mi sembra un sogno, dovevo essere sicuro di non stare dormendo- che scusa stupida, in verità volevo mandare un messaggio a Dadda per chiedergli di raggiungermi.

-Decisamente non lo è, ora vai da tuo marito che ti sta aspettando- alle parole di Riccardo mi vedo iniziare a saltellare dalla felicità e battere le mani

-Perchè sei diventato un pinguino?- sorrido al commento stupido, e stessa cosa fa anche Dadda
-Lo hai chiamato mio marito- ho iniziato anche a ridere, direi che non può andare peggio di così

-Beh è la verità, dai esci da qua e vai a goderti la tua festa- Riccardo mi fa cenno di uscire col telefono e vediamo tutto sfocato, ma invece di uscire corro ad abbracciarlo

-Non hai idea di quanto lo amo- l'audio non è dei migliori, ma riusciamo comunque a sentire qualcosa

-Ogni volta che lo vedo è come se non lo so il cuore mi esplodesse, vorrei farglielo capire ma non sono bravo come lui nelle parole- cerco di sprofondare nel sedile ma non riesco.

-Fidati che lo sa Simo- nel video non si vede, ma mi ricordo che mi ha messo una mano sulla spalla e ha ricambiato l'abbraccio

-Ma voglio essere il meglio per lui, voglio dire lo hai visto? Devo essere all'altezza per fargli capire il mio amore per lui- Riccardo si è probabilmente dimenticato di stare registrando perché mette il telefono nella tasca dei pantaloni e non si sente quasi nulla, ma il concetto è sempre lo stesso: amo Daniel più di me stesso.

-No Richi, mangerei pure una pizza con l'ananas per lui-
-Quanto hai bevuto?- Riccardo sembra più sorpreso di me, non mi ricordavo di aver detto questo

-Poco così- non si vede, quindi rifaccio lo stesso gesto che avevo fatto all'ora, mettendo la mano a metà ginocchio come per indicare l'altezza di qualcosa.

-Dai cretino, ora vai di là che dicono che sta per arrivare il secondo- sentiamo la porta aprirsi
-Che è arrostisci?- mi sento ridacchiare
-Pijamose Roma- risponde Riccardo, e il video finisce così

Scrollo subito alle altre foto ma Dadda mi ferma
-Addiruttura la pizza con l'ananas?- mi sorride
È imbarazzante che lo abbia sentito, ero ubriaco e non registravo quello che dicevo

-Forse- svio la domanda
-Oh non te lo farò dimenticare così facilmente- mi prende il telefono e si manda il video prima di baciarmi

-Se provi a dire che non sei all'altezza, finisci dritto giù da questo aereo intesi?- mi guarda serio prima di baciarmi di nuovo e tornare alle foto.

Il viaggio di dodici ore è interminabile, guardiamo qualche film, sonnecchiamo e pensiamo a qualche nome per i bambini ma senza arrivare a nessuna conclusione

Quando atterriamo tiriamo un sospiro di sollievo: ci sarà pure il jetlag, ma almeno possiamo andarcene da questo aereo.

Passiamo la luna di miele a New York, girando per la città e fuori, con tanto di tour alle spiagge, sulle montagne e nelle città vicino

Il posto che ci ricorderemo di più però sono le cascate del Niagara: oltre ad essere belle da vedere, abbiamo fatto un'esperienza niente male solo io e lui nella vegetazione lì nei dintorni.

Quando torniamo a casa, pieni di acquisti stupidi e ricordi certamente memorabili tra cui anche un weekend in un piccolo loft sulla spiaggia, passano pochi giorni che iniziamo a inscatolare tutta la casa

È un processo lungo e non ci impegnamo molto, mancano ancora mesi a quando ci trasferiremo e dobbiamo ancora decidere quale delle due case prendere.

Quando manca circa un mese emmezzo alla nascita prevista dei bambini, ci manca solo da inscatolare le ultime cose e possiamo chiamare la ditta dei traslochi, visto che la casa è già comprata e le camere dei bambini già sistemate

-Ragazzi non vedo l'ora andiate nella casa nuova, è così noioso dover ogni volta venire a casa vostra per registrare- dice Riccardo una sera di metà settembre, prima di uno dei primi spettacoli del terzo tour.

-Come sta messo ora Bryan a pianti? Perché per un po' dovremo registrare da voi mi sa- dice Dadda, sedendosi su un divanetto del camerino

-È un bambino perfetto, vero amore?- Jasmine entra con Bryan in braccio
-Certo che lo è- Riccardo si alza e lo va a prendere in braccio

-Vero che sei perfetto?- dà un bacio sulla punta del naso a nostro nipote prima di mettergli in mano una piccola palla da calcio per farlo giocare.

Inizia lo spettacolo e Jasmine e Bryan restano nel backstage a guardarlo in diretta, anche se dal lato
Qualche volta si sente un urletto o qualche verso provenire da loro, e l'unica reazione è Riccardo che si gira a guardarli con affetto

A circa metà spettacolo però, con la coda dell'occhio vedo Simone il nostro manager che, sventolando il telefono di Dadda in mano, cerca di attirare la nostra attenzione da dietro le quinte.

Mi giro a guardarlo e mima con le labbra "Atene", indicando il telefono
Per fortuna stanno parlando Riccardo e Dadda, così mi avvicino un po' a lui per cercare di capire meglio

-Vi stanno chiamando da Atene, vi ha anche mandato un messaggio una certa Gaia- sbianco quando capisco cosa probabilmente sta succedendo.

Mi allontano il microfono e gli dico di prenderci due voli per Atene il prima possibile -Subito dopo lo spettacolo, appena finiamo dobbiamo partire ok?- gli dico, tornando al palco in fretta

Non dico nulla a Dadda, se fosse per lui saremmo già in macchina, ma prima dobbiamo finire lo spettacolo.

-Ragazzi dobbiamo correre in hotel a fare le valigie, Simone tra quanto è l'aereo?- esclamo, non appena ci tolgono i microfoni nei camerini

-Tra un'ora emmezza c'è la farete- mi guardano tutti straniti, ma Dadda capisce subito quando accende il telefono

-Ma manca ancora più di un mese non abbiamo la casa pronta come- Dadda inizia ad andare in panico, così mi fermo e, spiegato in breve a Riccardo e Jasmine perché dobbiamo andare subito, vado da lui.

-Andrà bene, dovremo aspettare un po' prima di poterli portare a casa e Riccardo è così gentile- tiro un calcio al diretto interessato accanto a me, per farlo ascoltare - che ci aiuterà nell'assicurarsi che tutta la roba arrivi nella casa nuova-

-Sì ci penso io, ora andate però forza muovetevi- ci incita e, dopo averli abbracciati tutti e tre, corriamo alla macchina.

Facciamo le valigie in fretta e furia, arrivati in aeroporto siamo i primi ad essere in fila per il gate, ancora chiuso

-Gaia dice che le stanno facendo degli esami e che prima di due ore emmezza non vogliono iniziare nulla- legge Dadda dal telefono
-Ma ci sarà qualche complicazione? Voglio dire nascono un mese emmezzo prima del giorno prestabilito- tamburello con le dita sulla maniglia della valigia

-Non si sa, ma arriveremo in tempo per essere i primi a vederli- mi prende la mano, e vediamo una signora avvicinarsi aprire le porte e chiederci i documenti

Seduti sull'aereo nessuno dei due riesce ad addormentarsi, e quando atterriamo andiamo direttamente all'ospedale con ancora tutte le valigie, pronti a conoscere i nostri figli.

le stelle nei tuoi occhi l Dadda x AwedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora