"Il suo profumo è qualcosa di indescrivibile."
I raggi del sole brillavano sul viso della giovane donna dai lunghi capelli rossi, mentre il calore del letto ancora la teneva stretta sotto le coperte.
Piano piano il suo corpo si stava abituando al risveglio. Gli occhi erano ancora un po' pesanti, così come la testa che si stava riprendendo dai postumi dell'alcol.
Qualcosa però in quella stanza mancava. Aveva allungato il braccio non sentendo alcun corpo al suo fianco.
Joe non c'era più.
Si sentì confusa, sbagliata.
Un foglio era posato sul comodino di fianco a lei. Un bigliettino.
Scusami, sono dovuto scappare. Problemi.
Solo quelle parole.La rabbia ribolliva nel petto della giovane donna mentre si sedeva sul bordo del letto disfatto dell'hotel.
La stanza, impersonale e fredda, rifletteva il tumulto dei suoi pensieri.
"Cosa.. cosa ho sbagliato.." mormorò tra sé, fissando il biglietto con occhi scintillanti, un misto di tristezza e rabbia.Non era solo il fatto che Joe fosse sparito senza una spiegazione adeguata; era il modo in cui aveva scelto di farlo, con un semplice biglietto, come se la sera precedente fosse stata solo un enorme sbaglio.
"Problemi-" quella parola le sembrava una scusa patetica, un modo codardo di evitare un confronto.Si alzò in piedi, il suo corpo ancora vibrante. Con movimenti decisi, iniziò a raccogliere i suoi vestiti, togliendo quelli che stava indossando.
Non aveva intenzione di cercare Joe, non ora. Aveva bisogno di tempo per sé, per calmare la tempesta dentro di lei.Mentre si vestiva, il suo sguardo cadde sul riflesso nello specchio. Vide una donna forte, indipendente, che non aveva bisogno di inseguire nessuno per risposte.
"Dovevo pensarci.. dovevo saperlo.." pensò, stringendo i denti.E con quella determinazione, uscì dalla stanza, lasciando dietro di sé il biglietto e la promessa di non permettere a nessuno di ferirla mai più. Almeno per ora, Joe non avrebbe avuto il privilegio di sentire la sua voce.
Il suo telefono vibrò, lasciandola sorpresa. Il cuore perse un battito quando lesse il nome di Liv e non quello di Lui.
"Pronto? Al? Tutto bene?" La sua voce era vibrante, tranquilla. Come se avesse passato la miglior notte della sua vita.
"Non proprio. Ma va bene. Puoi passarmi a prendere? Dovrei tornare a casa entro due orette." Il fastidio nella sua voce era palese, presente. Fortunatamente la puntata di Smackdown era avvenuta vicino alla sua città, rendendo il suo ritorno a casa più piacevole.
"Si, arrivo.." Liv aveva cambiato di poco la sua voce, subito dopo la frase della sua migliore amica.
Fortunatamente non ci mise molto a raggiungerla.
Ally poteva sentire il peso del suo corpo sul ginocchio, che quella mattina le doleva.
L'amica le aveva aperto la portiera, gentilmente, osservando chiaramente gli indumenti piegati che la rossa teneva tra le mani.
Non aveva commentato il logo e neppure i suoi capelli sfatti, come se sapesse qualcosa.
Oltre a un piccolo saluto, il silenzio regnò sovrano in quell'abitacolo."Sei sicura di stare bene?" L'improvvisa ed acuta voce si levò nell'aria, mentre come sottofondo Harry Styles cantava la sua 'As It Was'.
"No, non sto bene. Ho fatto una cazzata ieri, Liv." L'ammissione fu tremenda. Il suo cuore batteva forte. Voleva dirle tutto.
"Io... Ally, succedono tante cose durante serate del genere... non puoi abbatterti così." L'amica aveva già capito molto più di quanto lei volesse lasciar intendere. Non la guardò, attendendo l'ammissione.
"Non puoi capire. Io.." Le parole le si bloccarono in bocca.
"Tu..?" La esortava l'amica.Stringendo il volante e mordicchiandosi un labbro dall'ansia.
"Ho baciato Joe." Lanciò la granata, senza attendere di più.
"Oh.." Un lieve sorrisino si era formato sulle labbra della bionda, che cercava di nascondere quella apparente felicità.
"Ed ero cosciente di quello che facevo." Continuò Ally, coprendosi le guance arrossate con le mani.
Si vergognava, così tanto.
"E..?" Voleva saperne di più. Sempre di più.
"Cosa? Non sei sconvolta? Insomma sembro di esser tornata a 16 anni! Arrossisco per uno stupido bacio!"
La bionda scoppiò in una fragorosa risata.
"Ragazza.. siete due fighi. Si vedeva da anni che un minimo di attrazione fisica la provavate e poi Jo-" Si bloccò improvvisamente.
Ally si girò di scatto verso la migliore amica, pronta a sentire il continuo della frase. "Cosa?"
"Niente lascia perdere.... e perché ora stai male?" Nascose la sua frase, passando ad altre domande.
Forse il loro rapporto, l'amicizia tra Liv e Joe, nascondeva informazioni su alcuni aspetti delle loro vite, ma come ovviamente molte altre relazioni, che non potevano ancora essere rivelate.La rossa non insistette. La guardò solamente, per poi rispondere.
"Non è proprio carino svegliarsi sola, con un bigliettino... Problemi. Forse sono io il problema."
"Oh... vedrai che non vuol dire nulla..." Come se ella sapesse già qualcosa, alzò di poco la musica, con un sorriso sulle labbra.
"Se lo dici tu. Ma non mi piaci. Mi nascondi qualcosa."Rimasero in macchina per altro tempo, ordinando qualcosa da mangiare, prima che Alisson tornasse a casa e spiegasse a suo padre che aveva dormito in un Hotel, quella notte.
Tutto ciò successe ore dopo. Liv l'aveva lasciata di fronte a casa sua, salutandola affettuosamente.Quando i passi di Ally risuonarono in casa, i suoi genitori la andarono ad abbracciare.
"Serata movimentata vedo!" Le aveva sistemato i capelli la madre, che con sorriso la accompagnò in cucina. Un buon ciambellone le fu tagliato davanti agli occhi, per poi vedere Steve Austin sedersi davanti a lei.
"Sei stata fantastica a Smackdown. Brava." Un ampio sorriso le era stato dedicato, prima di vedere suo padre uscire di casa a seguito di un "Vado a fare un po' di spesa."Dopo aver finito il suo pezzo di ciambellone, la giovane donna salì in camera sua, lasciandosi alle spalle il calore della cucina e i sorrisi dei suoi cari.
L'acqua calda della doccia le scivolò addosso, lavando via la vergogna ed i pensieri che le erano venuti in mente, a seguito degli eventi.
Avvolta in un morbido asciugamano, si lasciò cadere sul letto, sentendo i muscoli rilassarsi completamente.Si alzò solo per prendere i vestiti che Joseph le aveva dato quella notte, ancora piegati ordinatamente sulla scrivania.
Li sollevò, portandoli al naso. Il tessuto conservava il suo profumo, un misto di freschezza e di qualcosa di indefinibilmente caldo, che le ricordava la sicurezza delle sue braccia, la morbidezza dei suoi baci.Mentre si perdeva in quel ricordo, il suono del telefono la riportò alla realtà. Con un sospiro, si distese di nuovo e afferrò il dispositivo.
Sullo schermo appariva un messaggio.
Un brivido di anticipazione le percorse la schiena mentre lo apriva per leggere le parole arrivate dall'ex sconosciuto...
STAI LEGGENDO
The New Flame
FanfictionLa vita è come un filo sottile, teso tra i poli dell'essere e del nulla. A volte vibrante sotto i tocchi del destino altre volte calmo, come un lago senza onda. Un soffio di vento, un taglio sottile, può farlo vacillare, può farlo cedere. Ma ogni fi...