Capitolo 26

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"Lasciami andare."

Mentre il mondo continuava a muoversi al ritmo di musica, la giovane dai capelli rossi era nel panico più totale. La presa di un uomo la stava agganciando senza pietà, senza alcuna voglia di lasciarla.
Cercò di liberarsi da essa, ma le sue mani tremavano come mai prima d'ora. Dov'era finita tutta la sua forza?

"Lasciami andare," sibilò, cercando di mantenere la voce ferma e gli occhi fissi su di lui. L'uomo, in risposta, la fissò con occhi iniettati di sangue.
"Non finché non mi ascolti," rispose, stringendo ancora di più la presa.

Vederlo lì, a distanza di anni, le provocava un dolore che aveva provato poche volte in vita sua. Nella sua mente le scene di quelle liti, degli schiaffi, delle bottiglie spaccate e aghi in quella casa. Le parole dure di suo padre sulla relazione che aveva intrapreso.
Le urla della madre il giorno dell'arresto.
Il verdetto del giudice.
Tutto ciò fatto in segreto, senza che alcuna telecamera potesse sapere che la figlia di Stone Cold Steve Austin fosse stata vittima di violenza da parte del proprio ragazzo.
Le voci erano girate, ma non avevano fatto scalpore. Solo una giovane che aveva iniziato una relazione incosciente delle conseguenze.

Erano passati anni, eppure lui era lì.
Il motivo per il quale aveva combattuto per la sua carriera da Wrestler, era lì.
La persona che poteva rovinarle la carriera per sempre, era lì.

Il cuore le batteva all'impazzata, ma una scintilla di rabbia cominciava a farsi strada tra la paura. Non avrebbe permesso a quell'uomo di rovinarle la vita di nuovo, non ora che Joe era divenuto la sua priorità.

"Cosa vuoi da me?" gridò, cercando di mantenere la voce ferma. Nessuno avrebbe avuto la possibilità di sentirli. Non in quel casino, in quella casa stracolma di gente. "Non ti basta quello che mi hai già fatto?"

Con un movimento rapido, cercò di colpire l'uomo con il gomito, sperando di sorprenderlo e liberarsi dalla sua presa, ma fallì. La statura di Mark, già in passato abbastanza grossa, ora aveva messo su muscoli che riuscivano quasi ad arrivare al livello del Tribal Chief.

La musica continuava a suonare in sottofondo, le luci stroboscopiche illuminavano a intermittenza i volti delle persone intorno a loro, ignare del dramma che si stava consumando.
Nella foga di liberarsi, ricordò il giorno in cui aveva trovato il coraggio di denunciarlo, le mani tremanti mentre firmava la denuncia.
Non avrebbe mai pensato di rivederlo.

Eppure, eccolo lì, a pochi centimetri da lei, con lo stesso sguardo minaccioso di allora. Ally ricordava chiaramente quel giorno a scuola, quando aveva solo diciassette anni.

Era una giornata come tante altre, ma qualcosa in Mark era cambiato. Stavano insieme da un anno, e fino a quel momento, lui era stato il suo rifugio sicuro. Una spalla su cui piangere, a volte geloso ma non troppo..
Ma quel giorno, tutto cambiò.

Era l'ora di pranzo e Ally stava chiacchierando con alcune amiche nel cortile della scuola. Mark si avvicinò, il viso scuro e gli occhi pieni di rabbia. "Cosa stai facendo?" chiese, la voce bassa ma carica di tensione.
Ally lo guardò, sorpresa dalla sua aggressività. "Sto solo parlando con le mie amiche, Mark. Cosa c'è che non va?"

Mark afferrò il suo braccio con forza, tirandola via dal gruppo. "Non mi piace quando parli con loro," sibilò. "Non ti fidi di me?"

Ally cercò di liberarsi dalla sua presa, ma lui stringeva troppo forte. "Mark, mi fai male," disse, cercando di mantenere la calma. "Non c'è niente di cui preoccuparsi."

Ma Mark non ascoltava. La spinse contro il muro della scuola, il viso a pochi centimetri dal suo. "Sei mia," disse con voce minacciosa. "E non voglio che tu parli con nessun altro."

Le amiche di Ally, spaventate, si allontanarono, lasciandola sola con lui. Ally sentì le lacrime riempirle gli occhi, ma cercò di non piangere. "Per favore, Mark, calmati," implorò. "Non ho fatto niente di male."

Mark la lasciò andare bruscamente, ma il suo sguardo rimase freddo e duro. "Ricordati di questo," disse, prima di allontanarsi. "Non voglio che tu parli con nessuno senza il mio permesso."

Quello fu il primo segnale di quanto Mark potesse essere violento. Da quel giorno, le cose peggiorarono. Gli episodi di rabbia e gelosia divennero sempre più frequenti, fino a culminare in aggressioni fisiche.

Mark, in quel momento, la stava fissando con un sorriso freddo, senza alcuna emozione.

"Oh, tesoro... Vedi, ho delle foto di te, di quando eri giovane e... meno sobria. Gli sbirri non sono stati abbastanza furbi da togliermi tutto ciò che avevo." Tirò fuori il telefono e le mostrò alcune immagini. Ally sentì il sangue gelarsi nelle vene. Erano foto di lei, visibilmente drogata, scattate diversi anni prima.

"Se queste foto finissero nelle mani sbagliate, la tua carriera sarebbe finita," continuò Mark.
"Ma io posso evitare che ciò accada. Tutto quello che devi fare è aiutarmi a ottenere un posto a Raw o SmackDown. Ho bisogno di una raccomandazione, e tu sei l'unica che può farlo... Infondo tu stessa, grazie al grande cazzone di Stone Cold, sei riuscita ad arrivare a quei livelli."

Quella frase fu un colpo al cuore. La rabbia stava sovrastando il suo essere.
Sapeva che dopo essere uscito da quei pochi anni in carcere, avesse intrapreso attività di recupero iscrivendosi ad un corso di Wrestling che l'aveva portato in alte associazioni.
Sapeva bene quelle cose tramite vie traverse.
Sperava fosse cambiato, ma decisamente non sembrava.

Ally scosse la testa, cercando di mantenere la calma.
"Non posso farlo, Mark. Non posso mettere a rischio la mia carriera per te."

Lui strinse ancora di più la presa sul suo braccio.
"Pensa bene alla tua risposta, tesoro. Non vorrai che queste foto diventino pubbliche, vero?"

La giovane sentì le lacrime riempirle gli occhi, ma cercò di non piangere.
Doveva trovare un modo per uscire da quella situazione senza cedere al ricatto di Mark, ma lei sapeva che quel ragazzo, ormai divenuto uomo, era capace di tutto.
Aveva visto il lato peggiore di lui e sapeva che non avrebbe esitato a distruggerla se non avesse ottenuto ciò che voleva.

Ma cedere al suo ricatto significava tradire tutto ciò per cui aveva lavorato così duramente.

"Non posso farlo," ripeté, la voce tremante. "Non posso aiutarti."
"Allora preparati a vedere la tua carriera andare in fumo," sibilò. "Perché queste foto finiranno ovunque."

Ally sentì il panico crescere dentro di lei. Doveva trovare un modo per fermarlo, per proteggere la sua carriera e la sua vita.

"Aspetta," disse, cercando di guadagnare tempo. "Forse possiamo trovare un'altra soluzione."
Mark la guardò con sospetto. "Che tipo di soluzione?"

"Lasciami parlare con qualcuno," disse Ally, cercando di mantenere la calma. "Forse posso trovare un modo per aiutarti senza mettere a rischio la mia carriera."

L'aggressore la fissò per un lungo momento, poi allentò leggermente la presa.
"Hai una settimana," disse. "Se non ottengo quello che voglio, le foto saranno ovunque."

La rossa annuì, il cuore ancora martellante nel petto. "Va bene," disse. "Una settimana." Mark la lasciò andare e si allontanò, lasciandola tremante e spaventata. Un suo polso sembrava far risaltare un livido, che non aveva prima di quella sera.

Ally sapeva bene che avrebbe dovuto trovare una soluzione in fretta.

Non poteva permettere che Mark distruggesse tutto ciò per cui aveva lavorato così duramente, di nuovo.

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