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Dopo un po' più di una settimana rinchiusa dentro casa a causa dell'influenza finalmente torno alla Continassa per fare ciò che più amo, ovvero il mio lavoro.
La sveglia, infatti suona precisa alle sei e trenta, devo dire che un pochino mi era mancata.
Mi alzo dal letto spegnendola e mandando il buongiorno a un po' di personcine soprattutto a Kenan, mi ha detto che questa sera mi vuole portare a cena fuori per utilizzare quel famoso invito che per colpa del mio malanno non si è potuto fare.
Domani i ragazzi hanno la partita per fortuna in casa, giocano contro l'Inter, purtroppo alla partita scorsa non ci sono stata ma l'ho comunque seguita da casa insieme a Diletta.
Arrivo in cucina dove mia accoglie proprio la bionda mentre intanto ha apparecchiato la tavola.
«Grazie Dile, ti ricordi che questa sera non ci sono» le dico e lei annuisce, sorridendo.
Mangiamo insieme mentre parliamo della cena di questa sera e soprattutto parliamo di Kenan.
«Amo un giorno ti devo far venire alla Continassa, oppure alle partite con me saresti il prototipo di ragazza per alcuni giocatori» dico io e lei mi guarda quasi incerta.
«Ma sei matta, io mi metto vergogna a stare lì con loro, non c'è la potrò mai fare» dice lei facendomi ridere.
«Dai adeso non starci a pensare, piuttosto vado a preparami che altrimenti faccio tardi» dico io e lei annuisce, torno in camera per vedere quello da mettere.
Oggi opto per una tuta di rappresentanza dello staff della Juve, dopo aver scelto anche l'intimo mi rinchiudo in bagno e mi faccio una doccia abbastanza lunga tenendo sempre sotto controllo l'orario, dopodiché mi vesto e mi trucco un pochettino per eliminare qualche segno post malanno, mi pettino per bene i capelli e stranamente in orario esco di casa salutando Diletta.
Alle nove precise arrivo alla Continassa, parcheggio vicino alle auto dei ragazzi e poi entri andando verso la segreteria dove ad aspettarmi come al solito c'è Sara che esce da dietro il bancone e mi abbraccia forte forte.
«Come mi sei mancata qui dentro, è proprio brutto essere l'unica femmina nel centro sportivo» dice lei ed io mi metto a ridere, mi segna la mia entrata e rientro dentro la saletta che un pochino mi era mancata, lo ammetto.
Sistemo la mia saletta per iniziare una nuova giornata, dopo un po' sento qualche colpo alla porta guardo un'attimo l'orario ed è davvero abbastanza presto per i ragazzi però appena dico un semplice 'avanti' dentro la saletta entra il Mister Allegri che arriva alla mia scrivania.
«Bentornata Chiaretta, ci sei mancata davvero tanto» mi dice il mister che poi mi abbraccia velocemente ed esce dalla stanza lasciando la porta chiusa alle sue spalle.
Alle nove e mezza in punto sento bussare ripetutamente alla porta, vado ad aprirla di persona per vedere i ragazzi che mi accolgono come fosse il primo giorno.
«Ma bentornata ciccia» mi dice Dusan dandomi un piccolo buffetto sul naso.
«Come mi sei mancata chicca» mi dice Federico stringendomi forte in un'abbraccio.
«Mi sei mancato pure tu chicco» gli dico e poi scioglie l'abbraccio sento anche qualcun'altro della squadra e poi arriva il mio preferito.
«Ciao dadi» mi dice lui, entro dentro la saletta e lui chiude la porta alle sue spalle.
«Ciao patato» gli risponde mentre gli metto le mani dietro al collo e lui mi stringe forte dai fianchi.
«Come stai» mi domanda e sorrido intenerita.
«Sto bene, mi sono ripresa al cento per cento finalmente» dico e lui mi sorride, quel sorriso che mi fa letteralmente sciogliere ogni volta.
«Sono felice che stai di nuovo bene, per sta sera è tutto confermato» mi chiede mentre mi dà un bacino al volo sul naso.
«Si patato, sta sera ci vediamo per la cena» dico io mentre gli accarezzo il collo.
«Perfetto alle otto sono sotto casa tua così andiamo» dice lui per poi lasciarmi un bacio al lato delle labbra e sorrido imbambolata, mi stacco da lui e lo vedo uscire dalla saletta mentre mi metto seduta sulla scrivania.
La giornata è abbastanza veloce e inoltre oggi abbiamo finito tutti un'ora prima in vista della partita di domani.
Infatti alle quattro in punto siamo tutti quanti fuori la Continassa vicino ai parcheggi delle auto, restiamo a parlare quei cinque minuti e poi ognuno parte verso la propria casa.
Torno a casa alle quattro e un quarto e subito volo sopra in camera per iniziare a fare una doccia con molta calma, i vestiti li avrei poi decisi alla fine.
Infatti mi concentro molto sulla doccia e sui prodotti da usare e dopo quasi un'ora finalmente esco e mi avvolgo intorno al corpo un'asciugamano bianco candido dello stesso colore che metto sui capelli dopo averli strizzati un pochino, una volta fatto ciò apro un po' la finestra per fare uscire il vapore che si è creato e poi entro in camera dove apro l'armadio per vedere cosa poter mettere per questa cena abbastanza importante.
Avevo incasinato tutto l'armadio, avevo prima deciso un bel vestito nero semplice con dei bei tacchi, ma non mi piaceva molto e dopo mille cambi decido per un bel pantalone di pelle attillato e sopra una maglietta a maniche lunghe bianca abbastanza scollata, avevo abbinato la cintura di Luis Vuitton con la stessa borsa, e come scarpe ho messo dei semplici ed eleganti tacchi neri.
Per le otto meno cinque sono pronta, mi è rimasto giusto il tempo per fare una foto di Instagram che mi faccio scattare da Diletta fuori al balcone.

@chiaraafilani's story

Alle otto in punto Kenan mi manda un messaggio dicendomi che è sotto casa e non perdo tempo a salutare Diletta e scendere giù dove la macchina di Kenan risalta ai miei occhi, mi avvicino alla macchina del turco che prontamente tira giù il finestri...

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Alle otto in punto Kenan mi manda un messaggio dicendomi che è sotto casa e non perdo tempo a salutare Diletta e scendere giù dove la macchina di Kenan risalta ai miei occhi, mi avvicino alla macchina del turco che prontamente tira giù il finestrino dandomi un sonoro bacio sulla guancia che viene subito ricambiato, mi invita poi a salire nel posto vicino a lui e così faccio.
«Allora dove mi porti» gli chiedo io ma non mi risponde.
«Questa cena è tutto una sorpresa, ti devi solo fidare» dice lui sorrido, mi piacciono le sorprese e mi piacciono ancora di più se sono fatte da lui.
Per tutto il viaggio guardo il cielo che piano piano si scurisce sempre di più, dopo non tanto arriviamo al locale che Kenan ha scelto, è sul mare ed è una delle cose che più amo.
«Mi hai portata a cena fuori sul mare» dico quasi incredula, mentre lui mi guardo con uno sguardo diverso dal solito uno che non avevo mai visto su di lui ma che si sposa sempre benissimo.

Kenan Yildiz
Alle otto sono sotto casa di Chiaretta le mando un messaggio dicendogli di scendere, dopo massimo un minuto scende in tutta la sua bellezza, appena arriva vicino al finestrino della mia auto lo abbasso e gli poso un bacio sulla guancia seguito da uno suo sulla mia guancia.
La invito a salire in auto e così lei fa.
«Allora dove mi porti a cena» mi domanda lei mentre sono ben attenti alla strada.
«Questa cena è tutta una sorpresa, ti devi solo fidare» dico io e lei annuisce mentre porta lo sguardo verso il cielo.
Dopo meno di mezz'ora arriviamo al locale che ho scelto, un bel locale vicino al mare, come mi ha consigliato Federico.
«Mi hai portata a cena fuori sul mare» mi dice con gli occhi che gli luccicano, mentre io la guardo come se fosse un diamante prezioso da dover custodire, devo ormai ammettere a me stesso che io sono innamorato alla follia di Chiara, perché ha mille cose che la fanno sembrare perfetta proprio come una stella caduta del cielo apposta per me, ho deciso di fare questa cena per ammettere anche a lei tutto quello che provavo, sentivo che era la volta buona quella.
Il cameriere ci fece accomodare al tavolo e da vero galant'uomo l'ho aiutata a sedersi.

Chiara Afilani
«Ma come siamo galanti» dico io e lui sorride mettendosi seduto, guardo un po' il menù e come immaginavo era tutto a base di pesce.
Scelsi perciò uno spaghetto allo scoglio e poi insieme a Kenan abbiamo decidso di dividerci il secondo e abbiamo optato per un filetto di Salmone scottato alla piastra.
Ma Fiano in estrema tranquillità e calma mentre parliamo di tutto quanto ma davvero tutto.
Alla fine della cena andiamo alla cassa e abbiamo un piccolo battibecco su chi debba pagare ma alla fine paga lui.
«Andiamo a fare un giro in spiaggia dadi» mi domanda ed io annuisco afferandogli la mano che lui intreccia.
Scendiamo dalla passerella e mi levo i tacchi per poter camminare meglio sulla sabbia, infatti con la mano libera trasporto i tacchi con me mentre i granelli freddi della sabbia entrano a contatto con la mia pelle calda dall'effetto accentuato che mi fa Kenan.
Camminiamo ancora un pochino finche il turco non si blocca tutto d'un tratto senza sapere il preciso motivo, lo guardo negli occhi per un bel po' finché non apre la bocca per iniziare a parlare.

io per te, tu per me ; Kenan YildizDove le storie prendono vita. Scoprilo ora