Sherry

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"Io non ti farò niente né sei consapevole?"
disse, e le sue parole mi sembrarono surreali.
Mi girai verso di lui per guardarlo.
"Andiamo non sono un mostro, non faccio niente senza permesso, e nemmeno tollero chi lo fa"

Era serio?

"Vedi matilde, c'è chi prima aveva una vita decente, e poi è diventato un mostro.
E chi prima era un mostro, e questa vita lo ha fatto cambiare"

Mi sembrò di sentire un tono di umanità nella sua voce, mi incuriosii molto

"eri un mostro prima?" chiesi
"si" disse.

Cosa stava a significare?, se era un mostro allora, e ora non si considerava tale, chissà prima.

Non volevo abbassare troppo la guardia, non dovevo dimenticarmi ciò che aveva fatto.

Arrivati alla base dove avrei dovuto passare il resto dei miei giorni, mi bloccai leggermente.
Chissa come mi avrebbero trattata, cosa mi avrebbero dato, e cosa avrebbero fatto.

Negan mi accompagnò fino ad una stanza, si trovava al secondo piano dell' edificio.

Non era male, era vuota e triste, ma avrei potuto rimediare.

"Qui è dove starai, puoi uscire dalla stanza ma non dai cancelli, insomma fa quello che vuoi"
mi disse.

Perché tenermi, se tanto non si sarebbe servito di me? ero solo una bocca in più da sfamare

"perché?"
"perché che cosa matilde" quel matilde mi dava su i nervi
"perché tenermi se tanto non mi farai nulla, sono solo una bocca in più"
"perché so che saresti capace di abbattere questo posto, cazzo sei intelligente credimi, magari loro non se ne sono accorti ma io si, sei un pericolo per me, quindi ti tengo qua zitta e buona"

In realtà non avevo la più pallida idea di come avrei potuto abbattere quel posto.

Mi distesi sul letto presente in quella stanza, era singolo, e smollato.
Ma date le mie ultime sere era perfetto.
appoggiai il viso sul cuscino pulito, e pensai a come Daryl fosse finalmente salvo da quel posto, pensai al resto del gruppo e se sarebbero mai venuti a cercarmi.
Mi mancava Ryde, più di tutti, avevamo passato una vita insieme e lo avevo trascurato particolarmente negli ultimi tempi.

Mi addormentai pensando a tutti loro, non ostante fossi sola, ero certa che loro stessero bene, e ciò mi rassicurava molto.

Mi svegliai dopo qualche ora, decisi di uscire da quella camera ed esplorare un po' il posto in cui avrei dovuto passare la vita. Presumo.

Uscita dalla porta della mia «camera» c'era un lungo corridoio con le pareti grigie e macchiate dalla muffa, altre porte, e due finestre che davano sui cancelli che circondavano quel posto.

Scesi le scale per recarmi al piano di sotto,  era tutto trasandato e sporco.
Cristo ma era così difficle tenere pulito?

Aprii tutte le porte apribili, fino a che non mi ritrovai in una specie di sala comune.
C'erano tante persone che parlavano fra di loro, per la maggior parte uomini.
Mi sentivo tutti gli occhi addosso probabilmente perché ero «nuova».

Una ragazza con un vestito nero, curata profumata e truccata, si avvicinò a me ed io indietreggiai, non sembrava minacciosa, ma la mia fiducia era stata sepolta tempo fa.

"Non voglio farti del male"
Cercò di avvicinarsi a me ma non ne volevo proprio sentire.
"okok scusami, io mi chiamo sherry"
"Matilde per negan, ma in realtà mi chiamo isabelle" non volevo farmi conoscere, e tantomeno farmi chiamare isabelle, dato il fatto che sembrava venisse un ictus a negan ogni volta che sentisse pronunciare quel nome.

"Isabelle era il nome di sua figlia, penso sia per questo che non vuole sentire il tuo nome" abbassò lo sguardo.

Non dissi niente, non provavo pietà e tantomeno compassione.

"da quanto sei qua?" mi chiese
"poco, e altrettanto poco ci rimarrò"
"mh, io da diversi mesi, sai non è così male alla fine"
"tu dici?" risposi sarcastica
"lo so che sembra un posto brutto ma ti ci abitui"
"che fortuna" continuai con scherno
"vieni ti faccio vedere il posto"
non mi fidavo, ma fondamentalmente non avevo niente da fare, e non conoscevo il posto; in più lui sembrava un ragazza facile da abbattere in caso di bisogno.

Durò un ora il suo giro turistico, era simpatica e particolarmente dolce, ma io continuavo a rispondere in modo freddo e distaccato, non potevo fidarmi di nessuno.

Ci sedemmo su una panchina al di fuori della struttura, si erano fatte le 18 del pomeriggio e il sole iniziava a splendere sempre meno.

"come era la tua vita prima di tutto ciò?"
mi chiese, portando la testa all'indietro facendo cadere i suoi capelli corti all'indietro
Di quale delle due avrei dovuto parlare? quella a casa o quella al campo d'addestramento?

"normale, la tua invece?" non mi posi il problema e non parlai di nessuna delle due, non mi andava di aprirmi con una sconosciuta.
"Normale, facevo la babysitter, avevo un marito eravamo sposati da poco" disse, effettivamente era una vita più che normale, a differenza della mia.
"che facevi prima?" insistette.
"ginnastica artistica, e studiavo" non era il mio lavoro, ma era effettivamente vero, nel mio tempo libero questo facevo.
"anche io da piccola facevo ginnastica" il suo sguardo sembrò illuminarsi.
Passammo un'ora a parlare delle nostre gare di quello che facevamo e di quello in cui eravamo brave in quello sport, era bello parlarne con qualcuno che ne capisse, e non con Ryder o i miei compagni che si limitavano ad ascoltarmi.

Sembrava essermi amica.

"io credo di rientrare nel mio attico" dissi, sfuggendo a quella situazione disagiante di silenzio che si stava creando.
"io resto ancora un po', a domani" disse fra una risata velata dovuta a come avevo chiamato la mia stanza.
"a domani" rivolsi a Sherry un timido sorriso, un po' controvoglia, fatto solo per educazione, e lei ricambiò.

entrata nella stanza mi accorsi del vassoio posto sul tavolo della mia stanza, non avevo appetito, quindi non lo toccai nemmeno.
Non avevo niente da fare, mi misi a disegnare su dei fogli trovati nei cassetti in camera.
Nel mentre che lasciavo andare la matita, mi chiedevo come fosse possibile che io non fossi diventata uno zombie.
La spiegazione più logica era che in realtà, la cura già esistesse, e che io la avessi già in corpo.

Con i mille vaccini fatti, era più che possibile fossi vaccinata per un virus simile a quello, e di conseguenza immune, e spiegherebbe anche perché scienziati e ricercatori non riuscissero a trovare la cura.
Per averne conferma, avrei avuto bisogno che ryder facesse la mia stessa fine.

Sentii la porta aprirsi, era negan.
Si avvicinò alle mie spalle, ed io mi limitai ad irrigidirmi, nemmeno mi degnai di girarmi.
Poggiò una mano sulla mia spalla e si chinò verso il foglio disegnato

"anche mia figlia disegnava come te" disse, punto in più, adesso mi parlava anche della sua vita precedente.
Pensa te che fortuna.

Non risposi, non dissi niente, provavo di nuovo solo ribrezzo per quell'uomo a causa di ciò che aveva fatto a Daryl.
Quel posto sporco e lurido era la riflessione di chi era lui realmente.

➳  i will only hurt you,  DD𓆩𓆪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora