𝒍𝒂𝒔𝒄𝒊𝒂𝒓 𝒂𝒏𝒅𝒂𝒓𝒆

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"ti sei fatto male?" chiesi, avevo visto quello che aveva fatto, non ostante la lontananza la mia vista non mi ingannava, e quella I+D l'avrei vista a miglia di distanza.

"va via" mi respinse con il suo solito tono.
"non stavolta" risposi
"isabelle perfavore va via"
"non andrò via Daryl"
"Fallo isabelle cazzo fallo" mi urlò addosso.
Cercai di farmi scivolare addosso la sua rabbia, d'altronde sapevo non fosse per me, bensì per se stesso.

Mi crollò davanti, tutta la sua figura da uomo mi si spezzò a metà proprio a pochi palmi dal mio volto.
Cadde sulle sue ginocchia e si coprii il volto, non esitai ad aiutarlo.

"Daryl" dissi, portando il suo volto sul mio petto.
Avevo ancora i capelli bagnati e data la lunghezza gli caddero sul viso bagnandolo.
"Scusami" sussurrai spostandoli dietro la schiena per poi iniziare ad accarezzargli la testa.
Si aggrappò alla mia maglia, le sue braccia mi avvolgevano completamente il torace.

Preferii rimanere in silenzio, sapevo valesse più di mille parole per noi.
Cercai di appoggiarmi alla corteccia dell'albero nel quale poco fa aveva inciso le nostre iniziali.
Sorrisi involontariamente al pensiero.
Passarono minuti, minuti che purtroppo durarono come tali.
Si staccò dal mio corpo e si sedette a pochi centimetri da me.
Accarezzò il mio volto con il dorso delle dita e con gli occhi lucidi iniziò a parlare

"credimi isabelle ti vorrei tanto, vorrei averti tutta per me" disse con la voce spezzata
"e perché non puoi? perché non puoi avermi?" dissi aggrappandomi a lui. Non potevo sopportare di nuovo se ne andasse, non un'altra volta.
"isabelle" pronunciò continuando ad accarezzarmi il viso, sentii una lacrima rigarmi una guancia e daryl si precipitò ad asciugarla
"sei stupenda isa" sussurrò.
Arrosii come una stupida, cercai di abbassare lo sguardo per non farmi vedere.
Lui prese il mio mento con due dita e tirò sù il mio volto
"sei ancora più bella quando arrossisci"
gli sorrisi, pensando che questa volta sarebbe stata la volta buona, questa volta sarebbe stata per sempre.

Iniziai a notare che il suo corpo si stava piano piano staccando da me, le sue dita non premevano più sul mio mento e le sue gambe iniziavano a fare sforzo per alzarsi

"No daryl ti prego"
"isabelle mi dispiace, devo lasciarti andare"
"perché? perché ogni volta daryl"
"isabelle non complicare le cose è più difficile di quanto credi"
"allora spiegami" implorai
"non puoi capire isa"

Mi ritrovai a fissare Daryl, le sue parole tagliavano e facevano tremare il mio mondo già precario.
'Devo lasciarti andare' il suono di quelle parole era come un tonfo sordo nelle mie orecchie, un peso insopportabile sul mio cuore già infranto.
Sentii il panico salire in me come un'onda che minacciava di travolgermi. Le parole di Daryl riecheggiavano nella mia mente, incapace di accettare ciò che stava dicendo. Il mio respiro si fece corto, le mani mi tremavano, e il terreno sotto di me sembrava vacillare.

"Non puoi fare questo," riuscii a sussurrare con voce tremante, ma le mie parole sembravano perdersi nell'aria. Sentivo un nodo stringersi nella gola mentre cercavo di trattenere le lacrime che bruciavano dietro i miei occhi.

Guardai Daryl, il mio Daryl, con un misto di incredulità e disperazione. Ogni attimo trascorso insieme, ogni promessa fatta, sembrava dissolversi nel nulla. Il dolore mi investì come un'onda violenta, travolgendo ogni speranza e sogno che avevo costruito con lui.

Le lacrime cominciarono a scorrermi sulle guance, silenziose e implacabili. Sentivo il mio cuore spezzarsi lentamente, mentre mi rendevo conto che questa non era la volta buona, questa era una delle tante.

Mi lasciai cadere a terra incapace di respirare.
Provavo a riempire i miei polmoni d'aria ma erano bloccati, riempiti delle parole di daryl.
Non avevo più il controllo di me stessa, tutto il mio corpo tremava.
Non c'era più niente attorno a me, solo un fischio che trapassava le mie orecchie.
Non capivo non riuscivo a connettermi col mondo.

Sentii daryl avvolgermi fra le sue braccia, il palmo della sua mano schiacciarmi il volto contro il suo bicipite scolpito.

"Isabelle mi dispiace" disse nel panico più totale, lo sentii ovattato, a fatica riuscivo a capire ciò che mi stava accadendo.

"Isabelle ti prego" sussurrò disperato, ma io non sapevo cosa fare, non sapevo come riprendermi.

Un attimo, in un secondo, tutto il mondo sembrò fermarsi.

Appiccò le mie labbra alle sue stringendomi forte a sé, il mondo sembrò riprendere colore ed io riuscii a riprendere fiato, non sentivo più il cuore battere infrenabilmente e il fischio nelle orecchie ormai era un rumore lontano.

La sua mano sul mio torace mi aiutava a mantenere il controllo del respiro, mentre tutto il suo corpo mi aiutava a ricordarmi che ero sul pianeta terra.
Si staccò da me ed io lo guardai negli occhi, ero crollata, era riuscito a spezzarmi con poche parole messe in fila.

Ero al limite della mia fragilità, una qualsiasi altra botta mi avrebbe stesa per sempre.

ci guardammo per qualche istante, mi sembrò di annegare dentro quegli occhi azzurri.
Si alzò tenendomi ancora fra le sue braccia e mi rimise a terra subito dopo.
Mi abbracciò rapidamente dandomi un bacio sulla fronte.
"Mi dispiace isa, ma non voglio stare con te"
cercai di accettarlo, feci finta di non aver sentito quel 'non voglio', mi feci scivolare addosso quelle parole, chiusi gli occhi e cercai di riprendere il controllo di me stessa.
Era più complicato del previsto, ma se lui non voleva stare con me, non aveva più senso provare.

Dovevo lasciar andare

"Andiamo dagli altri, d'accordo?" mi disse dolcemente daryl, in realtà avrei preferito stare con lui per il resto della notte ma accettai.
Camminammo fianco a fianco, fino a che non raggiungemmo gli altri, daryl andò da rick lasciandomi sola in mezzo a tutti coloro che in quel momento mi sembravano sconosciuti.

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Eravamo tutti seduti attorno al fuoco, parlavamo in generale di quello che avremmo dovuto fare la mattina dopo, informai tutti di come comportarsi davanti ad uno zombie dato che non ne avevano visti o affrontati.

"Isabelle stai bene?" mi chiese pete, effettivamente mi sentivo stanca e avevo molto freddo non ostante fossi la più vicina al fuoco.
Io ero seduta a terra appoggiata con la schiena alle gambe di rick che era seduto su un tronco accanto a daryl.

Aggrottai la fronte, mi ero completamente dimenticata del graffio che avevo sulla schiena che sicuramente mi aveva portata ad un infezione.
Una mano sulla fronte mi si poggiò poco delicatamente.
"Sei calda" disse daryl, mentre si imboccava con del cibo su uno stuzzichino di legno.

"Nel nostro camion ci sono i medicinali, prendi degli antibiotici, riesci da sola?" mi disse Eaven del mio gruppo
feci di sì non la testa e mi alzai a fatica, ero stremata, ma ero stata peggio.
Era buio ormai ma la luce del fuoco e le chiacchiere dei miei amici mi facevano sentire protetta non ostante la paura dell'oscurità.

Aprii un borsone verde e ci trovai dentro praticamente una farmacia intera, bende garze, disinfettanti, pillole, e pensare che quello non era neanche l'unico borsone.

Cercai gli antibiotici tra le mille scatoline, trovai fra i contenitori arancioni degli ansiolitici.
Quando ero adolescente me ne riempivo, l'ansia mi aveva sempre devastata da dentro.
Guardai quel contenitore fra le mie mani, sapevo non avrei dovuto prenderlo ma volevo rilassarmi e dormire almeno per una notte.

Solo una

dopo quello che era successo poco fa con Daryl non riuscivo a tenere i pensieri a bada.

Solo una

Svitai il tappo bianco dalla scatola arancione e la ribaltai sulla mia mano, cadde una pillola su di essa e la ingerii aiutandomi con una sorsata d'acqua.

Le ho prese per così tanti anni, una non mi farà mai niente pensai.

Ero fuori di me, e una in più non avrebbe fatto grandi cose giusto?
Tolsi il tappo per metà avvitato e ne ingerii un'altra.

"Le hai prese?" sobbalzai, il mio cuore uscì dal petto e cercai in fretta di rimettere il contenitore insieme a tutti gli altri. Le mie mani tremavano, fra l'altro chiusi anche male il barattolino arancione.
L'ansia ormai si era palesata ed il mio comportamento urlava forte e chiaro: ho preso qualcosa che non dovevo prendere

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