𝒄𝒂𝒏𝒄𝒓𝒐

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"cosa volevi farci con la mia lametta da barba?" mi chiese, e le sue parole mi si fermarono nelle orecchie

non lo sapevo cosa volevo farci, o meglio si, ma lo avrei davvero fatto?

"scusami se l'ho presa senza il tuo consenso"

"non cambiare discorso"

"non lo so, non credo l'avrei mai fatto alla fine"

"ma ci hai pensato, e non posso fare finta di niente isabelle. Non me lo perdonerei mai"

"non sarebbe colpa tua lo sai benissimo" mi precipitai a dire
"ah no? e di chi era la lametta da barba?"

Non sapevo cosa rispondere, era effettivamente sua ma non centrava completamente niente.

Rimasi in silenzio.
"vorrà dire che diventerò Silente" scherzò
"oddio no ti prego" dissi con un tono teatrale
Dopo la mia ultima frase calò il silenzio, un silenzio non imbarazzante, ma sapevo benissimo che comunque se ne stava dando le colpe. Stavamo entrambi pensando in quel silenzio

"non pensarci mai più isa" borbottò girandosi verso di me. Mugolai in segno d'assenzo e lo presi per mano, facendo intrecciare le nostre dita.
"hai mai superato la morte di ryder?" disse facendo cadere ogni prospettiva di serenità che mi si era proposta.

No, non lo avevo fatto, e comunque non mi andava di parlarne né con lui, né con me stessa.
Rimasi in silenzio, e lui non insistette più, al contrario iniziò a parlare di sua spontanea volontà di Merl, suo fratello.

"Sai, Isabelle, non credo di aver mai superato del tutto la morte di Merle. Era un duro, un vero stronzo a volte, e siamo cresciuti in un ambiente difficile. Ma, nonostante tutto, la cosa che mi stranisce è che mi dispiace che non ci sia più"
"daryl era tuo fratello" dissi con la voce bloccata in gola, come se sapessi che quelle parole non avessero il solo scopo di parlare di Merl.
"come per te lo era ryde?"
"Daryl non voglio parlarne"
"isabelle non puoi fare sempre tutto da sola" sbottò, sembrava quasi incazzato.
"ho solo paura possa succederti qualcosa di brutto" aggiunse sottovoce, con un dito vicino alla bocca intento nel staccarsi le pellicine.
Gli diedi un colpo secco per fargli togliere la mano, ma notai che appena eseguito il gesto cominciò con l'altra mano a stuzzicarsi con l'indice le pellicine del pollice.

Odiavo i tic impulsivi, io non ne avevo, mi infastidivano proprio.

Lo presi per mano così che smettesse di devastarsi da solo
"non mi accadrà nulla di brutto, non finché so che sei qui, con me, presente" arrossii in viso nel dirlo.

Continuammo a stare su quel tetto per tutta la notte, alla fine è riuscito a farmi sputare il rospo su Ryde e una volta affrontato il tema mi sentii meno pesante.
I miei discorsi venivano interrotti spesso e volentieri dai baci di lui. Guardammo l'alba. Io in realtà guardai più Daryl che l'alba. I colori tenui gli donavano un contrasto dolce che la sua figura non aveva mai avuto, i capelli gli svolazzavano sul viso, e sorrideva. Quella era la parte più importante, sorrideva e probabilmente lo stavo facendo anch'io.

Finii in mezzo alle sue gambe, con la schiena contro il suo petto e le sue braccia che avvolgevano il mio busto per ripararmi dal freddo. Poggiai la testa sulla sua spalla e chiusi gli occhi, solo per un attimo. Inalai a pieni polmoni il suo profumo, mi lasciai baciare la fronte e accarezzare i capelli.

Mi sarei tatuata quel momento avessi potuto.

Il lucernario del tetto si spalancò di colpo, e da esso sbucarono dei boccoli biondi.

"everett" dissi ad alta voce, stupita dalla sua presenza, specialmente a quell'ora del mattino. Saranno state si e no le cinque e lui non aveva niente da fare in programma

"Che ci fai qui, ti avevo detto di-" spostò lo sguardo verso Daryl e sembrò calmarsi

"sto bene"

"no, no, no cazzo che non stai bene, non fai altro che dire che stai bene quando non stai bene hai, hai sempre fatto cosi cazzo". Sembrava sull'orlo di una crisi nervosa. Everett non perdeva mai il controllo, non così almeno

"everett che succede?" chiesi preoccupata, mi alzai e piantai bene i piedi fra le tegole in modo da non cascare.

"che succede dovrei chiedertelo io, non sono io quello a stare male, non io ma tu, sei tu a stare tutti i giorni su un letto in questo posto lontano da casa, lontano dalla tua famiglia lontano da Vivi".

"non ti ho chiesto io di rimanere ev se è questo che intendi, sei libero di andartene". Non era incatenato, ne obbligato da qualcuno

"non posso andarmene, non posso perdere anche te"

"anche me? everett che intendi?" stava iniziando a spaventarmi, vedevo le sue mani tremare chiuse in due pugni, i suoi occhi diventare lucidi

"vivienne ha il cancro" disse straziato, con respiro mozzato e un crollo fisico. Si nascose il viso fra le mani e si accovacciò sul tetto.

vivienne ha il cancro le parole che mi sono ritrovata addosso, lanciate sul mio petto come fossero niente.

Ho abbracciato Ev e ho mantenuto la calma,  ho provato a non piangere per non destabilizzare ev ulteriormente.

"starà bene ev" lo consolai
"vivi è forte andrà tutto bene" continuai
Aspettai che si calmasse e lo accompagnai in camera mia, lo distesi sul letto e cominciai ad accarezzargli la testa, i capelli ed il viso finché non notai che il suo respiro si era regolarizzato, e i suoi occhi chiusi fra le braccia di morfeo.

Guardai Daryl che aveva atteso per tutto quel tempo immobile sullo stipite, chiusi la porta alle mie spalle facendo attenzione a non svegliare Ev.

Mi diressi rapidamente verso le scale per scendere al piano di sotto

"come stai?"
"non lo so" mi fermai un attimo per lasciarmi abbracciare, notai con la coda dell'occhio un foglio attaccato al frigo.
Era un disegno che aveva fatto elene, mi avvicinai ad esso per scrutarlo meglio.

"quindi fai parte della famiglia eh?" ironizzai
"a quanto pare" accinse i miei fianchi fra le sue mani, e mi strinse a sé
"andrà tutto bene isabelle vedrai" aggiunse
"lo so" ero tranquilla, prima o poi le cose si sarebbero risolte

Mi girai per avere Daryl faccia a faccia, per potergli parlare e vedere la reazione nei suoi occhi
"accompagnerò ev a casa, e mi fermerò anche io, voglio rimettere apposto le cose e stare vicino a vivienne per aiutarla a guarire"
avevo paura potesse reagire in modo brusco, arrabbiarsi con me o lasciarmi all'istante.

Mi accarezzò la guancia sinistra, mi guardò con il suo solito sguardo freddo che ormai però avevo imparato a decifrare, strinse gli occhi e sospirò
"ti aspetterò qua" disse, e io sorrisi come una bambina

raga ciao, scusate le lunghe pause ma non mi piace più quello che scrivo, questo capitolo non mi piace (l'ho sto per giunta pubblicando non revisionato perché è da troppo che non pubblico).
Sono entrata in blocco, in realtà la storia è già tutta finita nella mia e testa, so quali eventi devono accadere ma non riesco a trascriverli bene.
scusatemi😭

➳  i will only hurt you,  DD𓆩𓆪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora