Da Cesare-Ristorante, Roma
Sabato 9 novembre 2024
Ore 19:00POV Matilde
Erano passati tre mesi da quell'instore e la mia vita andava avanti come sempre: casa-lavoro e lavoro-casa. Tutto uguale, più o meno.
Dopo l'instore, cominciai a seguire Holden e scoprì molte cose di lui: era il figliastro di Laura Pausini e l'ex fidanzato di una famosa tik toker, Cecilia Cantarano.
Anche lui ne aveva passate tante: il padre lo aveva lasciato insieme ai suoi due fratelli per andare con un'altra donna e, sin da quando ha iniziato a cantare, etichettato come il figlio di. Fu anche tradito dalla sua ex, che aveva amato molto e aveva perdonato più volte i suoi continui tradimenti, fino a stancarsi.
Insomma, dietro a quello sguardo timido e tranquillo, c'era un ragazzo che aveva affrontato molti ostacoli.In quel periodo estivo, aveva partecipato a molti festival estivi e il suo EP ebbe abbastanza successo. Alcuni di questi festival furono anche a Roma, quindi sperai tanto di poterlo incontrare ma non ci fu mai l'occasione.
In quei mesi, non riuscì a dimenticare il suo fare gentile e quegli splendidi occhi che mi guardavano, facendomi perdere la lucidità.Mentre stavamo pulendo gli ultimi tavoli prima dell'apertura, la mia collega Giada mi chiamò.
- Mati, ti vuole Roberto- affermò la rossa.
- Che vuole stavolta?- domandai sbuffando
- Non lo so, ma vai prima che s'incazza- affermò Giada, prendendomi la pezza dalle mani- Faccio io qua-
Ascoltai la mia collega e mi diressi nell'ufficio di Roberto, trovandolo intento a fare conti.
Aveva quarant'anni anche se i primi filini grigi cominciarono a spuntare sui suoi capelli neri e sulla sua barba folta.
- Mi ha chiamato?- domandai, non entrando del tutto nel suo ufficio
- Si, Matilde entra- affermò Roberto, facendomi entrare- Ti ho fatto chiamare perché credo che tu sia la più competente in questa banda di incapaci, volevo affidarti un tavolo molto importante. Voglio capire anche se non mi sbaglio-
- Chi ci sarà?-
- Un certo cantante di nome Holden, uno che sta facendo impazzire tutte le ragazzine, compresa mia figlia, e tutto il suo team- affermò Roberto- Per questo dobbiamo fare bella figura e assicurarci che tutto vada per il meglio-
- Non si preoccupi. Vado a sistemare le ultime cose- affermai, voltandomi per uscire.
- Matilde- mi richiamò- È la prova se posso fidarmi di te o no. Una piccola stronzata e sono guai per te-Ingroppai la saliva che mi si era bloccata in gola e uscì dalla stanza.
Me lo sarei ritrovato davanti. Di nuovo. Era quasi impossibile che si potesse ricordare di me, anche se infondo lo speravo.
Molto probabilmente, avrebbe voluto passare una delle ultime serate a Roma prima di partire per il tour.
Volevo tanto andare a una sua data ed ero intenzionata a regalare i biglietti a Ilenia per il suo compleanno ma Roberto mi aveva ristretto lo stipendio e non potevo permettermeli al momento.Appena aperto il ristorante, una massa di gente entrò e si posizionò ai tavoli prenotati.
Verso le 20:30, varcò la soglia un gruppo di persone, dove riconobbi una persona in particolare: Joseph era di fronte a me dopo mesi.
Era intento a parlare con la sua manager, Marta Donà.
Aveva questa massa di capelli ricci e più voluminosi dei miei, gli occhi di un azzurro intenso e uno sguardo dolce, che era rivolto verso Holden.
Strinsi la coda che teneva i miei capelli raccolti per darmi forza e mi avvicinai a quel gruppetto, che era rimasto sulla soglia della porta.
- Buonasera e benvenuti Da Cesare. Se vorreste seguirmi, vi accompagno al vostro tavolo- affermai, indicando a loro la strada del loro tavolo.
Notai il suo sguardo indirizzato verso di me e sul viso spuntò un dolce sorriso. Mi aveva riconosciuto?Ricambiai con un leggero sorriso e li accompagnai al loro tavolo. Dopo aver portato il menù, li lasciai soli per scegliere cosa volessero e, poco dopo, ordinarono. L'ultimo di tutti fu lui.
- Cosa le porto?- domandai, cercando di nascondere il mio imbarazzo.
- Carbonara, visto che non so quando la rimangerò- affermò ridendo.
- Tutto qui, signore?-
- Si, certo e...Ops- affermò, facendo cadere una posata.
Mi chinai per prenderlo e lui fece lo stesso.
- Per te sono Joseph Carta. Te l'avevo già detto-
Le sue parole mi fecero venire i brividi: si ricordava veramente di me.
- Arrivo subito con le vostre ordinazioni-La serata proseguì tranquillamente e, mentre servivo agli altri tavoli, sentivo lo sguardo di Joseph addosso: quello mi avrebbe mandato in tilt.
Quando fu il momento di servire il loro tavolo, mi feci aiutare dagli altri ragazzi. Nel mentre stavo per servire gli ultimi piatti, vidi Roberto presentarsi al loro tavolo: ecco il finto proprietario perfetto.
- Buonasera. Sono Roberto Dareo, il proprietario del ristorante- affermò Roberto- Vi state godendo la serata?-
- Assolutamente si. È un posto molto bello questo- affermò Marta- Il personale è molto cortese-
- Sono molto contento di ciò. Vede, io tengo molto ai miei ragazzi- affermò ridendo.
Quanto poteva essere falso e viscido quell'uomo?
- Tu devi essere il nostro cantante invece?- domandò Roberto, rivolgendosi ad Joseph.
- Si, sono io-
- Holden come il protagonista del romanzo-
- Proprio a lui ho rubato il nome- affermò ridendo Joseph.
- Mia figlia è una tua grande fan e mi ha costretto a portarla al tuo concerto il 20 -
- Spero che non vi annoiate, allora-
- Simpatico il giovanotto- affermò Roberto, ridendo solo lui.Mi rimase di servire il piatto di Joseph ma la fortuna non era dalla mia parte.
Appena stetti per servire il suo piatto, Roberto fece per muoversi, scontrandosi verso di me. Tutta la carbo-crema sporcò la sua bianca camicia e la gente seduta sul quel tavolo tondo rimase in silenzio, mentre il mio sguardo si scontro con quello di Joseph, che stava cercando di trattenersi. Ero nella merda.
- Vogliate scusarmi ma devo parlare con la ragazza-
Vidi un Roberto più incazzato del solito e sottocchio vidi lo sguardo di Joseph trasformarsi in preoccupazione.Seguì Roberto senza esitare e, dopo aver ordinato allo chef di preparare un'altra carbonara, andammo nel suo ufficio, sbattendo la porta dietro di lui.
- Roberto, io...-
Uno schiaffo colpì il mio viso, facendomi perdere l'equilibrio e cadere a terra.
- Ti rendi conto della figura di merda che mi hai fatto fare?- affermò avvicinandosi minacciosamente verso di me e io strisciai fino a sbattere la schiena contro il muro.
- Non l'ho fatto apposta. Io...-
Si inginocchiò e sentì le sue mani stringere le mie guance in modo violento, fino a farmi gemere dal dolore.
- Sono stanco di te e delle tue minchiate. Sei un disastro e un essere inutile- affermò Roberto- Ti avviso che sono a tanto così dal farti finire sotto i ponti. Adesso finisci il tuo lavoro e rimani a chiudere tu-Mi lasciò lì per terra e immobile.
Aveva ragione: ero inutile e la mia presenza in questo mondo non aveva senso.
La mia vita era un errore. Io ero un errore.Al momento della chiusura, ero ormai rimasta da sola nel ristorante.
Sentì la porta aprirsi alle mie spalle.
- Stiamo per chiudere, mi dispiace-
- Vorrà dire che me ne andrò a cercare un'altra ricciolina- affermò una voce, che riconobbi subito.
Appena mi girai, un sorriso spontaneo spuntò sul mio viso.
- Allora vai pure, io mi cercherò un altro romanaccio amante della carbonara-
- Come me non ne troverai mai-
- Se lo dici tu- affermai ridendo- Perché stai qua?-
- Sono mesi che non ci vediamo-
- Ci siamo visti mezza volta-
- Sei davvero pignola-La sua faccia imbronciata mi fece ridere di nuovo.
- Ti va di andare a prendere qualcosa?-
- Hai mangiato una carbonara e hai ancora fame?- domandai ridendo
- In realtà, non ho mangiato molto- affermò Joseph- Dopo aver visto il tuo capo incazzato nero, ho detto a Marta di andare in studio perché mi ero scordato un foglio del testo di una canzone a cui sto lavorando. Mi dispiace di aver causato quel guaio-
- Non è colpa tua, Joseph-
- È stata la carbonara della disgrazia- affermò ridendo.Quel ragazzo riusciva a trasformare ogni situazione seria in un momento comico.
- Te posso offrì quindi qualcosa, ricciolì?-
- Le tue fan pagherebbero oro per avere questa proposta-
- Io pagherei oro per far sì che tu accetta questa proposta-
Ci pensai per qualche secondo mentre Joseph non staccava il suo sguardo da me.
- Prendo il giubbotto e annamo- affermai, facendogli spuntare un sorriso a trentadue denti.Spazio autrice:
Salve bella gente, vi è piaciuto questo capitolo?
Ci siamo catapultati molti mesi dopo ma a quanto pare questi due non si sono dimenticati l'uno dell'altro.
Stiamo pian piano conoscendo un po' Matilde e credo che possiamo dire che tutti già odiamo questo stronzo di Roberto ma dovremmo ancora sopportarlo.
Ci vediamo domani con un nuovo capitolo.
Bye bye 🤍
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𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒎𝒆| 𝑯𝒐𝒍𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒂𝒏𝒇𝒊𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏
FanfictionSai Questo mondo non fa per me Forse un posto per me non esiste Sai Questo mondo non fa per me E vorrei qualcuno capisse (Non fa per me-Holden) Roma, 2024 La vita ha posto sempre degli ostacoli alla diciannovenne Matilde De Santis, che si sente fuor...