Ubriaco de te

698 27 6
                                    

Da Cesare-Ristorante, Roma
Mercoledì 5 dicembre 2024
Ore 0:15

POV Matilde

Mi trovavo a pochi metri dal ristorante ad aspettarlo.
Avevo da poco finito il mio ultimo servizio in quel postaccio e, dopo aver salutato i miei colleghi, che mi avevano aiutato in quell'ultimo anno, uscì da lì, con l'intenzione di non voler mai più metterci piede.
Mentre aspettavo mandai un messaggio del mio improvviso licenziamento a Ilenia e Flavio, ricevendo una chiamata da quest'ultimo.
- Non accetto scuse. Te vieni a lavorare da me- affermò serio Flavio- Ero certo che quel coglione ti avrebbe lasciato con il culo per terra-
- Fla'...-
- Ascolta perché non prendi sul serio la proposta di Ilenia?- domandò Flavio- Vai a vivere con lei e frequenti l'università-
- Con quali soldi la pago?- domandai scocciata- Non voglio dipendere dalla mia migliore amica. Voglio la mia indipendenza-
- Ma lo sai che la tua strada non è quella di lavorare nei ristoranti o bar. La tua è medicina e lo sai bene-
- Flavio, affrontiamo questo discorso un altro momento. Mo' vado- affermai, riattaccandogli il telefono in faccia.

So' che si preoccupava per il mio bene ma non mi andava di sentirmi dire "Te l'avevo detto". Ero arrabbiata e sconfortata e avevo bisogno in quel momento di vedere lui.
Lo avevo visto uscire con i suoi amici e dopo mi mandò un messaggio, dove mi scrisse di dirgli quando finivo il turno e così feci.
Lo stavo aspettando e nel mentre mi stringevo nel mio capotto marroncino. Era dicembre, il mese di Natale.
Roma era addobbata e si percepiva nell'aria l'arrivo di questa festa. Era da tempo che non festeggiavo il Natale o almeno non ricordavo quando è stato l'ultimo Natale dov'ero veramente felice.
Vedevo passarmi molte famiglie felici davanti e l'ansia ritornò a impossessarmi di me.
Ma sembrò sparire quando una mano conosciuta si posò sulla mia spalla.
- Di nuovo assorta nei tuoi pensieri?-

La voce calma di Joseph mi fece girare verso di lui. Era sempre bello come il sole, la barba era leggermente più corta e gli occhi stanchi ma felici.
- Ciao - affermai - Come stai?-
- Adesso che ti vedo bene- affermò, strappandomi un sorriso- Mi sei mancata molto-
- Non posso negare che mi sei mancato anche tu- affermai, vedendo il suo sorriso che mi faceva sciogliere.
Ci furono attimi di silenzio interminabili.
- Volevo dirti che mi dispiace- sputammo in coro entrambi.
Perché mi doveva chiedere lui scusa se ero stata io la cretina che lo aveva trattato di merda?
- Mi dispiace per averti messo fretta diciamo. Sono stato precipitoso a dichiararmi e, anche se ci conosciamo da poco, tu mi interessi veramente, ricciolì. Quello che ti ho detto quella sera è la verità- affermò di botto Joseph- Anche se io non ti interesso, non voglio perderti perché con te sto imparando ad apprezzare l'amore di nuovo-

Ascoltai le sue sincere parole.
Come poteva non piacermi Joseph?
Lui era l'unico che era riuscito a calmare la mia ansia in così poco tempo, cosa che non erano riusciti a fare gli psicologi che mi avevano seguita per un anno. Con lui mi dimenticavo del mio passato e di quanto mi sentissi sporca. Poi c'era anche Holden, la sua identità musicale, dove attraverso i suoi testi confortava se stesso e le persone che lo ascoltavano.
Io amavo Joseph e Holden.

Lo guardai in silenzio e vidi il suo sguardo teso e quasi deluso.
- Dì qualcosa, ti prego. Me sta salendo l'ansia-
- Jo, tu mi piaci davvero- affermai, vedendo il suo volto tranquillizzarsi- In poco tempo, sei riuscito a fare quello che dei professionisti non sono riusciti a fare: mi stai facendo ritornare la Matilde che mio padre amava. Ma proprie queste paure e ansie mi bloccano e mi fanno temere il futuro. Ho paura di darti fastidio con le mie sciocchezze-
- Non sono delle sciocchezze quando ti riguardano- affermò Joseph, prendendomi il viso fra le mani- Ascolta, io posso aspettare e quando sarai pronta, sarò qui. Nel mentre, ci conosciamo e quando te la senti mi racconterai chi è veramente Matilde, perché so' che non mi ha raccontato tutto. Qualsiasi cosa sia, io ti ascolterò e ti aiuterò a curare le tue ferite-
Sentì le lacrime scorrermi sulle guance e mi venne spontaneo buttarmi fra le braccia di Joseph, che mi strinsero facendomi dimenticare il mondo intorno a noi.

Da quando l'avevo conosciuto, credevo che fosse stato papà a mandarmi Joseph.
Quando ero piccola, era solito dirmi che il principe azzurro sarebbe arrivato all'improvviso e avrebbe preso il mio cuore.
Joseph era il mio principe azzurro che aveva preso il mio cuore per curarlo.
- Mi hanno licenziato al ristorante- affermai, alzando il capo verso di lui- Il mio capo me l'ha detto prima che voi arrivaste. Siete stati il mio ultimo servizio-
- Per questo mi hai scritto quel messaggio. Mi sono sentito uno stupido a non averti cercato prima e a quest'ora avrei dato una bella lezione a quello stronzo- affermò, facendomi scappare una timida risata- È stato Kumo, il ragazzo che hai conosciuto al party, che mi ha consigliato di metterti il bigliettino in tasca-
- Quel ragazzo è un genio oltre che carino- scherzai, volendo renderlo geloso.
- Ti ricordo che quello che ti sta abbracciando sono io e non lui-
- Non fare il geloso. Ho visto come guardavi la ragazza bionda-
- Ma che sei gelosa di Sarah?-domandò ridendo
Non risposi ma lui mi guardò sorridendo e prendendo il mio viso fra le sue mani.
- A me piacciono le ricce more gelose-
- Sei un grande paraculo, Joseph Carta-

Mi tirò un'occhiata maliziosa e guardai i suoi occhi, desiderosi di baciarmi. Ma non lo fece. C'eravamo promessi di non andare di fretta e di conoscerci. C'erano ancora tante cose che lui non sapeva di me e non mi sentivo ancora pronta a raccontarglieli.
- Comunque questa carbonara porta solo disgrazie. Non la ordinerò mai più- affermò Joseph, riferendosi alle volte precedenti.
- Molto meglio la cacio e pepe- scherzai.
- Forse hai ragione, ricciolì. Anche se l'amatriciana la so cucinare divinamente- affermò facendomi sorridere.

Mi guardò con il suo sguardo dolce e mi diede un bacio in fronte.
- Ero in astinenza del tuo sorriso e mo' me sento ubriaco de te-
- Mi era mancato anche il tuo romanaccio, Carta-
Mi prese in braccio facendomi roteare, dimostrandomi la sua felicità che sprizzava da tutti i pori.
Forse, era un nuovo inizio per me.

Spazio autrice:
Salve gente, piaciuto questo capitolo?
Finalmente i nostri tesori si sono riavvicinati e andranno piano con il loro rapporto.
Come procederà il loro rapporto?
Lo scopriremo solo leggendo.
Bye bye🤍

𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒎𝒆| 𝑯𝒐𝒍𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒂𝒏𝒇𝒊𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora