Chiara come un'alba

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Baja Sardinia, Sardegna
Mercoledì 25 dicembre 2024
Ore 3:00

canzone consigliata per leggere il capitolo: ALBACHIARA di Vasco Rossi
piattaforma dove trovarla: SPOTIFY

POV Joseph

Avevo immaginato molte volte questo momento e adesso che lo stavo per vivere, mi sentivo estremamente a disagio. Inghiottì un groppo di saliva che mi si era formato in gola e guardai Matilde, che mi osservava con un velo di agitazione che riuscì a percepire
- Matilde se non te la senti,
non ti obbligo- affermai serio
- Tu mi hai raccontato tutto di te, anche la tua storia con Cecilia- affermò Matilde- Non mi sembra giusto che tu non debba sapere niente di me, soprattutto se vogliamo costruire qualcosa insieme in futuro-
- Allora sono qui ad ascoltarti-

Prese un respiro profondo e poi guardò il mare, che sembrava quasi infonderle coraggio.
- Sono l'unica figlia dei miei genitori, Giuseppe De Santis e Francesca Beccaria. Erano due persone molto stimate a Roma e avevano entrambi un buon lavoro ma sentivano che mancava qualcosa: un figlio. Dopo tanti tentativi falliti, nacqui io, il 12 gennaio 2005- affermò, prendendo un sospiro profondo- Ma la gravidanza di mia madre non fu delle più semplici: ebbe molte minacce da aborto e nacqui sei settimane prima della fine. Mi avevano dato poche probabilità di vita ma a quanto pare non volevo proprio lasciare questo mondo e, un mese dopo, fui fuori pericolo. Per questo mio padre mi chiamò Matilde, poiché significa forte guerriera-
- Già appena nata hai dimostrato la tua forza-
- Non sapevo ancora cosa mi aspettava- affermò con un sorriso amaro- La mia infanzia fu comunque molto felice e in salute. Amavo i miei genitori ma con mio padre avevo un rapporto meraviglioso e mi sentivo capita da lui. In estate, ci portava sempre ad Ostia e in quella spiaggietta dove ti ho portato la sera del concerto. Era tutto perfetto ma alla vita questa cosa molto probabilmente non piaceva. Quando avevo sette anni, dopo sintomi sospetti e valori sbalzati, a mio padre fu diagnosticato un cancro al pancreas allo stadio avanzato ma i medici cercarono di aiutarlo in tutti i modi. Io ero piccola e mamma cercava di proteggermi e tenermi lontana da ciò che stava succedendo ma io vedevo mio padre cambiare a causa della chemioterapia: era smagrito, aveva perso i suoi capelli ricci e l'appetito e la notte lo vedevo vomitare mentre mia madre stava accanto a lui sull'orlo del pianto in bagno. Una mattina, stavo andando a scuola e mia madre mi disse di andarlo a salutare ma di fare attenzione poiché si era addormentato tardi quella notte. Feci come mi disse e lo trovai con uno sguardo sereno. Quando tornai da scuola, scoprì che mio padre era morto quella stessa notte-

La vidi bloccarsi a causa delle lacrime: quell'argomento le faceva ancora male e sapevo che non era facile per lei.
Anch'io sentì i miei occhi diventare lucidi e non riuscì a bloccare la lacrima che mi rigò il volto.
- Ecco perché volevi studiare quel ramo di medicina?-
- Esattamente. Decisi che da grande avrei aiutato le persone che avevano lo stesso male di mio padre ed evitare che qualche bambino potesse vivere la mia stessa situazione. Ma le cose sono andate diversamente- affermò, guardandomi- Eravamo rimaste io e mia madre, visto che i miei nonni erano morti e i miei genitori erano figli unici. Per questo mia madre si buttò a capofitto nel lavoro e io dovetti crescere in fretta, anche se lei riusciva a trovare del tempo per me. A dieci anni, entrò nelle nostre vite Carlo, che sembrava non aver difetti. Io lo accettai anche perché aveva una stabilità economica certa e mia madre sembrava felice, anche se la sua felicità mi costò cara-

Eravamo arrivati a parlare di quella che probabilmente era la causa delle sue paure e angosce.
- Ricciolì...-
- La sera del mio undicesimo compleanno mi trovavo in camera mia e stavo parlando con Ilenia al telefono. Appena chiusi, Carlo entrò nella mia stanza e cominciò a toccarmi. Cominciai a dimenarmi ma lui mi tappò la bocca e mi legò i polsi alla testata del letto con la sua cintura. Io rimasi immobile non sapendo che cosa fare e, proprio a causa della mia paura, mi violentò. Mi disse di non dire niente a mia madre e mi minacciò di farmi finire in mezzo a una strada, visto che nessuno voleva una bambina come me- si bloccò e, vedendola tremare, le presi le mani per tranquillizzarla- Per sette lunghi anni dovetti subire quella violenza fisica e psicologica in silenzio mentre mia madre non c'era e davanti a lei si comportava da perfetto fidanzato. Nel mentre, sentivo mia madre sempre più distante, tantoché nelle discussioni dava sempre ragione a Carlo invece che a sua figlia. Pensavo che le cose non potessero andare peggio ma mi sbagliavo: alla vigilia del mio diciottesimo compleanno, mi svegliai da sola in casa e trovai una lettera di mia madre, dove mi diceva che voleva costruirsi una nuova vita con Carlo e che io dovevo starne fuori. Fuggirono il giorno dopo in cui Carlo aveva abusato di me per l'ultima volta-

𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒎𝒆| 𝑯𝒐𝒍𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒂𝒏𝒇𝒊𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora