Casa Joseph e Matilde, Roma
Domenica 2 febbraio 2024
Ore 14:00canzone da ascoltare durante la lettura del capitolo: CLICHÈ di Holden ft. Frah Quintale e Quentin40
piattaforma dove ascoltarla: SPOTIFYPOV Joseph
Le ci sono volute 24 ore per trovare il coraggio di chiamare sua madre e non è stato semplice convincerla: quello che ha fatto sua madre è stato orribile ma le ho creduto quando ha detto che Carlo la manipolava. È stata anche lei una vittima.
Abbiamo anche litigato ma alla fine sono riuscito a farle fare quel numero e organizzare un pranzo solo loro due mentre io sarei rimasto a casa. Francesca le doveva dire delle cose che io non potevo dirle.I miei fratelli erano venuti a casa nostra per farmi compagnia e aspettare il ritorno di Matilde. Gli avevo raccontato tutto quanto insieme a Marta: non potevo nascondere questa situazione a loro visto che conoscevano abbastanza bene la storia della mia ragazza.
- È così surreale il tutto- affermò Jacopo, seduto sul divano insieme a Jader e i gatti- Dopo due anni, sua madre si ripresenta come se niente fosse successo. Se fossi stato in lei, l'avrei mandata a quel paese-
- Stai tranquillo perché era intenzionata a farlo- affermai, facendo un tiro di sigaretta e buttando l'aria fuori- Ma è malata e non mi sembra giusto fargliela pagare ora visto che la vita già l'ha punita-
- Sei troppo sensibile, Joseph- affermò Jader, avvicinandosi e mettendomi una mano sulla spalla- Ma hai ragione e hai fatto bene a spronarla-
- Sarei stato egoista a dirle di non avere più niente a che fare con sua madre- affermai, spegnendo la sigaretta nel posacenere e guardando Jacopo e Jader- Voglio dire, noi abbiamo passato più o meno la stessa situazione quando papà se ne è andato via di casa all'improvviso. Ci è voluto molto tempo per risistemare il nostro rapporto con lui ma alla fine c'è l'abbiamo fatta. Io credo che per il poco tempo che hanno magari possono riuscire a chiarirsi e ritornare al loro vecchio rapporto-
- Vuoi vedere che Joseph ti ruba il titolo del più saggio dei tre J, Jader?- domandò con ironia Jacopo
- Il titolo di più coglione però non te lo leva nessuno, Jacopo-I miei fratelli si guardarono ridendo ma non mi unì a loro: la mia testa scoppiava di pensieri e di quello che mi aveva detto Francesca quel sabato mattina.
- Qualcosa ti frulla nella testa, fratellino?- domandò Jader, passandomi una mano fra i capelli scompigliandomeli.
- No, niente-
- Lo sai bene che siamo i tuoi fratelli e ti conosciamo meglio di tutti qua- affermò Jacopo, raggiungendo Jader- Vuoi dirci che succede o ti dobbiamo togliere le parole di bocca?-
- Quel sabato mattina, quando Matilde è fuggita dal bar, non me la sono sentita di lasciare sua madre sola in lacrime e ho cercato di confortarla in ogni modo ma mi ha confessato quali erano le sue intenzioni- affermai, sbuffando- È venuta a Roma per riconciliarsi con la figlia e convincerla a venire con lei a Londra, per passare del tempo solo loro due e intestarle tutta la sua eredità ma mi ha detto che ci vogliono dei mesi per questa procedura e quindi vuole aspettare il momento giusto per convincerla-
Jader e Jacopo mi guardarono sconvolti.
- Vuole portarla via e tu glielo lasci fare?- domandò Jader, con una risata nervosa.
- Che cazzo devo fa' secondo te, Ja? È sua madre e niente le vieta di fare questo-
- Joseph, ha abbandonata sua figlia appena maggiorenne e se n'è andata con l'uomo che ha abusato di lei per anni- affermò Jacopo- Non può tornare così e pretendere di portarla via come un pacco postale. Non l'ami veramente se permetti tutto questo-Sentì la rabbia farmi ribollire il sangue: in questo momento, l'omino rosso aveva preso il controllo della console della mia mente. Perdevo le staffe molto facilmente e dire cose non vere su di me era uno dei motivi principali.
- Secondo te, io sto felice di sapere che la mia fidanzata potrebbe andare via, eh? C'ho paura, anch'io. C'ho paura che se dovesse partire potrebbe non tornare più e dimenticarsi di me oppure di noi. Ma non ce posso fare un cazzo- affermai quasi urlando- È sua madre e io non so' nessuno per dire cosa può o non può fare. Matilde saprà cosa fare e qualsiasi sia la sua decisione, io la devo assecondare e devo starme zitto. Amarla significa anche spronarla a fare le decisioni giuste e se per lei sarà giusto partire con sua madre, allora va bene. Non vi permetterò mai più di mettere in discussione la mia intelligenza o i miei sentimenti-Avevo il respiro pesante e chiusi le mie mani in dei pugni, arrivando a conficcare le mie unghie nella carne: era il mio modo per placare la rabbia ma inconsapevolmente mi facevo del male da solo.
Jacopo e Jader si zittirono poiché sapevano che nei momenti di rabbia diventavo cieco e non vedevo più chi avevo di fronte o meno.
Proprio questa mia cecità, non mi fece accorgere la presenza in più nel soggiorno di casa.
Matilde era di fronte a me e il mio sguardo verso di lei fece girare Jacopo e Jader, che la guardarono con compassione.
Aveva gli occhi lucidi, le labbra schiuse e il respiro affannato. Non ebbi nemmeno il tempo di dire una parola che Matilde scappò via dalla nostra abitazione.
- Matilde- urlai, sorpassando i miei fratelli.
Ci trovammo all'ingresso quando le presi il polso per fermarla e farla girare verso di me con le lacrime che le rigavano il volto. Lacrime causate dal sottoscritto.
- Posso spiegare tutto- riuscì solo a dire
- Ho sentito tutto, Joseph- affermò con rabbia- Mia madre mi ha appena detto di questo suo piano e io volevo parlarne con te ma a quanto pare sei alleato con lei e non con me, che sono la tua ragazza-
- L'ho fatto per il tuo bene, ricciolì. Tua madre mi ha detto che voleva dirtelo lei e io non sono nessuno per impedirglielo-
- Per anni, lei non è stata una madre. Lei non c'era quando quel bastardo mi violentava, anzi se ne fotteva di me. Io non volevo avere niente a che fare con lei ma con il tuo supporto, ero quasi decisa a darle una seconda possibilità visto che è stata anche lei una vittima di Carlo- affermò, ansimando- Ma ormai non so' più che fare visto che mia madre e il mio fidanzato pianificò alla mie spalle-
- Non lo dire neanche per scherzo, ricciolì- affermai, cercando di prenderle il viso fra le mani ma lei per risposta si allontanò.
- Non chiamarmi più così- affermò- Mi hai mentito. Ti credevo diverso e pensavo ci tenessi a me ma mi sbagliavo. Che relazione è se ci nascondiamo le cose?-
Sentì il mio cuore spezzarsi in mille pezzi. Avevo rovinato tutto.
- Mi stai lasciando?-
- Non lo so. Ti amo troppo e sei importante per me ma dopo quello che è successo, io non so' più che fare- affermò, togliendosi il medaglione e dandomelo: era il simbolo del mio amore per lei- Flavio prenderà le mie cose più tardi-La vidi darmi le spalle e la voce mi morì in gola. Mi venne in mente il momento in cui lasciai Cecilia e capivo come si sentiva Matilde. Ma in quella situazione mi ero trasformato in Cecilia.
Se ne andò ed era tutta colpa mia.
Avevo appena combinato un casino e sarebbe stato molto difficile risolverlo.Spazio autrice:
Salve gente, piaciuto questo capitolo?
L'avevo detto che sarebbero stati dei capitoli turbolenti e questo è solo l'inizio.
Lo so che mi volete cercare sotto casa e sono certa che mi arriveranno le denunce ma state tranquilli che le cose si risolveranno...Spero. STO SCHERZANDO (forse).
Cosa succederà adesso?
Ieri avevamo raggiunto le 7mila letture e, in meno di 24 ore, io sono qui per ringraziarvi per le 8mila letture. Vi amo tantissimo❤️
Ci vediamo domani.
Bye bye🤍
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𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒎𝒆| 𝑯𝒐𝒍𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒂𝒏𝒇𝒊𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏
FanfictionSai Questo mondo non fa per me Forse un posto per me non esiste Sai Questo mondo non fa per me E vorrei qualcuno capisse (Non fa per me-Holden) Roma, 2024 La vita ha posto sempre degli ostacoli alla diciannovenne Matilde De Santis, che si sente fuor...