Rubino

644 25 8
                                    

Baja Sardinia, Sardegna
Martedì 17 dicembre 2024
Ore 11:30

canzone consigliata per leggere il capitolo: NUVOLA di Holden
piattaforma dove trovarla: SPOTIFY

POV Matilde

Stavamo girando da almeno un'ora con le buste che ormai pesavano più di me.
Eravamo arrivati due giorni fa e quando Rebecca vide i vestiti che mi ero portata, mi ordinò di passare una giornata solo donne, lasciando i tre Carta a casa.
- Non ti consiglio di controbattere- mi confessò Joseph- La testardaggine l'ho presa da lei-
Così decisi di non controbattere e accettai la richiesta di Rebecca.
La mattina ci svegliammo abbastanza presto e passai una mattinata piacevole con lei.
Mi sentivo un'adolescente che girovagava con sua madre per fare compere: infatti, Rebecca mi fece provare una dozzina di vestiti e mi consigliò di prendere un costume da bagno.
- Ai ragazzi piaceva fare il bagno la notte di Natale o di capodanno quando erano degli adolescenti- mi spiegò Rebecca- Jader e Jacopo ormai sono diventati dei freddolosi crescendo ma a Joseph piace fare questa pazzia, quindi sono certa che ti trascinerà-

Mentre camminavamo, continuavamo a guardare le vetrine, a volte giudicando anche le cose esposte.
- Grazie davvero, Rebecca. Ma mi sembra di sfruttare la tua gentilezza comprando tutta questa roba-
- Non lo dire neanche per scherzo e poi...- si bloccò, guardando una vetrina alle mie spalle- Guarda quel vestito-
Era un semplice abito bordeaux con una cinta nera stretta.
- Dobbiamo entrare.Vieni-
Entrammo all'interno del negozio, che presentava uno stile elegante e moderno.
- Buongiorno come posso esservi d'aiuto?- domandò una ragazza bionda che doveva essere poco più grande di me.
- Vorrei far provare a lei il vestito esposto in vetrina- affermò Rebecca, indicandomi.
- La taglia?-
- XS-
- Mi è arrivata proprio ieri. Vado in magazzino a prenderlo. Nel mentre, vada nel camerino che sta lì infondo- affermò la ragazza, prima di andare nel magazzino.

Quando mi porse il vestito con la cinta, lo indossai e mi sentì strana: erano anni che non indossavo un vestito. Vivevo ormai con pantaloni larghi e la divisa del lavoro. Quando presi in mano la cinta, mi bloccai per un momento.
- Stai zitta o te la stringo più forte-
Quella voce. Non di nuovo.
- Mati, sei pronta?-
La voce di Rebecca mi riportò alla realtà e misi la cinta il più larga possibile, dato che mi mancava il fiato.
- Sei bellissima-affermò, guardandomi e notando la mia espressione sconvolta e tesa sul volto-Tutto bene?-
- Si -
- L'abito ti sta una meraviglia. Io direi di prenderlo per la cena di Natale-
- Rebecca...-
- Niente ma- affermò Rebecca- È fatto a misura per te, non è vero signorina?-
- È proprio vero. Sua figlia è proprio bella con questo abito-
- Non è mia figlia ma è come se lo fosse- affermò, guardandomi e facendomi sorridere.

Prendemmo quel vestito e lo portai insieme alle altre due buste.
- Sei sicura che stavi bene prima?- mi domandò Rebecca.
- Si, solo un piccolo mancamento ma niente di grave-
- Joseph impazzirà vedendoti con quel vestito- affermò maliziosa Rebecca, prendendomi a braccetto.
- Speriamo - affermai- Io vi volevo ringraziare per farmi passare le feste con voi. Sai, sarà il primo Natale felice che passerò dopo anni-
- Non sarà un grande Natale: lo passeremo fra di noi e aspetteremo la mezzanotte-
- A proposito, Rebecca- affermai, facendola fermare- Volevo prendere un pensierino a Joseph con i miei soldi. Qualcosa che potesse rappresentare quanto lui sia importante per me-
- È un'idea bellissima- affermò Rebecca- Avrei anche un posto molto carino dove andare-

Rebecca mi portò in una piccola gioielleria e, durante il tragitto, mi spiegò che Joseph era un amante di collane e anelli. Lo avevo notato anch'io ma non avevo pensato che gli piacessero così tanto.
Appena entrammo, il cassiere ci salutò e ci invitò a chiedergli aiuto se ci fosse stato di bisogno.
C'erano tanti gioielli sfarzosi e appariscenti: Joseph non era come quei gioielli. Lui era semplice e amante delle piccole cose.
L'occhio mi cadde su una collana con una catenina d'oro e un pendente rubino.
Mi ricordai che da piccola mio padre mi raccontò che ad ogni nome si associava una pietra: ad esempio, lui si chiamava Giuseppe e la sua pietra era il rubino, che simboleggiava l'ardore e il coraggio.
Joseph era la versione anglosassone del nome Giuseppe e pensavo che quella pietra si addiceva perfettamente a lui.
- Rebecca- la richiamai e le indicai la collana- Tu che dici?-
- È bellissima e starebbe un incanto su di lui-
- Allora prendo questa-

Chiamammo il cassiere e, dopo aver sistemato la collana nella confezione regalo, ci fu un piccolo battibecco su chi doveva pagare, ma alla fine vinsi io e pagai con i miei soldi.
- La dobbiamo nascondere per bene- affermai, porgendole la busta, che ripose nella sua borsa.
- È in mani sicure con me- affermò Rebecca, facendomi ridere- Joseph è davvero fortunato ad averti-
- Io sono fortuna ad averlo nella mia vita-
Lei non rispose ma mi abbracciò solamente e mi venne spontaneo ricambiare quella stretta.
- Vi auguro il meglio- affermò, staccandosi- Adesso andiamo altrimenti ci dichiarano disperse-

Ritornammo a casa e mentre Rebecca cercava le chiavi, mi distrassi a guardare il mare a pochi passi da noi: Joseph aveva ragione a dire che quel posto era un paradiso.
Appena rientrammo, trovammo Jacopo apparecchiare e Jader intento a cucinare. Sentivo una strana aria tesa.
- Eccole le nostre donne- affermò Jacopo, poggiando l'ultimo bicchiere- Cazzo, avete svaligiato i negozi-
- Vostra madre ha insistito a fare shopping sfrenato-
- Nostra madre non sa' trattenersi- affermò Jader, guadagnandosi un'occhiataccia dalla madre.
- Jader è geloso perché anche lui voleva i vestitini-
- Stai zitto, deficiente-
- Senti chi parla-
- Smettetela voi due- affermò Rebecca.
- Ha incominciato lui- affermarono in coro, facendomi scappare una risata.
- Ma Joseph dov'è?- domandai, notando la sua assenza.
- Sta nella sua stanza. Stava strimpellando con la chitarra- affermò Jader, tornando serio e assumendo un'espressione infastidita- Vallo a riprendere che sta pronto da mangiare e se non se muove, lo lascio morto di fame-
Quell'affermazione sciocco sia me sia Rebecca: che era successo in nostra assenza?
- Jader che sono queste parole?- domandò Rebecca
- Tuo figlio dovrebbe crescere e capire che c'ha ventiquattro anni e non due- s'intromise Jacopo
- Mi spiegate cos'è successo?- domandò Rebecca mentre i due fratelli si diedero un'occhiata
- Io vado a vedere che fa Joseph-

Li lasciai in cucina e mi diressi verso la stanza di Joseph, affianco alla mia e collegata da un balcone bello ampio, dove io e Joseph avevamo visto ieri il cielo notturno.
Bussai alla porta, aspettando il suo permesso, e lo trovai seduto sul letto con la chitarra in mano.
- Ciao - lo salutai, catturando la sua attenzione e notando il suo viso teso- Che è successo?-
- Niente d'importante- affermò, guardando la sua chitarra.
- Lo sai che non ti credo-
- Non ce sta niente, Matilde. Mi lasci stare pure te e cerchi di non rompere il cazzo- affermò nervoso.
Mi sentì crollare il mondo e mi girai per uscire. Ma subito la sua mano mi prese per il polso e mi attirò a se, facendomi girare verso di lui.
La sua fronte si appoggiò con la mia e suoi occhi erano chiusi e il respiro affannato.
- Scusami, non sei tu la causa del mio nervosismo- affermò
- Si ma non mi è piaciuta questa cosa-
- Non so' controllare bene la rabbia-
- Questa cosa la impareremo insieme- affermai, accarezzando la sua guancia- Mi spieghi che cosa è successo?-

Si sedette sul letto e io lo seguì.
- Vedi, papà è solito ogni due anni raggiungerci con Laura e Paola per passare un Natale insieme. Questo doveva essere quel Natale ma a quanto pare non è stato possibile perché i genitori di Laura hanno insistito nel passare la festa insieme a loro- mi raccontò- Io ero fuori quando papà l'ha detto al telefono a Jader e Jacopo e quando me l'hanno detto, sono esploso e me la sono presa con loro-
- Ecco perché i tuoi fratelli sembravano strani-
- So' incazzati e hanno ragione- affermò- Mi sono comportato da coglione-
- Si possono commettere degli errori e riconoscerli è segno di maturità. Sono i tuoi fratelli e ti perdoneranno-

Lui mi guardò e mi sorrise, per poi darmi un bacio sulla fronte.
- Scusami anche tu. Non te volevo sbroccare in faccia-
- Dovevo conoscere anche questa tua parte e ci impegneremo a controllare la rabbia, Carta- affermai, facendola ridere.
- Mi piace quando parli in prospettiva futura. Mi pone speranza-
- Speranza di cosa?-
- Speranza di passare altri Natale con te fino alla fine dei miei giorni-
Lo guardai e mi venne spontaneo abbracciarlo.
La sua speranza era anche la mia.

Spazio autrice:
Salve gente, piaciuto questo capitolo?
Tra regali e litigi, conosciamo nuove sfaccettature dei nostri personaggi.
State tranquilli che i nostri fratelli preferiti non saranno litigati per molto.
Nel mentre, i nostri due protagonisti si stanno avvicinando sempre di più e chissà se questo Natale darà molte sorprese...
Ci vediamo nel prossimo capitolo.
Bye bye🤍
P.S. domani pubblico sempre alle 11

𝑸𝒖𝒆𝒔𝒕𝒐 𝒎𝒐𝒏𝒅𝒐 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒂 𝒑𝒆𝒓 𝒎𝒆| 𝑯𝒐𝒍𝒅𝒆𝒏 𝑭𝒂𝒏𝒇𝒊𝒄𝒕𝒊𝒐𝒏 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora