Capitolo 25

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Ero appena tornata a casa, e mentre camminavo avevo pensato solo a quello che mi aveva detto: Ti amo. Perché? Perché non me l'aveva detto prima? Ma comunque sapevo che non era vero, voleva entrare solo nel mio letto e dentro le mie mutande. Stronzo.
Mi sedetti sul divano e accesi la televisione. Guardai cosa c'era a giro, ma trovai tutti film d'amore. Erano solo le dieci, e tutte queste smancerie mi davano solo fastidio. «Buongiorno Emily.» disse una voce dietro di me.
Mi voltai, e per niente stupita, salutai. «Buongiorno Malcolm.»
«Come sta? Si sente bene, vero?» annuii. «Volevo dirle, la Corte ha deciso, che non si deve preoccupare del fatto di scegliere il suo futuro marito, adesso. Lei è giovane. Quindi non ci pensi e si diverta; a tempo debito gli diremo che sarà il momento di prendere una scelta.»
E grande il mio Malcom! Sorrisi e gli risposi cordialmente: «Grazie mille, sono.. molto felice.»
«Se ha bisogno di qualcosa, mi chiami e io verrò da lei, Principessa. Per quanto riguarda William..» sussurrò, catturando del tutto la mia attenzione. «è riuscito a scappare. Ma non si deve preoccupare, lo troveremo.» annuii incapace. Cosa? William libero? Poteva andare peggio di così?
In quel momento non volevo pensarci. Annuii e se ne andò.
Era stato abbastanza cordiale, menomale, non dovevo preoccuparmi più del matrimonio. Ma dietro un problema terminato, ne spuntava sempre un'altro. E poi avevo sedici anni! Non volevo avere figli così presto.
Mi voltai verso la televisione, ma mi trovai davanti di nuovo quegli occhi smeraldo. Feci un urlettino per lo spavento. «O mio Dio. Ma sei veramente scemo.» gli dissi, con una mano sul cuore, che batteva a mille.
«Ciao anche a te.» Com'era bello, con quei capelli scompigliati, e aveva un profumo così buono, che mi misi quasi ad annusarlo.
«Vai via.» dissi. Mi ero profondamente innamorata della felpa che indossava. Gli stava da Dio!
Dì la verità che ti piacerebbe togliergliela!
«Voglio solo guardare la TV.»
«Valla a vedere in camera tua.» ribattei io.
«Ma la voglio vedere qui.»
«Perfetto,» mi alzai. «vado in camera mia.» Mi sentii prendere per la felpa e buttarmi sul divano.
Cambiò canale, immortalando un Damon, a petto nudo. Mi misi a sedere per bene e iniziai a fissarlo. Cazzo era perfetto.
«Ti piace così tanto?» mi domandò Brad, fissandomi.
«Si.»
«Non ti capisco. Ti piace lui, ma non me. Io sono molto meglio.»
«Te non devi nemmeno azzardarti a metterti a confronto con lui.» risi piano per la leggerezza dell'argomento. «La differenza tra voi due è:» mi voltai verso la sua parte. «fa lo stronzo, ma quando è con Elena, la ragazza che ama da impazzire, prima di tutto non li da di puttana e secondo vuole stare sempre con lei.» Feci un sospiro, tornando a guardare la TV. Passarono ore e ore, e io guardavo tutti gli episodi possibili, su internet. Devo dire, che anche il professore non era così brutto, Alaric, si chiamava.
«Hai fame?» domandò. Scossi la testa. La tensione si poteva tagliare con le forbici. «Possiamo parlare?» continuò lui.
«Di cosa?» lui mi guardò severamente. «Non abbiamo nulla da dirci, abbiamo fatto cazzate entrambi e siamo giovani. Non sappiamo veramente cosa è l'amore,» lo guardai. «e tanto meno io.» sussurrai.

Erano le 17.30 ed ero in centro insieme a Rebecca e a Nathan, mi teneva attaccata a lui, con un braccio sulle spalle. Dopo poco arrivò anche Antony. Sembrava un uscita tra coppiette, ma non lo era. Entrammo in diversi negozi e mentre eravamo nei camerini a provare vestiti, dissi a Rebecca cosa era successo oggi.
«Cosa?!» ribatté lei. «Ti ha detto che ti ama?!» annuii, mentre uscivamo dal camerino, con indosso due vestiti. «Non so se è vero, ma da quando lo conosco, lui non ha mai detto a nessuno una cosa del genere, neanche per scherzo.» feci spallucce e ci guardammo allo specchio. Lei portava un abito blu notte, mentre il mio era nero. Entrambi erano sopra il ginocchio e ci facevano un fisico da paura, cosa che io non avevo. «Siete fa-vo-lo-se.» fece Nathan, sorridendoci, mentre Antony annuiva. «Scusate se l'ho detto in questo modo,» continuò lui. «ma mia sorella mi ha fatto vedere tutti e tre i film di High School Musical, e dopo abbiamo fatto l'interpretazione dei personaggi. E sapete che io sono un fan sfegatato di Sharpey Evans.» ridemmo di gusto tutti e quattro.

Tornai a casa e mi feci una doccia, mi depilai le gambe e mi feci un'acconciatura con i boccoli. «Stai divinamente.» mi voltai di scatto, trovandomi Brad, con solo i boxer. Mi costrinsi a non guardare più giù. Ma la tentazione era forte. «Grazie.» sussurrai. Finii di truccarmi e scesi in salotto aspettando Rebecca. Lui mi seguì.
«Dove andate?»
«Nella stessa discoteca dove mi hai baciato per sentire il mio sangue e anche perché volevi sapere se ero brava a baciare.» lo guardai, fulminandolo.
«Si..mi dispiace anche per quello.»
«Bene.» risposi solamente.
«A che ora tornerai?»
«Non so. Non mi aspettare, può darsi che vada a dormire da qualcun altro.» mi guardò male. «Che c'è? Sono giovane.»
«Si, lo so che sei giovane; ma non è prudente andare a dormire da uno sconosciuto!» affermò lui.
«E chi ha detto che dormiremo? Sono una puttana, ricordi?» mi allontanai da lui, verso la porta, appena sentii delle voci avvicinarsi. Non volevo sentirmi in colpa per quello che avevo detto, gli stava bene. Mi era uscito così, senza nemmeno pensarci.
«Andiamo.» dissi abbracciandoli tutti e tre.

Arrivammo ed era veramente la discoteca dell'ultima volta. Avevo tirato a caso, senza nemmeno pensarci. Prendemmo immediatamente dei cocktail, abbastanza forti. Volevo scordare tutto. «Andiamo a ballare?» chiesi a Rebecca, e insieme ci dirigemmo in pista. Era così affollata, che a stento riuscivamo a passarci. Ci scatenammo e pian piano anche Nathan e Antony vennero a divertirsi.
Passò un'ora e mezzo, ed eravamo ancora lì a ballare, quando mi sentii prendere per i fianchi da uno sconosciuto. «Lasciami.» gli dissi. Volevo ballare con Rebecca non con uno sconosciuto. Con mio grande stupore lui lo fece e mi lasciò andare. Sfinita, e un po' alticcia, mi diressi verso il nostro tavolo, dove Nathan, parlava con un gruppo di ragazzi. Mi misi a sedere e finii il mio cocktail. «Emily.» disse lui. «Ti presento un po di gente.» ero un po stanca ma accettai. Erano simpatici come gruppo, ma a me faceva troppo caldo e non riuscivo a mettere in fila tre parole sensate.
Andai in bagno, cercando di non cascare sui tacchi e mi truccai di nuovo. Alla vista del lavandino, mi venne in mente Brad; quando mi aveva baciato, era stata la sensazione più bella del mondo. «Ciao.» mi salutò Rebecca, mentre prendeva il mascara dalla mia pochette. Gli sorrisi. «Ti manca?»
«No.»
«E come fai a sapere che sto parlando di lui e non di qualcun altro?» non risposi, ma la guardai e basta. «Perché ti piace e tanto anche.»
«Mi tratta male.» sussurrai. «Non voglio un ragazzo del genere.» non ero brava a scegliermi i ragazzi, lo avevamo appurato. Come esempio potevamo prendere Matthew. E lui non era certo il mio ideale di uomo.
«Lo so, però prova a perdonarlo. Non l'ho mai visto così impacciato riguardo ad una ragazza e, credimi, ne ha avute tante.»
«Adesso sto meglio, grazie.» ribattei ironicamente io.
«Ma quello è il passato. Se ti ha detto che ti ama è così.»
Mentre uscivamo dal bagno, riflettei molto su quello che Rebecca mi aveva detto. «Guarda chi c'è laggiù.» mi sussurrò lei all'orecchio. Seguii il suo dito e lo vidi. Che ci faceva lì? Quella maglia nera gli stava divinamente. E quei jeans gli stavano divinamente. Beh era molto divino. Non parlava con nessuno, ma fissava me, ed io lo fissavo a sua volta. «Vai a parlarci.» continuò lei.
Scossi la testa: «Non so cosa dirli.»
«Parlate.» e poi lei scomparve. In un certo senso, scomparvero tutti, c'eravamo solo io e lui. Si avvicinò a me, velocemente.
«Ehi.» mi salutò. Due fossette gli spuntarono su entrambe le guance quando mi sorrise. Gli sorrisi debolmente. «Possiamo parlare, fuori?» annuii, seguendolo.

«Quello che ho detto oggi, era vero. Non so da quando e non so perché, però provo questo sentimento per te. Ed è veramente forte.»
«Ti credo.» risposi io. Eravamo fuori dalla discoteca, dietro. Io al muro e lui davanti a me che cercava di spiegarmi tutto.
«Mi dispiace di averti preso per il culo, all'inizio. E non volevo darti di puttana.»
«Bene.»
«Tu..cioè..» era così carino quando era impacciato. «Io ti piaccio?» la domanda mi prese alla sprovvista, ma la risposta la sapevo già.
«Beh..si.» sussurrai. «Però mi fa paura, tutto ciò. Il fatto di essere Principessa; io non l'ho mai voluto. Sono stata così stupida a scegliere te.» dissi decisa. Sapevo di aver fatto un errore e me ne rendevo conto.
«No, non sei stata stupida, sono io lo stupido. Avevo la possibilità di averti immediatamente e invece l'ho rifiutata.»
«La Corte, mi ha dato più tempo. Hanno detto che a tempo debito mi diranno di scegliere. E io lo farò. Non so quando e non so il perché. Ma se devo essere una Regina, sarò la migliore. Con o senza un uomo che mi sostenga.» mi accarezzò una guancia, sorridendomi. Non volevo parlare di William in quel momento, era importante ma volevo godermi quell'attimo.
«Che brava Reginetta.» sorrisi anche io. «Posso baciarti?» domandò con voce roca.
«Si.» e lo fece. Ma non era uno di quei baci selvaggi, era uno di quelli dolci e morbidi, che ti infondono tutto il loro amore.

Cazzo, ero innamorata persa.

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