Capitolo 26

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«Perché piangi?» mi domandò lui, staccandosi da me. Non me ne ero nemmeno accorta se dovevo essere sincera, però avevo troppe preoccupazioni per la testa.
«E se è una presa per il culo?» domandai io. «Tu hai una marea di ragazze ai tuoi piedi, e quelle di oggi, mi hanno detto di starti alla larga. Come posso riuscire a stare con te? Non che io non voglia, però queste cose mi uccidono.» affermai io, mentre lo osservavo di sottecchi. «Non voglio ricevere un trattamento come oggi a scuola. Non ci sono abituata; questa nuova vita per me è troppo.» continuai. Mi sembrava di fare un monologo, mentre lui, mi osservava silenziosamente. «Non so se fidarmi. Le uniche persone di cui mi fidavo o mi hanno abbandonato o hanno cercato di uccidermi..» feci una risata amara pensando a Logan. Chissà dove sarà.. «Non ho mai voluto questa vita. E solo Dio sa, quanto cazzo mi piaci, però..»
«Però cosa? Tutti i tuoi problemi li affronteremo insieme. Tu e io, nessun altro.»
«Ma se le ragazze a cui piaci, fanno come oggi.. io non so se riuscirò a resistere, letteralmente.»
Mi accarezzò di nuovo la guancia, dandomi un bacio sulla fronte. «Non ti faranno del male, ci sarò io.» tirai su con il naso, come una bambina.

«Che cosa hai fatto stamani mattina con quella?» domandai, facendoli il terzo grado. Cambiando argomento. Volevo togliermi un dubbio.
«Nulla.»
«Dimmelo.»
«Non te la prendi vero?» domandò lui; feci di no con la testa, ma tanto sapevo che sarei sbottata, qualunque cosa fosse. «Non la smetteva di rompermi, allora per farla smettere di parlare, l'ho baciata.» Persi un battito. «Ma giuro, che non è stato niente per me.» Persi anche il secondo. «Perché non dici nulla?» lo guardai, con gli occhi pieni di lacrime, ormai quasi asciutte.
«Non è significato niente?» sbottai io. Non sarebbe finita bene, e me lo dicevo perfino da sola. «Beh allora, se io baciassi uno, ma non me ne interessasse nulla, tu come ci staresti? Bene o male, no sai, fammelo sapere perché non riesco a capire la tua mentalità.» stava zitto, e mi fissava. Cazzo, non sapeva fare altro che fissare e fissare. «Allora?»
«Non lo so.»
«Come non lo sai?!» o lo faceva a posta o ero stupido. Optai per la prima opzione. Ma la seconda era più allettante, e forse più veritiera.
«Non ho mai provato questi sentimenti per una ragazza. Quindi non lo so, cazzo.»
«Bene.» gli voltai le spalle e mi diressi di nuovo in discoteca.
«Dove stai andando?» domandò lui seguendomi.
«Facciamo una bella prova, ti va?» non rispose in tempo, dato che continuai io. «Voglio vedere come cazzo reagisci.»
Il primo ragazzo, carino che vidi, era accanto a Rebecca e agli altri. Mi diressi da loro, a Rebecca dissi cosa avevo in mente di fare, mentre Brad era sempre dietro di me. Lei disse che andava bene. E lo feci, baciai con passione, quel ragazzo che avevo adocchiato. Baciava male, ma in questo momento non mi interessava, anzi. Volevo far ingelosire Brad a tal punto, da non so.
La lingua di questo sconosciuto, aveva un sapore di merda. Faceva abbastanza schifo, ma prima che potessi staccarmi da lui, mi toccò il fondoschiena. Adesso era troppo però.
Mi staccai, e lui rimase deluso, andandosene. Brad mi fissava infuriato. «Allora?» mi avvicinai a lui. «Che si prova? Tanto per me, non ha significato nulla.»
Uno schiaffo. Ecco quale fu la sua reazione. Abbastanza forte, da farmi frizzare da impazzire la guancia. Rimasi sconvolta, e anche Nathan, Antony e Rebecca. Tutti.
Lei, venne da me, linciando con gli occhi lui. «Fottiti Brad, lei non ti merita nemmeno un po'.» disse.
Mi volevano far calmare, ma non ce la facevo. «Vado a casa.» affermai.
«Vuoi che ti accompagni?» domandò Nathan.
«Non ti preoccupare, divertiti.»
«Come pensi di andare fino a casa tua, in piena notte, allora?» Brad, era ancora lì, nello stesso punto di prima. Aveva uno sguardo perso, e fissava il pavimento. Lo guardai con disprezzo e amarezza.
«A piedi.»
«Scema,» disse salutando tutti. «ti ci porto io. Tanto mi stavo annoiando.»
«Emily, ti prego aspetta!» urlò Brad, mentre uscivo dal locale. Mi prese per il braccio, spingendomi a dosso il suo petto. «Scusami, non volevo.»
«Tu non vuoi mai, eh!» gli urlai in faccia io. «Perché mi hai tirato uno schiaffo, se tu stamani mattina hai fatto lo stesso?!»
«Ma tu non mi hai visto! Tu non eri lì.»
«Vaffanculo, Brad.»

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