Mi aveva portato in una stanza, abbastanza grande. Avevo fame, freddo e gli occhi erano pesanti per i pianti precedenti. Mi addormentai in un sonno senza sogni.
L'unica cosa che vidi nel mio sonno fu Jusy. Così carina e così sleale. Aveva bisogno di quei soldi, per cosa? Non riuscivo a capirlo, forse perché non si conosce mai una persona fino in fondo. Non si meritava una vita così anzi, non si meritava una morte così. Ognuno ha le sue colpe, scheletri negli armadi, ma nessuno deve perdere la vita in un modo così rude. Ethan. Ma chi si credeva di essere? Poi c'era Nathan, il ragazzo che l'aveva uccisa. Perché l'aveva fatto? Aveva paura di Ethan? Aveva paura delle conseguenze? O, peggio ancora, lo aveva fatto senza problemi? Queste domande mi assillavano la mente, anche durante il sonno. Rivedevo il corpo di Jusy rivolto a terra, con il sangue che le usciva dalla schiena, gli occhi spalancati e il sorriso spalancato sulla faccia. Non capivo più nulla. Qual'era il motivo di dover rimanere lì? Forse dato che sono stata spettatrice di un omicidio, mi vorranno uccidere o chiedere un riscatto ai miei genitori? Troppe domande nello stesso momento. Tutto troppo difficile da capire. O forse non volevo proprio capirlo.
Dopo questi tormentati pensieri il sonno si fece pesante, e dormii.***
«Emily. Svegliati.» mi sentii scuotere.
«No, shono shtanca.» biascicai.
«Sicura? Ti prendo in collo altrimenti.» disse una voce, vicina. Molto vicina al mio orecchio. Era suadente, ma in quel momento di dormi-veglia non riuscivo ad identificarla.«Shi. Adessho lashiami dormire.» biascicai per la seconda volta. Sembravo una bambina piccola, ma ero veramente stanca.
Due braccia, una mi passò sotto l'incavo delle ginocchia e l'altra dietro la schiena. «Aggrappati al mio collo.» feci, come questa voce suadente mi diceva. Aveva un profumo, così buono, e poi così rilassante. Un gorgoglio provenne dal mio stomaco, pur essendo assonnata feci finta di nulla.
«Dopo ti daremo anche da mangiare.» disse lui, e percepii un sorriso.
Provai ad aprire gli occhi, anche se li sentivo gonfi e pesanti. Appena li socchiusi, una luce abbagliante mi accecò. Portai, instintivamente, la mia testa a contatto con il petto di lui. Era muscoloso, e forte. Dove sono?, pensai. Aprii del tutto gli occhi, facendomi forza. Gli occhi di Brad mi stavano fissando. Erano così belli e chiari. Il bagliore era diminuito. Con mio gran dispiacere, staccai i miei occhi dai suoi, per guardarmi intorno. Era il salotto che avevo visto lo stesso pomeriggio. Era passato così poco tempo? Ethan era seduto su una poltrona, davanti al camino. Sentivo ancora lo sguardo di Brad su di me, iniziai a sentire, anche un certo accaldamento sulle mie guance.
«Mettiamoci a sedere.» disse Brad, mettendomi sul divano opposto alla poltrona su cui era seduto Ethan; Brad si mise accanto a me. Volevo sdraiarmi e fare un pisolino sul quel divano. «Ti senti meglio adesso, Emily?»
«Non mi posso lamentare. E te, invece?» chiesi io disgustata.
«Molto bene adesso.» annuii in segno di aver capito. Stemmo in silenzio per alcuni minuti, io rimasi a fissare il legno ardere. Era abbastanza rilassante, ma il suono del corpo morto di Jusy che entrava in contatto con il suolo, non voleva lasciare la mia mente.
«Hai deciso di rimanere qui, allora.» disse Ethan guardandomi.
«Ho altra scelta?» non mi diede una risposta.
«Brad dalle da mangiare, ma stai attento. È un pò troppo euforica, come ragazza.»
«Se per te essere euforici, vuol dire rimanere traumatizzati per la morte di una amica, beh allora sì. Sono molto euforica.» un dolore lancinante alla bocca mi fece cascare dal divano.
«Brad, visto?» chiese Ethan al fratello. «Sta già iniziando.»
Brad mi guardò e chiesi ad entrambi: «Che cosa sta iniziando?» mi faceva male anche parlare.
«Non ti preoccupare.» affermò Brad, fissandomi intensamente. «Succede a tutti all'inizio.» ancora non capivo. Vedendo il mio punto interrogativo stampato in fronte, disse, rivolto al fratello: «Ethan, dobbiamo dirglielo.»
«Dirmi cosa?» Cosa mi stanno tenendo nascosto?
«Okay.» rispose Ethan, alzando le spalle. Adesso stava guardando me. «Bene. Cercherò di essere il più veloce possibile. Tu discendi da una famiglia molto antica e molto ricca. Sei molto bella, e infatti assomigli molto a tua madre, avendo però dei lineamenti di tuo padre. Naturalmente i canini non sono molto sviluppati, almeno non come i nostri.» Canini? «Dopo aver vissuto per un arco di tempo con noi, di sicuro saranno ricresciuti. Quindi devi trasformarti nella tua forma originaria.»
«Che significa questo?» chiesi guardando entrambi. I canini?
Un sospiro uscì dalla bocca di Brad, poi parlò: «Questo significa... che tu sei un vampiro.»

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Vampire's Destiny
FantastiqueEmily, una ragazza come tutte altre, sogna da sempre una storia da favola. Ma la realtà è molto diversa dai racconti: la sua ultima relazione è stato un totale disastro, Matthew, il suo ex, la trattava malissimo e lei impaurita, ha deciso di lasciar...