Capitolo 2

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Il giorno seguente, mi svegliai troppo presto. Ero accanto a Matthew, ieri.. non volevo ripensare a quello che avevamo fatto. Non era la mia prima volta, ma non mi piaceva pensarci troppo.
Mi alzai, andando a farmi una doccia. Uscita e anche vestita, trovai i suoi genitori che stavano preparando la colazione. Vedendomi sorrisero entrambi: loro erano molto diversi da loro figlio. «Buongiorno tesoro,» mi salutò sua mamma. Mi limitai a sorridere. «sapevo che ti saresti alzata presto. Quindi mi sono detta 'prepariamoli una colazione con i fiocchi'.» ci mettemmo tutti e tre a parlare della scuola, ma smettemmo di parlare quando, Matthew, fece il suo ingresso in boxer. Salutò i suoi genitori con un bacio sulla guancia, invece a me stampò un bacio sulle labbra.

Finito di fare colazione, ritornai a casa. Quando arrivai erano le 7:30 precise. Mi cambiai, salutai mamma e andai a scuola a piedi. La strada era sempre la solita, dove non c'era quasi mai nessuno. Feci il mio ingresso come tutte le mattine in perfetto orario. Le altre tre si sedevano nei banchi intorno me, chiedendomi come fosse andata la serata precedente. Che palle, prima della fine mi uccido, pensavo ogni volta. Mi interrogarono a due materie diverse: matematica e letteratura. Ne uscii con due nelle sufficienze. Durante il cambio dell'ora, mentre le altre tre, parlavano del più e del meno, iniziai a fissare il cortile della scuola. Non era proprio giornata.

All'inizio dell'ora di inglese, la professoressa, ci presentò una nuova ragazza. Quando si presentò davanti alla classe, tutti gli alunni avevano già iniziato a parlottare tra loro. Ed il motivo era semplice: quando si presentava un nuovo alunno, il professore in questione doveva estrarre a sorte il nome dal registro elettronico. E così fece: cliccò su un pulsante del computer a noi impossibile da identificare.

La professoressa osservò la classe, facendo cadere lo sguardo su di me. «Signorina Hill?» un coro di 'no' seguì la scelta casuale del computer.
«Si? Mi dica», chiesi, pur sapendo cosa voleva che facessi.
«Può far fare il giro della nostra scuola alla Signorina Josh?»
«Certamente.»

Durante il giro, per rompere il ghiaccio, gli chiesi un pò di cose. Era molto simpatica, un pò timida forse, ma pian piano si era abituata alle mie domande insistenti. Passata un'ora e mezzo circa, arrivammo in giardino, dove ci imbattemmo in alcuni ragazzi che non avevano voglia di seguire la lezione. Gli passammo accanto e nessuno delle due gli diede confidenza. «Emily!» sentii urlare da un ragazzo che non riuscivo a vedere. Poi lo vidi.
«Ah, sei tu. Ciao Brad.» dissi schifata. Era riuscito a rovinarmi la giornata e soprattutto il giro turistico. «Lei è,» dissi indicandola. «Jusy Josh.»

Brad la guardò in modo troppo strano, a differenza degli altri che l'avevano salutata con un cenno. Anche oggi, Brad, aveva la pelle troppo pallida, e anche i suoi amici. Forse sarà la stagione. «Io e te ci siamo già visti?» lei fece di no con la testa.

«E' impossibile che tu la conosca. Si è trasferita dal Canada, ed è atterrata solo ieri.» lo guardai divertita,

«Emily, possiamo parlare? Ti devo spiegare alcune... cose.» disse con viso accigliato. Non aveva distolto gli occhi da Jusy.
«Scusa, ma adesso abbiamo da fare, caso mai dopo.» poi ci ripensai. «Anzi se non ti da noia, io non voglio proprio parlare con te.»

«E' per ieri sera?» chiese ancora corrucciato in volto, prendendomi per un braccio, facendomi voltare, trovandolo a pochi centimetri dalle mie labbra.

«Addio Brad.» gli girai le spalle, ma per non essere scortese con gli altri mi girai e dissi: «Ciao ragazzi!» La maggior parte risposero con un «Ciao bella!» o con un «Ci vediamo».

Finimmo il giro turistico precisamente al suono della campanella, che segnava l'ora del pranzo. Vedendogli il viso preoccupato e molto pallido gli proposi: «Ti andrebbe bene di mangiare insieme a me?» riprendendo colore annuì. «Vado a dirlo alle altre, arrivo tra poco, aspettami qui.»

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