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La camera di Victoria è semibuia, come d'altronde tutta la casa. Ad illuminata c'è una lieve luce violacea.

Come entriamo chiude la porta a chiave.

Indico il letto.

TN: È sul tuo letto.

Dici riferendomi al peluches che le ho regalato

Vic: Certo, dorme con me dal momento in cui me l' hai regalato.

Le sorrido. Sul piede dell' orso c'è un perizoma di pizzo nero buttato probabilmente inconsapevolmente. Fingo di non notarlo.

Vic: Scarpe nuove?

Mi guardo i piedi.

TN: Ah, no.

Vic: Ah no?

TN: No, le ho trovate in casa, suppongo fossero di mia madre.

Vic: Ah, s'è più fatta sentire?

TN: No, no, non si è fatta sentire.

Vic: Bene sono contenta.

Parliamo del nulla e l' aria attorno a noi è estremamente tesa.

Vic: Sei stupenda.

Vedo che si pente di ciò che ha detto nell' istante in cui l'ha fatto ma sento che è un complimento sincero.

TN: Anche tu, sei veramente meravigliosa. Niente auguri però perché non è ancora il tuo compleanno, porta sfortuna.

Vic: Già, hahah. Anche la collana non l' ho mai vista.

Ora già sembra tutto più tranquillo.

TN: Si questa è nuova, hai ragione.

Si avvicina  al mio collo prende la collana e la guarda da vicino respirandomi sul collo.

Vic: Noi non dovevamo parlare?

Alza lo sguardo dalla collana al mio viso e vedo i suoi occhi blu risplendere nei miei.

TN: Già, ma al momento non ricordo di cosa.

Si che me lo ricordo, ma sono troppo impegnata a perdere il controllo, di nuovo, per preoccuparmene.

Vic: Si vede che non era importante.

Mi sorride. Il suo sorriso mi scioglie da morire. Senza che io nemmeno me ne accorga appoggio le mie labbra sulle sue, istintivamente, cin la normalità assoluta di un evento ricorrente.

Lei ricambia il bacio e mi allunga una mano sul fianco mentre la mia è tra i suoi  capelli.

Con l' altra mano, fa cadere la spallina del tubino mentre mi morde il labbro inferiore.

Tolgo la mia mano dai suoi capelli e comincio a metterla sotto il vestito.

Indossa uno splendido vestito rosso quas trasparente, con un paio di calze a rete e i tacchi.

Le strappo le calze in mezzo alle coscie, ma lo strappo si protende fino a che è visibile da sopra al vestito.

Le sposto le mutandine sull destra.

??: Victoria, dove cazzo sei dobbiamo tagliare la torta!

Apriamo gli occhi contemporaneamente e ci stacchiamo dal bacio.

La mia mano è ancora tra le gambe di Vic, mentre la sua è ancora sotto il mio vestito.

Ci guardiamo quasi perplesse come se ci fossimo svegliate da un sogno.

Togliamo velocemente le mani.

Victoria abbassa la gonna del tubino che le è salita fino a sopra la vita e io sistemo la spallina.

Vic: Perdonami, non capisco quale sia il mio cazzo di problema.

Non mi lascia il tempo d rispondere, comunque non avrei saputo cosa dire, gira la chiave e usciamo dalla stanza.

Vic: Eccomi eccomi scusate.

??: Che hai fatto alle calze?

È uno dei suoi amici a chiederlo, lo stesso che l' ha chiamata per ha torta.

Vic: Mi si sono impigliate.

??: Dove?

Vic: È importante?

??: Suppongo di no.

Vic: Bene e ora dov'è la torta?

Where you go, I goDove le storie prendono vita. Scoprilo ora