18

59 1 8
                                    

ETHAN

-Posso chiamarti? Devo dirti una cosa importante.

Fu questa scritta che mi ritrovai tra i massaggi quando, dopo ore, estrassi il mio cellulare dalla tasca. Ero con gli altri. Blake aveva deciso di sfidarsi con un drogato a una gara di moto da corsa, nonostante lui non sapesse andare in moro.

Avevo provato a schiodarlo da quell'idea ma era troppo tardi e lui non aveva intenzione di cedere.

Testa dura.

Se ne stava appoggiato al pick-up, aspettando il suo sfidante mentre fumava una sigaretta.

Io, Alex e Aaron ce ne stavamo poco distanti, seduti a un tavolo con delle birre e degli stuzzichini.

-È proprio urgente?

-Finalmente ti degni di rispondermi. Comunque si. Te lo tengo nascosto da una
settimana e riguarda noi.

-Non esiste un "noi".

Precisai agitato. Non c'era nessun "noi", non eravamo niente. Eravamo solo due ragazzi che scopavano, tutto qui.

Sospirai, facendo un sorso della mia birra e alzandomi dal tavolo.

«Dove cazzo stai andando?» mi fulminò Blake con lo sguardo.

«A pisciare. Dove devo andare?»

Lui alzò gli occhi al cielo, buttando a terra il mozzicone di sigaretta per poi schiacciarlo con la suola delle scarpe.

«Sisi, ma muoviti. Ho bisogno del tuo tifo.»

Annuii e mi defilai lontano.

Dovevo veramente pisciare, ma nei paraggi di bagni non ce n'erano.

Sbuffai e mi nascosi dietro un albero.

-Piscio un attimo e ti chiamo.

-La delicatezza prima di tutto. Mi raccomando.

Alzai gli occhi al cielo e mi abbassai la zip dei jeans, mi guardai intorno per assicurarmi che non ci fosse nessuno.

Quando finii mi appoggiai al muro dietro di me e mi portai all'orecchio il cellulare che iniziò a squillare.

«Spero che sia davvero importante. Sono impegnato e mi sono nascosto dietro un cazzo di albero per chiamarti.»

Non ero davvero arrabbiato, ma dovevo farlo intendere se lo volevo fuori dalle palle.

Lo voglio davvero fuori dalle palle?

Domanda a cui, onestamente, non mi importava rispondere. Come non mi importava di lui.

In quel momento due moto mi sfrecciarono davanti. Riconobbi la giacca di pelle di Blake, anzi, riconobbi lui, che appena mi vide attraverso la visiera del casco mi mostrò il terzo dito.

Come gli avrei spiegato il fatto che ero al cellulare invece che essere con i miei amici a fare il tifo con lui?

«Riguarda Amber.» mi disse tutto d'un fiato, risvegliandomi dai miei pensieri.

Perché Tu?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora