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BLAKE

Se pensavano che io avrei fatto da babysitter a una ragazza che non sa nemmeno fare due più due si sbagliavano di grosso. Il professore aveva detto che aveva parlato con mio padre.

«Pft, balle.» dissi tra me e me, buttandomi sul letto con il cellulare in mano.

E anche se lo avesse fatto dubitavo che mio padre gli avesse dato retta.

Non darò lezioni a una verginella che si scandalizza per ogni minima cosa.

Guardai l'orologio, mi stava venendo un certo languorino e, fortunatamente, era ora di cena.

«Blake, è pronta la cena.» si sentii la voce gentile di mia madre provenire da fuori la porta della mia stanza. Prima non era così.

Mi alzai dal letto con un balzo e aprii la porta.

Una donna con i capelli corti se ne stava davanti ad essa. Con un sorriso sulle labbra che faceva spuntare sue fossette ai lati della bocca. Ma quel sorriso non raggiungeva gli occhi. Non li raggiungeva da anni.
Era magra, indossava un vestito che le stava fin troppo largo. Un braccio ossuto si alzò e la mano mi spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Rimaneva, comunque, una bellissima donna.

Le presi la mano e gliela baciai, provocandole un altro sorriso che, ancora una volta, non raggiunse gli occhi.

«Vieni, ho cucinato la torta salata.» disse, allontanando la mano e iniziando a scendere le scale.

«Perchè non ti fai mai aiutare dal papà? Hai bisogno del suo aiuto.» dissi, affiancandola e mettendo le mani nella tasca dei jeans.

«Lui mi aiuta già tanto, Blake. E poi... è sempre stanco dal lavoro. Non voglio farlo faticare troppo.»

Non era affatto vero, era la solita scusa che mi diceva forse per non farmi preoccupare. Guardai il suo profilo e vidi che il suo sorriso si era spento, lasciando spazio a un'incurvatura delle labbra verso il basso.

«Ci sono anche io, mamma. Se hai bisogno di una mano...»

La vidi negare con la testa, mentre arrivavamo accanto alla porta della cucina.

Mio padre era già seduto a tavola, aveva il telefono all'orecchio e mi guardava con sguardo truce.

Che ho fatto questa volta? O mio dio e se... No! Impossibile. Papà non ascolta mai nessuno dei suoi colleghi.

«Si, ora gli parlo. È appena arrivato.»

Pensai che la persona dall'altro lato nel dispositivo non ebbe nemmeno il tempo di rispondere. Perché mio padre riattaccò appena terminata la frase.

Continuò a guardarmi, mentre prendevo una fetta di torta salata e la porsi a mia madre, stessa cosa feci con la mia.

Mi sedetti a tavola sotto il suo sguardo di fuoco, ma tentai di evitarlo, iniziando a tagliare la mia torta salata.
La mia preferita: spinaci e formaggio.

«Quindi» iniziò a parlare l'uomo, mentre addentava la sua cena. Alzai lo sguardo dal mio piatto e lo guardai come un pesce lesso, iniziando a masticare «il professor Jackson mi ha detto che hai preso ad urlare perché non vuoi fare ripetizioni a una tua compagna, dico bene?»

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