24

43 3 1
                                    

ALISSA

Venerdì era finalmente -o sfortunatamente- arrivato. Erano le 16:55 e io ero già davanti a casa di Blake. Non avevo notato l'ora, quando ero partita e non volevo farlo arrabbiare suonando cinque minuti prima dell'orario prestabilito. Non ero in forma, per litigare.

Iniziai a fare avanti e indietro, con lo sguardo attento sul cellulare sperando che il tempo andasse più velocemente.

Le temperature iniziavano ad abbassarsi e iniziava a fare davvero freddo.

«Hai bisogno di Blake?»

Alzai lo sguardo dal cellulare. La madre del mio compagno di classe se ne stava appoggiata allo stipite della porta, una mano appoggiata sulla maniglia. Mi guardava con un leggero sorriso sulle labbra violacee.

«Oh ehm... avevo appuntamento con suo figlio alle 17:00 per le ripetizioni... io-»

«Entra pure» mi fece spazio la donna «Blake non sta facendo nulla. E mamcano meno di 5 minuti.»

Sorrisi ed entrai in casa, ringraziando la donna.

«Vuoi qualcosa da bere?»

«No, la ringrazio, signora.» rifiutai gentilmente.

Salii le scale, sapevo dov'era la camera di Blake, anche perché era l'unica porta spalancata.

In fondo al corridoio le mie orecchie avvertirono lo scrosciare di acqua corrente proveniente dal bagno chiuso.

Entrai nella stanza del mio compagno di classe e rimasi sorpresa nel non vederlo ad attendermi steso sul letto con il cellulare in mano e una sigaretta in bocca.

Le persiane erano abbassate e la luce era accesa.

«Blake?» lo chiamai, avvicinandomi alla sua scrivania. C'erano un sacco di scartoffie, pacchetti di sigarette e un computer acceso sulla schermata di un gioco a me sconosciuto.

Appeso alla parete c'era una lavagna di sughero, con appeso di tutto: biglietti di concerti, polaroid... accanto ad essa un calendario. Ovviamente quel giorno aveva scritto "ore 17:00: ripetizioni a Raperonzolo" stavo iniziando ad abituarmi a quel nomignolo.

Scorrendo lo sguardo mi cadde l'occhio su domenica "ore 21:00: gara con King nel cortile della scuola" disegnata accanto alla scritta, c'era quella che pareva una pistola.

Improvvisamente, un forte profumo di cocco mi invase le narici e mi bloccai sul posto.

«Chi cazzo ti ha fatto entrare?» mi voltai improvvisamente. Blake era appena entrato dalla porta. Era nudo, tranne che per un asciugamano bianco a coprirgli le parti basse.

I suoi capelli erano bagnati e le goccioline cadevano sul suo addome.

Che cazzo, fa palestra pure?

Alzai lo sguardo, non appena mi resi conto che lo stavo fissando da troppo tempo, lui sembrò accorgersene. Mi fece un sorrisetto ma non disse una parola.

«Allora?» continuò, incrociando le braccia al petto.

«Mi ha fatto entrare tua madre... sono arrivata prima del previsto perché sono partita prima da casa.»

Perché Tu?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora