Bugie

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"Sarah apri questa cazzo di porta, almeno a me!" urla Marisol da dietro la porta del bagno.

Sono stata costretta a chiudermi in bagno per restare sola.
Marisol e gli altri erano entrati in camera per cercare di capire cosa mi avesse fatto scattare in quel modo, ma non avevo alcuna voglia di farmi vedere in lacrime.
Di conseguenza il bagno mi è sembrata la giusta soluzione, dato che è l'unica stanza della casetta possibile da chiudere a chiave.

"Sicuro avrà fatto qualcosa quella testa di cazzo di Angela" ribatte Holy.

"Holy fammi il favore di andartene, almeno adesso" interviene Marisol.

Sembra leggermi nel pensiero, non capisco il bisogno della sua presenza in questo momento.

"Sarah, amore, fai entrare me e Mari. Isolarti ti farà stare solo peggio" prova a dirmi Sofia cambiando approccio, usando un tono molto più dolce.

So che ha ragione, isolarmi e rifiutare l'aiuto offerto è sempre stato il mio modo di rispondere al dolore, ma non mi ha mai fatto sentire meglio.

Per questa volta forse posso mettere in discussione i miei schemi mentali e farmi aiutare da qualcuno durante un momento di difficoltà.

È con questa nuova consapevolezza che apro leggermente la porta e lascio entrare le due ragazze.

Poi mi appoggio al muro dietro di me e mi stropiccio gli occhi per asciugare qualche lacrima.

"Sono stata una stupida" dico con la voce rotta.

Le mie amiche in risposta mi stringono in un abbraccio, che mi fa sentire meno sola, mi fa sentire protetta. Ora ho la certezza che si, ho fatto bene a non chiudermi in me stessa.

"Ti va di spiegarci quello che è successo?" mi chiede Sofia con la stessa dolcezza di poco fa.

Acconsento, spiego loro tutto.
Spiego di quei messaggi che non lasciavano spazio a interpretazioni diverse.

"Magari questa Michela è una ex che non ha accettato la rottura" prova a giustificarla Marisol.

"È poco probabile Mari, lo sai anche tu" le dico rassegnata.

"È più probabile che sia una ragazza con cui ha una frequentazione, a cui non ha chiaramente raccontato di me" continuo, spiegando loro la mia ipotesi.

Intanto Sofia lascia delle carezze sul mio braccio, so che è un suo modo di dimostrarmi la sua vicinanza.

"E io sono solo una stupida, perché stavo iniziando a fidarmi davvero di lei" concludo il discorso lasciando scorrere qualche lacrima.

"Sarah, non sei una stupida, chiaro? Se quello che pensi dovesse essere la verità Angela sarebbe una stronza, tutto qui. Tu non hai colpe né responsabilità" mi risponde Sofia cercando di tranquillizzarmi.

Dopo aver passato qualche altro minuto in bagno con loro mi sento sorprendentemente più sollevata, per lo meno ho smesso di piangere.
Decidiamo quindi di andare a prendere un bicchiere d'acqua, io ne ho sicuramente bisogno.

So che c'è il rischio di incontrare Angela, ma ho capito che non sono di certo io a dovermi nascondere.

Una volta in cucina apro il frigorifero per prendere una bottiglia d'acqua e poi prendo tre bicchieri dalla credenza, li poso sul tavolo e li riempio per tutte e tre.

Di lei non c'è traccia, non è in cucina e nemmeno in soggiorno.

Ringrazio le due ragazze per aver avuto la pazienza di starmi vicine e mi allontano da loro avvertendole che sarei andata a fumare in giardino.
Cerco quindi la mia iqos e mi dirigo verso l'esterno.

ORIGAMI (sajolie)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora