7. ~ Remi, il demone morto ~

26 2 6
                                    

- "Come... te? Ma... quindi sono morta?" - chiese Michi
- "Morta? Cosa ti fa pensare che tu sia morta? Solo perchè sono un demone non significa che-" - disse Remi. Il demone stava quasi per darsi uno schiaffo, ma si fermò in tempo riflettendo
- "R-Remi? Tu non sei vivo, giusto?"
- "I-Io? Non posso rispondere a questa domanda, haha. Perchè non pensi al fatto che tu ora hai delle ali e puoi volare?"
- "Sono seria. Sei per caso morto? Dimmi la verità."
- "V-Va bene... in realtà sì, sono morto... ma non mi va di parlarne..."
- "Per piacere. Io non ti conosco bene, e mi piacerebbe tanto farlo." - disse dandogli un abbraccio
- "O-Oh. E... E va bene..."

"Era il 1320, in Francia. Avevo 16 anni e vivevo in una famiglia particolarmente gioiosa, tanto 'sì che mio padre veniva chiamato Mr.Felice. Mia madre era molto contenta di avere lui come marito, visto che tutte le persone del nostro villaggio lo adoravano.
Un giorno, però... scoppiò una guerra, e tutti gli uomini maschi adulti dovevano diventare soldati per andare a combattere. Purtroppo però... un soldato tornò a casa nostra, riportandoci la spada di mio padre, dicendoci che non è riuscito a sopravvivere.
Mia madre alla saputa di quella notizia fu scioccata ma anche delusa. Io invece, quando lo ebbi a sapere scoppiai in lacrime, dato che io ero l'assistente di Mr.Felice, e venivo chiamato Mr.Felice Junior.
Mia madre col passare del tempo, divenne sempre più triste per la morte di mio padre e iniziò a lamentarsi che fosse solo colpa mia.
Qualche anno dopo, però... le dissi che la colpa non fosse mia, e che semplicemente forse non era in grado di combattere, dato che si occupava a divertire le persone.
La sua reazione, invece, fu pietosa. Mi urlò contro, dicendomi che avevo torto e che fosse colpa mia. Poi prese la spada che il soldato aveva riportato e me la lanciò contro. Purtroppo essa mi colpì l'occhio destro e diventai cieco in esso.
Mia madre, invece di correre a soccorrermi, scoppiò a ridere, mentre mi vedeva piangere di dolore, con l'occhio e le mani piene di sangue.
Da quel giorno, lei continuava a menzionare il fatto che è stata brava ad avermi colpito in pieno.
Io ormai ero stufo di vivere quella vita: mia mamma che mi odiava, il popolo che mi ignorava e i miei vecchi 'amici', che credevo fedeli, che mi picchiavano.
Perciò fuggii in un bosco di notte, con le lacrime agli occhi.
In quel momento mi ritrovai davanti a un burrone molto profondo.
Sapevo che la mia vita fosse orribile, per questo mi voltai di spalle, e mi buttai nel dirupo, ponendo fine alla mia pietosa vita."

Disse Remi, spiegando com'era la sua vita in passato. Michi, invece lo abbracciò, e si commosse tanto, scoppiando in lacrime.

- "W-Woah. Hey, non piangere." - disse il demone cercando di calmare la bambina
- "M-Mi dispiace tanto per quello che ti è successo." - disse la bimba borbottando
- "Non ti preoccupare. Ormai ci sono abituato."
- "M-Ma... una domanda. I demoni in teoria vanno all'Inferno. Quindi tu per questi 700 anni eri là sotto? In mezzo alle fiamme e al calore?"
- "Sì. Purtroppo..."
- "M-Ma perchè? Tu non hai fatto niente di male..."
- "Io mi sono tolto la vita, e tutte le persone che lo hanno fatto finiscono laggiù."
- "Ma non è affatto giusto! Tu dovevi andare in Paradiso!"
- "Beh..."
- "Sai cosa, Remi? Io ti prometto che ti aiuterò a raggiungere il Paradiso! Andrai lassù e vivrai felice, come un tempo!"
- "W-Woah. Ne sei sicura? È impossibile da realizzare..."
- "Nulla è impossibile se collaboriamo! Ho promesso a mia mamma che non avrei mai perso il mio cappello di foglie, perciò ti prometto anche questo!"
- "Va bene. Vedremo come andrà..."

Il demone abbracciò Michi e le asciugò le lacrime. Poi accarezzò i capelli lisci della bambina. La bambina si accorse di aver appoggiato sul letto lo snack che il demone le aveva dato. Perciò, si avvicinò e lo aprì. Poi gli diede un morso. Lo snack era buonissimo, quindi in poco tempo lo mangiò tutto.

- "Buono, eh?" - chiese Remi
- "Molto! Ha un sapore particolare. Di cos'è fatto?" - chiese la fanciulla
- "Non posso dirtelo. È un segreto."

La bimba sorrise e corse ad abbracciare di nuovo il suo guardiano.

- "Sai... io avrei anche una mia amica, che penso che sarebbe felice di tornare lassù." - disse la creatura
- "Tornare? Che vuoi dire?" - chiese l'esperimento
- "È un'angelo. Sono sicuro che la incontrerai un giorno, in futuro..."

La piccola annuì e sorrise e improvvisamente si sentì molto stanca, perciò si addormentò tra le braccia della creatura che la prese in braccio e la portò sul suo letto.


~ Spazio autrice ~

Povero Remi... la sua infanzia non è stata una delle migliori... ma neanche una delle peggiori. Leggete i prossimi capitoli per scoprire di più!

La Ragazza dal Cappello di FoglieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora