What If... I love Deadpool? (Spideypool)

Capitolo Quinto

Quella sera Wade non aveva voglia di uscire. Si stava ingozzando di pizza e coca cola. Emise un forte rutto e poi fece un altro sorso di coca cola.
Stava guardando il film preferito di Vanessa.
Si sentiva depresso, e solo. Più tardi avrebbe provato a dare fine alla sua vita infinita e inutile.

Deadpool si girò verso la camera invisibile e parlò ai suoi spettatori. "Vi starte chiedendo perché sembro un senzatetto con una vita di merda oppure non ve ne fraga un cazzo cosa molto più probabile, ma... vi dirò comunque perché lo sembro. Oggi è il giorno dell'anniversario mio e di Vanessa." Concluse velocemente spingendo la camera invisibile via da sé.

La pizza non bastava più.
Quuel buco nero che provava non veniva dal suo stomaco, se ne accorse solamente dopo aver mangiato 6 pizza tra cui 3 con patitne e würstel, e 3 margherita. "È arrivata l'ora." Disse Wade alzandosi dal divano e allugandosi prima di camminare verso il tetto di casa sua.

Stava in un appartamento di una casa abbastanza alta. Arrivato sul tetto, prese un respiro profondo e si lasciò cadere all'indietro.

Era una delle tanti morti di Wade. Dopo la morte di Vanessa aveva sperimentato ogni tipo di morte, nessuna lo soddisfaceva quanto una pallottola dritta nel cervello. Quella sera era troppo pigro per soddisfare fino in fondo la sua voglia di morte, quindi aveva optato per una morte semplice.

senti la gravità su tutto il suo corpo che lo spingeva contro il marciapiede su cui si sarebbe schiantato.
Le persone che stavano nei dintorno sembravano essersi abituati a vedere persone buttarsi giù da quel tetto, non sapendo che fosse sempre lui quello a suicidarsi.

Morire gli faceva sentire che fosse più vicino a Vanessa, come se per cui momenti in cui chiudeva gli occhi lo connetterebbe a lei. Infatti quando percepii il suo corpo schiantarsi contro quella dura piattaforma che conosceva abbastanza bene, non provò tanto dolore, provò pace.

L'oscurità lo inghiottii, il silenzio e la pace si fece spazio dentro in quel posto che gli piaceva definire intermedio. Solitamente dicono che prima di morire si veda la propria vita passare davanti, a lui non è mai successo di vedere la sua vita prima di morire.
Forse perché non era mai davvero morto, oppure perché era una grandissima cazzata.

Trovandosi in quel posto tra la vita e la morte, Wade era solo. Non vedeva nulla apparte l'oscurità, ma e si impegnava riusciva a vedere Vanessa.
Vanessa e il suo pancione... il loro figlio.
Quello che doveva essere suo figlio.
Wade padre... chi se lo immaginava? Nessuno.

Spesso l'uomo pensò che fosse stato Dio a togliergli l'opportunità di diventare padre, perché non sarebbe stato un buon padre, oppure perché non si meritava di essere padre. Poi pensava al suo di padre, la merda umana in persona, ma intanto era diventato padre, quindi dopotutto non doveve essere colpa di Dio. Allora perché era stato negato di diventare padre? Di avere un figlio? Ma soprattutto perché gli hanno tolto Vanessa prima che lui potesse diventare suo marito.

È l'unica donna che Wade abbia mai amato. Non voleva nessuno se non lei. Era l'amore della sua vita, ma non la meritava quindi gli è stata strappata dalle braccia. Wade capii di essere morto quando i suoi pensieri si spensero. Non sentiva più niente. Era come un fischiettio alle orecchie, ma era un suono pacifico.

Si risvegliò urlando.
Il corpo che gli doleva per colpa dello schianto.
Non era morto. Almeno non definitivamente.
Uno sbuffò lasciò le sue labbra screpolate, e crude come la sua pelle.

Si rialzò con difficoltà. Alcune persone che passavano da lì lo fissavano inorridite, disgustate, sconcertate. Un morto si era rialzato. Wade era ricoperto di sangue, del suo stesso sangue.

Quando notò quei sguardi disse con voce sofferente "cosa cazzo c'è da guardare? Non avete mai visto nessuno resuscitare?! Non sono uno fottuto spettacolo!" Urlando in quel modo aveva solamente attirato ancora di più l'attenzione e si maledisse per non saper tenere a freno la lingua in certe situazioni.