Peter tornò a casa che stava peggio di prima.
Aveva detto ciò che credeva giusto, aveva messo le cose in chiaro. Allora perché gli sembrava che tutto fosse sbagliato? Che in realtà non avesse detto niente di giusto.Si strappò la maschera dal viso, e si buttò sul letto.
Si odiava, e non ne capiva neanche il motivo. Deadpool non è un errore, come poteva un essere così... perfetto ai suoi occhi essere un errore?Ogni volta che Peter lo vedeva si perdeva nel guardarlo, nel contemplare ogni minimo dettaglio, come gli occhi della maschera che a volte si ristringono, o i gesti con le mani che faceva, oppure quel accenno di un sorriso sotto la maschera che si poteva vedere se ci si stava davvero attenti.
Peter si perdeva nei dettagli di Deadpool, era una persona così unica, e questo lo rendeva ancora più interessante.
Ma Peter non poteva tornare indietro e rimangiare tutto quello che aveva detto. Non poteva perché aveva fatto la cosa giusta, aveva detto cose sensate.
Cavolo gli stava scoppiando la testa, non riusciva neanche a pensare. I suoi pensieri erano contraddittori, era come una guerra tra Peter e Parker. Cos'era giusto? Cos'era sbagliato? Non aveva la più pallida idea, perché ciò che giusto gli sembrava sbagliato, e ciò che era sbagliato lo desiderava come un bambino desidera il chupa chup
quando lo vede lì sul bancone dove si trova anche la cassa ai supermercati.Si addormentò tra pensieri, e un mal di testa abbastanza forte. Stava diventando un esaurito, né era più che sicuro.
L'indomani quando si risvegliò andò in bagno, si cambiò togliendosi la tuta da Spider-man di dosso, e indosso una tuta grigia e una maglia attilata nera.
Si lavò, e poi andò di sotto.Morgan sembrava non aspettare altro che quel momento perché con passo felino si avvcini al fratello non biologico. Si sedette difianco a lui al bancone della cucina, e poggiando la testa sul suo pugno disse "allora? Com'è andata?" Alzò due volte le sopracciglia con un sorriso sghembo sul volto.
Peter voleva affogarla, voleva soffocarla. "Male." Rispose semplicemente tenendo per sé i suoi impulsi poco eroici. Il sorriso sulle labbra della bambina sparii. "Cos'è successo?" Chiese quasi preoccupata.
Peter si ricordò che fosse solo una bambina, non poteva capire. "Nulla di cui devi preoccuparti." Rispose e dopo averle dato qualche pacca sulla spalla si rialzò. "Sei arrabbiato con me?" Chiese la più piccola. Peter avrebbe voluto urlare di si, perché era stata lei a convincerlo, a spingerlo a fare il passo che Peter evitava come la peste, ma la bambina aveva avuto ragione. Doveva affrontare i suoi demoni non importa quanta paura avesse di essi. E adesso non poteva addossarle delle colpe che non aveva.
"No, piccola." Rispose sorridendole.In quel momento suonò il campanello. "Vado." Disse Peter, per poi recarsi alla porta. Aprii e si ritrovò MJ davanti. Lei gli sorrise e lo abbracciò immediatamente. Peter era paralizzato. Spaventato.
Era passato troppo poco tempo dal bacio scambiato con l'uomo, aveva ancora la cicatrice fresca sulle labbra e nella mente. Non poteva affrontare MJ, non ora, ne mai. La guardava, e si chiedeva se la ragazza potesse leggerglielo in faccia. Peter sperava e pregava Dio che non avesse scritto sulla fronte "ti ho messo le corna."
La ragazza gli si buttò tra le braccia dicendogli "mi sei mancato, Pete." E Peter ricambiò l'abbraccio sapendo di non essere pronto per tutto quello che stava arrivando. Per tornare a guardarla in faccia senza pensare a alle cose orrende che aveva fatto dietro le sue spalle. Ai pensieri impuri che aveva avuto su un'altra persona che per di più era un uomo. MJ lo avrebbe odiato se sarebbe venuta a conoscenza di tutti quei dettagli che avevano scombussolato completamente Peter internamente.
Era una bomba pronta e implodere."Anche tu..." disse con una voce flebile, si chiedeva se la ragazza l'avesse sentito, o se fosse stato lui ad immaginare di aver parlato. La ragazza gli afferrò il viso e lo baciò sulle labbra.
Il sapore che aveva lei non aveva niente a che vedere con quello di Wade. Lei era dolce, fruttato. Mentre Wade sapeva di qualcosa di tossico e forte, il bacio di Wade era tutt'altro che dolce, sapeva come il liquore che ti attraversava la gola dopo averlo buttato giù tutto ad un fiato.
Cercò di perdersi tra le labbra rosee della ragazza, ma non poteva fare a meno di fare paragoni tra lei e l'uomo che gli stava facendo fondere il cervello.
"Che schifo." Commentò Morgan correndo di sopra.
Peter si staccò immediatamente da MJ. "Andiamo in camera?" Chiese lei, Peter semplicemente annuii un po' spaesato.Arrivati in camera, MJ si tuffò sul letto di Peter, e Peter invece si sedette alla scrivania. Era come se inconsciamente stesse mettendo spazio tra lui e MJ, come se avesse paura di un ulteriore contatto fisco.
"Peter, sono passata in un momento no? Ti vedo un po'... distratto." Disse la ragazza portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Peter forzò un sorriso. "No, sono un po' stanco, lo sai... faccio le ore piccole." Disse."Ned mi ha detto che un certo uomo strano mascherato ti abbia dato il numero." Ridacchiò MJ.
Peter si congelò sul posto, MJ non notò il suo cambiamento instantaneo, non notò come la schiena del giovane si raddrizzò, e come le spalle si teserò.
Peter forzò una risata, e fece di tutto per farla sembrare vera. "Era un fake... il numero è inesistente, o almeno credo." Si grattò la nuca a disagio. "Peccato, avremmo potuto divertirci." Disse lei portando le mani incrociate dietro la testa.
Peter la guardò confusa. "Lo sai, prenderlo un po' in giro, fare scherzi telefonici. Tanto di quello che mi ha detto Ned era completamente fuori di testa." Rise dinuovo. Sta volta Peter però no.La tensione che si era accumulata tra i due giovani, era affilata e tagliente. "Peter, sei strano." Disse lei d'untratto. "Non sono strano." Disse lui tra i denti evitando lo sguardo della ragazza.
"Certo che lo sei. Capisco che negli ultimi mesi sono cambiate tantissime cose, e mi dispiace tantissimo che tu abbia perso tua zia, e che adesso sei costretto a stare con Stark, e non hai più nessuno, ma io ci sono sempre stata per te. Non merito di essere trattata con questa fredezza." Disse lei, sembrava quasi... ¿ferita?
Peter la guardò con le sopracciglia inarcate. "Ci sei sempre stata? MJ, mia zia è morta qualche mese fa, e tu dopo il funerale sei completamente sparita. Sei andata in vacanza, e non ti sei più fatta sentire, qualche messaggino di buona notte e qualche scusa che non puoi chiamarmi non è essere presente. E stare con Stark, come lo dici tu non è una forzatura per me, è una benedizione a dirla tutta. L'unico che c'è davvero stato per me."
"Oh.. adesso capisco. Sei arrabbiato perché ero troppo impegnata per chiamarti, non ti facevo così... bambino." Disse lei alzandosi dal letto e incrociando le braccia al petto. "Nessuno è troppo impegnato, MJ. Io sono Spider-man, ho lavoro full-time ogni fottuta notte, di giorno sono Peter Parker che aiuta Tony Stark al laboratorio, ti sembro un ragazzo libero? Non è questione di essere impegnati o meno, è questione di cosa rendi una priorità, e tu mi hai fatto capire in tutte le lingue che io non faccio parte delle tue. Il tempo non si ha, ma si trova." Disse lui con lo stesso tono che gli rivolegva la ragazza. Erano entrambi arrabbiati. Peter non aveva la minima idea perché MJ fosse così arrabbiata, dopo tutto e lei quella ad essersi allontanata.
E se crede di rimediare presentandosi dal nulla davanti casa sua, e iniziare ad accusarlo di esere un bambino ed essere freddo nei suoi confronti non aiuterà.
In quel momento la ragazza ricevette una chiamata.
"Ti avevo detto che non sono a casa!" Disse quasi sussurrando esasperatamente. "Come?! Ora?!" Sta volta urlò. "Va bene, ho capito. Arrivo." Attaccò il telefono."Chi era?" Chiese Peter guardando ancora il telefono spento tra le mani di MJ. "Nessuno." Rispose lei, guardando ovunque tranne che gli occhi di Peter. "MJ, chi era?" Chiese nuovamente. "Mio padre. Devo andare, Peter. Parleremo un'altra volta." Disse lei, gli baciò una guancia, poi gli accarezzò un fianco.
"Ti amo, Peter." Gli disse e uscii dalla stanza.

STAI LEGGENDO
What If... I love Deadpool? (Spideypool)
FanfictionPeter Parker dopo la morte della zia era rimasto completamente da solo. Se non fosse stato per Tony l'unica figura paterna e mentore non fosse diventato ufficialmente il suo tutore legale. Adesso aveva due fantasici genitori e una sorellina. Dopo qu...