devo scappare

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Una volta uscite dal corridoio, aprirono il portone e si trovarono immerse nella natura. Erano le due del mattino e non si sentiva nessun rumore oltre che quelli ambientali dato che la maggior parte degli abitanti a quell'ora crollava dopo una giornata intensa di lavoro mentre invece Victoria da quando aveva smesso di lavorare si era incollata sul suo telefono ad osservare tutte le conversazioni con Olivier.

Cosa poteva mai essere successo? Aveva cercato ovunque ma non c'era nulla di strano e tutto sembrava normale. L'unica spiegazione è che se ne fosse pentito e per non farla soffrire non le aveva detto di persona le cose come stavano. Iniziò quindi a sfogarsi con Marie che conosceva benissimo suo cognato come era fatto ma per il bene della ragazza cercò di omettere qualche dettaglio che l'avrebbe fatta stare sicuramente peggio.

Marie cercò di ascoltarla e di essere una spalla su cui piangere ma più di questo non poteva fare. Victoria sarebbe stata l'ennesima vittima del fascino del francese ma questo ancora non lo avrebbe saputo. Una volta ritornata in camera però decise di provarci per lei a cui ormai da più di un mese era affezionata e la vedeva quasi come una figlia.


Olivier: sono le tre e mezza del mattino, è successo qualcosa a Roman o ai bambini? -disse con una voce impastata- ci sei? Ho sonno..

Marie: ascoltami bene perché non lo ripeterò. Smettila di far soffrire quella ragazza! Caccia le palle e vieni di persona a mettere un punto a questa cosa, hai capito?

Olivier: ne possiamo parlare domani? Buon..

Marie: domani un corno! Guarda che se entro domani sera tu non starai qui racconterò tutto a quella povera ragazza! Scegli: o lo fai tu o lo faccio io ma qualcuno dovrà pur farlo per il suo bene. Lo sai anche tu che Victoria non si merita questo schifo di comportamento!

Olivier: okay, ci sarò!


Olivier dal canto suo non potè continuare più a fondo la conversazione con la cognata a causa della moglie che era al suo fianco e che ovviamente dopo aver sentito squillare il telefono, preoccupata, si era svegliata e aspettava che lui dicesse chi fosse. Per fortuna trovò una scusa stupida e come sempre ci abboccò come un pesce.

Agli allenamenti fu distratto e molto confusionario e tutti lì se ne accorsero tranne lui che pensava che tutto andasse bene quando invece sia la sua testa che il suo corpo dicevano tutt'altro. Chiese a Theo di coprirlo con la moglie nel caso avesse fatto qualche domande e dopo l'allenamento corse in Svizzera per poter mettere fine a questa storia.

Durante il tragitto in auto come sempre cercò di formulare un discorso che fosse sensato e che non la facesse star male ma come sempre, una volta arrivato lì ma in particolare dopo averla vista le cose cambiarono immediatamente. Era nel prato a giocare con i bambini di Marie e di tanto in tanto, quando scendevano dall'altalena, correvano ad abbracciarla.

Non era la solita Victoria che conosceva ma anzi era una versione ancora più bella. Semplice e pura al contrario di come invece inizialmente si erano conosciuti. Restò a fissarla qualche altro minuto finchè lo sguardo della ragazza milanese si alzò e dopo aver messo a fuoco che fosse veramente lui e non un illusione gli corse incontro fino perdersi tra le sue braccia.


Olivier: -sorrise- andiamo in camera tua, qui ci potrebbero vedere!


Prima di seguirlo però Victoria accompagnò i ragazzi dalla madre, dopo qualche secondo uscì Marie che con un cenno di mano salutò Olivier. Marie le concesse perfino la sera libera e così dopo averla ringraziata per la millesima volta i due sorridenti entrarono nel suo appartamento.

Amanti: l'ultima promessaWhere stories live. Discover now