non sono stupida

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Olivier più confuso di prima si diresse in camera da letto prima e poi in bagno per sciacquarsi il viso e cercare di schiarirsi le idee. Theo era suo amico, compagno di squadra e confidente in qualsiasi situazione mentre Victoria era la sua Vic nonostante fossero passati anni sentiva ancora di appartenere a lei ma non sapeva se la ragazza provasse lo stesso.

Cosa avrebbe dovuto fare a quel punto? Infilarsi in una situazione più grande di lui? Di problemi ne aveva già troppi, Jen non gli dava pace per il mantenimento dei bambini e quasi una volta al mese si trovavano a discutere davanti a un giudice con i migliori avvocati del mondo per la custodia dei bambini e a Victoria non serviva altro stress ma come poteva lasciarla vivere infelice per l'ennesima volta?

Che stesse male era un dato accertato ma aspettava un bambino e proprio Theo era il padre, forse avrebbe dovuto lasciar correre tutto e aspettare tempi migliori? Ma poi come avrebbe fatto una volta trasferito in America? La vita di Victoria sarebbe finita completamente lontano da tutti e da tutto e non solo tre ore di macchina o una di aereo. La sua vita già sarebbe stata sconvolta dal bambino, era giusto che Olivier potesse vivere la sua vita e in modo tranquillo.

Alla mattina tutti si salutarono abbracciandosi e promettendosi che si sarebbero visti il prima possibile, le ragazze invece si organizzarono tra di loro creando addirittura un gruppo per decidere quando andare insieme a vedere le partite dei loro ragazzi escludendo Serena e Francesca. Vic e Theo quindi si diressero in auto e durante il tragitto di quattro ore circa nessuno dei due disse una parola, di tanto in tanto c'erano degli sguardi da parte di entrambi ma oltre questo nulla.

Prima di andare via Olivier l'aveva salutata abbracciandola e promettendole che sarebbe andato tutto bene e che avrebbe dovuto decidere solo e soltanto lei cosa fare, che in queste situazioni non c'era nulla che fosse giusto o sbagliato ma che avrebbe dovuto seguire solo il suo cuore.

I due però una volta arrivati a casa continuarono con questa sorta di mutismo selettivo che portarono Victoria a ritornare nella sua vecchia casa e Theo ad allontanarsi sempre di più chiedendole solo raramente come stesse e accompagnandola alle visite per il bambino quasi come fossero sconosciuti ormai. L'unica cosa positiva era quella di riaver allacciato i rapporti con le sue sorelle, era stata dura per Zoe ma non poteva stare senza sua sorella e perdersi la nascita di suo nipote nonostante fosse difficile.


Zoe: ha messo una foto con la sua ex, lo sapevi? -disse osservando lo schermo del telefono- è piena di tatuaggi, belli!

Celeste: ma che dici? Devi dire che è orrenda! Che ti dice il cervelletto? -disse furiosa-

Vic: -sorrise- meglio che stia con lei, se è questo che vuole! -scrollò le spalle- infondo io dall'inizio ho sempre detto che ognuno sarebbe dovuto andare per la sua strada e lui lo sta facendo, non ci trovo nulla di male!

Zoe: -sospirò- non era questa la vita che avresti dovuto vivere! Io davvero credevo che Theo fosse un brav uomo, forse un po bambino ma pur sempre bravo!

Vic: lo credevo anch'io! -sorrise- ed ora mi trovo a tre mesi dal parto con la mia faccia ovunque, a casa sua e senza sapere il sesso del bambino!

Celeste: ti sei pentita di non essere tornata con l'altro francese? -chiese sorseggiando la birra-

Vic: di tante cose mi sono pentita -rise- anche se stare qui e vedere la sera che si porta quella nel letto in cui un tempo dormivamo, in cui mi diceva che era innamorato di me anche quando lo rifiutavo fa male, è così umiliante! -disse osservando alla finestra- ma d'altro canto che scelta ho?

Zoe: ora che ho iniziato a lavorare potrei prendere casa in affitto per noi, che dite? Certo, il mio stipendio non è altissimo ma credo che ci potremmo arrangiare! -sorrise ottimista-

Amanti: l'ultima promessaWhere stories live. Discover now