OTTO

56 15 2
                                    

NOTA: tw! linguaggio un po' volgare e esplicito all'inizio.

➵ | ✎﹏ | .°• ⋆✩⋆

«Cosa ci fai ancora sveglio?» Jungkook accese la luce della cucina e entrambi strizzarono gli occhi per abituarsi alla stanza adesso bianca e luminosa. Si avvicinò al più grande e gli baciò una guancia e poi le labbra.
«Avevi detto che saresti tornato presto.» Rispose Taehyung, ancora assonnato, gomiti sul tavolo e gambe incrociate sulla sedia, il computer ormai spento di fronte a sé. Voleva aspettarlo sveglio ma si era inevitabilmente addormentato.
Jungkook era calmo mentre gli rispondeva a sua volta. Poggiò tracolla, giacca e cravatta sul divano e sbottonò i primi due bottoni della camicia per stare più comodo nei vestiti che indossava da quella mattina.
«Sì, scusami, stavo studiando e ho perso la cognizione del tempo.»
«Non potevi finire di fare lezione a Jimin e studiare qui a casa? Ero preoccupato— che cazzo è quello?» Taehyung si alzò di scatto dal suo posto, la t-shirt nera gli cadde leggera sui fianchi coperti solo dai boxer, con un dito puntava al collo di Jungkook.
Il minore si toccò dove l'amico aveva indicato e, una volta capito, sgranò gli occhi.
«Chi è stato?» Gli occhi di Taehyung si fecero ancora più scuri mentre indicava un succhiotto violaceo proprio nell'incavo del suo collo e un'altro intravisto per metà sul petto.
Jungkook non sapeva che fare: mentire un'altra volta o ammettere tutto?
Sospirò. «Okay, ecco, devo dirti una cosa, hyung.» Non aveva ancora spostato la mano dal collo per coprire il succhiotto, troppo imbarazzato, troppo colpevole, troppo codardo, troppo cieco.
Taehyung provò a prepararsi a un "ho un fidanzato o fidanzata", persino un "sono passato da una discoteca ed è successo", avrebbe preferito, tutto pur di sopprimere il suo sesto senso che invece la verità la sapeva già.
«Io... io non dò nessuna lezione a Jimin hyung, ci vediamo per fare sesso. Scopamici.» Jungkook sussurrò come se ci fosse qualcun altro in casa che non voleva svegliare. Assurdo. Si morse il labbro inferiore.
Taehyung gli prese il polso per spostargli il braccio lungo il corpo in modo da rivedere quel succhiotto. Assurdo. Lo stringeva ancora per un polso.
«Avevi detto che non te lo saresti mai fatto.» Disse, a denti stretti.
«Lo so, però è successo. È cambiato qualcosa? Non credo. Non c'è nulla di male. Funziona davvero per scacciare lo stress.»
Ma Taehyung non ci vedeva più dalla rabbia, delusione e gelosia. No che non aveva il diritto di prendersela così tanto, infondo lui e Jungkook non erano nulla, ma i suoi veri sentimenti ebbero la meglio e non riuscì a controllarsi, mostrandosi come un capriccioso adolescente.
«L'avevi promesso.»
«Tae, qual è il tuo problema? È perché non ti piace Jimin?» Jungkook iniziava a spazientirsi con quella questione, non gli piaceva che Jimin venisse giudicato senza essere conosciuto. Si scrollò la presa del maggiore di dosso e lo guardò severo negli occhi.
«Già, non mi piace, non voglio che vada a letto con lui.»
«Decido io quello che fare della mia vita. Sembra che vogliano decidere tutti per me, ultimamente.»
«Vuoi dirmi che prima di baciare me appena sei tornato, le tue labbra hanno toccato quelle di Jimin, la pelle di Jimin, magari anche il cazzo di Jimin!?» Pausa per espirare. «Quindi ti diverti a baciare e scopare tutti i tuoi amici? Con uno un giorno e con l'altro tutto il weekend? Non ti fai schifo?»
Jungkook stava zitto perché sapeva di aver torto. Insomma, era vero, non poteva baciare entrambi, non gli appartenevano, e invece lui li stava usando. Serrò le labbra.
«Domani vorrai farti anche me? E Jimin lo sa, che prima di baciare lui hai baciato me? Cazzo, l'hai fatto! Mi baci ogni santo giorno prima di andare a dormire!» Taehyung si mise le mani fra i capelli e si voltò verso la parete per non far notare i suoi occhi lucidi. Quella non era proprio colpa del castano, ma adesso Taehyung esprimeva ad alta voce ogni pensiero dettato dalla gelosia. Si sentiva tradito, ma tradito di che?
«Beh, siamo amici! Anche Jimin è mio amico, non posso farlo con lui come lo faccio con te?» Anche Jungkook provò ad alzare un po' il tono della voce, solo perché l'altro lo spaventava e bisognava tenergli testa. Taehyung non si arrabbiava mai.
«Non voglio una cosa a tre! Tu sei il mio migliore amico!» Urlò Taehyung. Lo urlò. Più chiaro di così non c'era: loro due erano solo migliori amici. La sensazione che Jungkook avesse trovato di meglio, che si fosse innamorato di un altro e che gli aveva mentito e lo baciava lo stesso pur di non dirgli la verità, trattandolo come una ruota di scorta, gli fece tremare mani e gambe.
«Hyung, che intendi?» A Jungkook, però, non era ancora molto chiaro.
In due passi si avvicinò a Taehyung ancora di spalle che sembrava avesse urlato al muro.
«Non f-fa niente.» Gli era tremata la voce. Doveva piangere ma non di fronte a lui.
«Hai ragione, è il tuo amico e la tua vita, non so cosa mi sia preso.» Tirò su col naso e si voltò finalmente a fronteggiare il minore.
Perché Jungkook doveva essere così bello se poi alla fine non era suo?
Taehyung incrociò le braccia al petto aspettando che il più piccolo parlasse e dicesse qualcosa, qualsiasi cosa pur di finirla lì, così poteva andare a dormire beatamente e pretendere che in un universo parallelo Jungkook non fosse in realtà il suo migliore amico.
«Okay, già, è così.» Il castano si dondolò sui talloni. «Senti, se c'è qualcosa che non va tu me lo dici, giusto? Se non è un bel periodo o cose del genere. L'hai detto tu che siamo amici.»
E adesso gliel'aveva detto anche Jungkook — gli sembrava strano che il moro avesse perso così tanto le staffe soltanto per quello che gli aveva tenuto nascosto, perciò si preoccupò per lui.
«Certo. Allora dormi bene.» La voce di Taehyung era ancora rotta. Gli voltò di nuovo le spalle, andò in camera e chiuse la porta a chiave. Si gettò con rabbia a pancia in giù sul letto, il corpo coperto ancora soltanto da una misera maglietta.
Soffocò qualche singhiozzo nel cuscino e dopo un paio di ore si addormentò.

C'erano sempre state parole non dette e represse tra i due che rendevano l'atmosfera sempre più strana ed avevano appena raggiunto il culmine. Era come se fossero amici ma non solo amici, fidanzati ma non proprio fidanzati perché erano comunque solo migliori amici. Vivevano nella continua contraddizione pur di non rovinare quel bel equilibrio tra di loro, troppo spaventati da quello che sarebbe potuto succedere se soltanto ne avessero parlato. Eppure si ritenevano grandi e maturi per gestire queste cose, ma evidentemente non lo erano abbastanza. Forse non avevano risolto proprio nulla con quella lite.

La mattina successiva, la prima domenica del mese di Maggio, Taehyung uscì di casa presto per non incontrare il più piccolo e non passarono insieme la giornata a vedere anime e coccolarsi.

SCHOOL 𐙚 btsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora