VENTI

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I titoli di coda dell'ultima puntata di Nana scorrevano sullo schermo della televisione. Jungkook stava fingendo di leggere ogni scritta solo per non far notare i suoi occhi lucidi, dato che la fine dell'anime l'aveva decisamente devastato.
Taehyung, invece, disegnava con un dito i contorni dei tatuaggi del minore da un po' di minuti, attaccato al suo braccio ed ipnotizzato dall'inchiostro come se fosse la prima volta che lo vedeva.
Anche la prima domenica di Giugno era andata così.
«Non credo mi riprenderò mai da questa fine.» Disse Jungkook spegnendo la televisione in modo che Taehyung dovette per forza allontanarsi da lui.
«Huh? Oh, già.» Rispose distrattamente.
Jungkook premette le labbra in una linea retta ma non resistette e ridacchiò. «Lo so che non stavi davvero guardando la puntata.»
«Non è vero! Sì che l'ho vista!» Il moro, ormai in piedi, posò le mani sui fianchi. Jungkook ne pizzicò uno. «Come vuoi.» E si diresse verso la sua camera.
Era così attraente anche quando non faceva nulla— Taehyung scosse la testa e seguì il minore, gli augurò la buonanotte ed entrò nella sua stanza seppellendosi sotto il lenzuolo alla ricerca del calore appena lasciato. Ma non c'era traccia del calore di Jungkook e lui voleva solo Jungkook.
Si girava e rigirava nel letto fino a quando non scoppiò a piangere. Pensò che quella sera l'avrebbe evitato, e invece, come ogni volta, si sentì in difetto nei confronti del suo migliore amico, gli mentiva ogni giorno ed ogni giorno era difficile accettare che non potevano essere qualcosa di più. Taehyung lo abbracciava, gli accarezzava i capelli e si accoccolava sulla sua spalla solo come amico, molto spesso sognava come sarebbe stato se invece Jungkook avesse ricambiato i suoi sentimenti ma poi si risvegliava dal suo stato di trance e si dava dello stupido egoista. Era un egoista perché non considerava i sentimenti di Jungkook, invece; lui chiedeva e pretendeva e desiderava e bramava, ma Jungkook non voleva niente di tutto questo, ed essere così egoista lo rendeva anche un pessimo amico.

Sentì a malapena Jungkook dirgli qualcosa dalla stanza di fronte, ma lui si coprì di più e andò con la testa sotto il lenzuolo mentre gli scappava un singhiozzo più forte.

«Hyung!» Gridò ancora Jungkook. «Puoi spegnere la luce del corridoio, per piacere?»
Il castano aveva già trovato la posizione più comoda per dormire e non gli andava di alzarsi.
«Taehyung? Dormi?»
Quasi fermò il respiro per sentire meglio cosa stesse succedendo nell'altra stanza, quando d'un tratto sentì un singhiozzo.
Si alzò di fretta e si avvicinò alla porta chiusa della camera di Taehyung da dove si sentiva davvero Taehyung piangere.
Jungkook deglutì a vuoto ed abbassò lentamente la maniglia.
«Taehyungie hyung?» Appena lo chiamò, il moro si fece più piccolo sotto la coperta e fece finta di dormire, ma il suo petto andava ancora su e giù velocemente e lo tradì.
Jungkook si inginocchiò alla punta del letto. «Fatti più in là, dai.»
Taehyung si spostò su un lato ed iniziò a piangere di più quando Jungkook tirò giù la coperta e lui non poteva più nascondersi se non con le sue mani. Si vergognava da morire.
Il castano era steso su un lato, il gomito sul materasso e la testa poggiata su una mano mentre con l'altra accarezzava i capelli del maggiore.
«Che è successo?» Bisbigliò con voce dolce.
Taehyung scosse la testa. «È p-per la fine dell'anime. Te l'ho d-detto che l'avevo v-visto, in realtà.» Si morse un labbro per evitare che la sua voce tremasse più di quanto non lo stesse già facendo.
Jungkook ridacchiò. «Non ci credo. Se non me lo vuoi dire va bene lo stesso, ma non mi dire bugie.» Storse il naso fingendosi offeso mentre le sue dita erano ancora intrecciate tra quelle ciocche scure.
Taehyung sospirò ma fu interrotto da un altro singhiozzo, strinse gli occhi fra di loro e le lacrime uscirono più copiose.
Allora Jungkook prese un estremità del lenzuolo e coprì anche il suo corpo, abbracciò Taehyung in modo che la sua testa fosse sul proprio petto e si lasciò bagnare la maglia dalle sue lacrime.

Non riuscì a chiudere occhio tutta la notte, non fin quando il suo migliore amico piangeva. Rimase sveglio ad accarezzargli la schiena fino alle cinque, e due ore dopo si alzò per andare a lavoro. Lasciò Taehyung a dormire nel letto, il viso distrutto sul cuscino bagnato, e gli diede un bacio sulla fronte.
Jungkook sospirò pesantemente a quella vista. Aveva intuito da tempo che c'era qualcosa che non andava e gli sarebbe piaciuto aiutare Taehyung, ma a quanto pare non voleva essere aiutato, visto che non si apriva con lui.
Decise di lasciargli un biglietto sul comodino.

Buongiorno hyung! È stato un sollievo per me vederti esprimere le tue emozioni, ieri, nonostante non sappia il perché di queste, ma mi ha fatto anche un po' male. Fa bene buttare tutto fuori, sai? Ci vediamo quando torno da scuola. P.S. ti voglio bene.

Quando uscì dalla camera di Taehyung per raggiungere la sua e finalmente vestirsi e lavarsi, si rese conto che la luce del corridoio era rimasta accesa tutta la notte.

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