A tuo modo

37 4 11
                                    

Era tutto pronto, tempistiche di cottura e dell'apparecchiare la tavola calcolate alla perfezione, come sempre. Onigiri e sushi già nei loro vassoi di legno, tempura e ramen avrebbero dovuto attendere ancora qualche minuto. Non poteva fare a meno di curare anche l'estetica nei minimi dettagli.

Avrebbe servito a tavola tutto nelle giuste temperature, l'ospite sarebbe stato puntuale, ormai Itachi lo conosceva abbastanza da non avere più dubbi. Lasciò andare un sospiro togliendosi finalmente i guanti di lattice, con cui aveva confezionato i deliziosi bocconcini, e il grembiule da cucina.

Impeccabile, come lo voleva il compagno. Maglia nera aderente maniche lunghe, metteva in evidenza ogni forma spigolosa della spina dorsale, del costato e del bacino. La scollatura ampia abbastanza da far risaltare le clavicole sporgenti. I pantaloni di pelle rosso mattone da qualche tempo gli andavano un po' larghi, ma se Zabuza gli confermava che vestito così era perfetto, significava che aveva ragione.

Controllò che lo smalto viola non fosse scheggiato, aveva iniziato a farne uso da soli due mesi e non era ancora molto esperto. Sempre lo stesso colore. Zabuza lo adorava, così lui si era fatto una scorta di ben quattro boccette nel dubbio di non riuscire più a trovare la stessa nuance in futuro.

Finalmente riuscì a riavviarsi le ciocche corvine che gli scivolavano sempre davanti alla faccia, alzò una mano per sfilarsi l'elastico rosso ma si congelò a mezz'aria trafitto dal dubbio se Zabuza lo avesse preferito con i capelli sciolti oppure no. Non aveva mai preso una decisione netta in merito, a volte sembrava piacergli di più con i capelli raccolti mentre altre no. La mano fine scese di nuovo lungo il fianco, avrebbe deciso il compagno il look più consono per la cena.

Sorrise sentendo l'acqua scosciare nella doccia, era fiero di non avere svegliato Zabuza producendo rumori molesti. Stava ai fornelli dalle dieci della mattina, Zabuza era appena rientrato dal turno di notte.

Zabuza non era violento e nemmeno cattivo, faceva le pulizie per Gato per pura necessità, d'altronde di qualcosa bisognava pur campare. Itachi non gli chiedeva mai niente dei suoi impegni, sapeva che non c'entravano niente con la persona che era Zabuza e che portarsi il lavoro a casa non è mai giusto.

Sicario.

Itachi scosse lievemente la testa, quella parola non faceva parte della persona di Zabuza. Era un mero mestiere. Lui era burbero, ma era fatto così e lo amava. Questo non c'entrava niente con il lavoro. E a Itachi erano sempre piaciuti i fusti di un certo tipo, gli dava protezione e sicurezza.

Stavano insieme da due anni, Itachi non aveva potuto permettersi di studiare ma faceva di tutto affinché almeno Sasuke potesse riuscirci. Preso il diploma, aveva cercato la sistemazione più rapida che gli era capitata. Andava bene così, era stato molto fortunato con quell'uomo più grande di cinque anni. Zabuza gli voleva bene e desiderava il meglio per lui, anche se a suo modo. Sarebbe stato sciocco se lo avesse lasciato scappare.


Itachi gli aveva chiesto se era il caso che anche lui si trovasse un lavoro, lo fece mentre stava piacevolmente rilassato godendosi il lento raffreddarsi del corpo dopo il sesso.

"Perché mai dovresti?" Zabuza, steso dietro di lui, faceva scorrere pigramente le punte delle dita sulla pelle candida della sua schiena "Non voglio che il mio cosino si stanchi troppo, già devi badare a casa, pasti e tutta la normale amministrazione. Lo sai che non farei mai mancare niente a te e a Sasuke."

Le forti mani di Zabuza lo avevano afferrato e costretto a girarsi nella sua direzione, lo aveva baciato tenendolo stretto. Nonostante Gato fosse una pericolosa sanguisuga, Zabuza si faceva sempre in quattro per loro.

Hold onto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora