Il segno indelebile

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 "Professore, non è che io mi sia divertito a fare in certo tipo di vita, non l'ho scelta." Naruto abbassò lo sguardo sulla sua ciotola ormai vuota "Solo in apparenza sembra che io ne vada fiero, ma si tratta di una strategia per darmi forza, per non cedere allo sconforto."

Naruto alzò gli occhi trovandosi davanti quelli bonari del professore. Avevano parlato per oltre due ore e, intanto, era giunta l'ora di cena. Ovviamente Iruka aveva preparato il piatto preferito del suo studente, il ramen.

"Non ho mai avuto nessuno che mi abbia dato coraggio o che abbia creduto veramente in me. Fino ad ora." Naruto sorrise.

Le sue parole non volevano essere una discolpa per aver appena tentato di impadronirsi di nascosto della sua moto, erano piuttosto una richiesta di perdono per non aver compreso appieno le azioni del suo insegnante fino a quella sera. Aveva immaginato che Iruka fosse mosso da un egoistico bisogno di riscattarsi da qualche errore. Invece, il professore non aveva mai smesso di donare affetto a chi ne aveva bisogno nonostante non fosse mai stato ricambiato. Agiva con l'energia tipica di chi è stato ferito.

"Lo so, Naruto. Io avevo intuito tutto dall'inizio."

Il viso di Iruka era paterno come sempre, mentre il biondo si sgonfiò in un sospiro tornando a guardare in basso. Lui, no, non aveva saputo leggere l'anima del professore. Non aveva avuto la più pallida idea di quanto avesse sofferto e di quanto ancora fosse preoccupato per il fratello.

Iruka voleva bene a Mizuki, nonostante tutto. Talmente tanto che aveva rischiato la vita diverse volte per lui. Adesso il professore si stava mettendo di nuovo in pericolo pur di impedire a Naruto e al fratello di partecipare a quella dannata gara, era pronto a sfidare Gato lanciandosi direttamente tra le sue braccia pur di salvarli entrambi.

Questo era quello che si imparava nelle famiglie, dunque. L'amore incondizionato. L'amore vero, quello che risveglia anche quel coraggio che non si sapeva di avere.

"Professore... Io..." Naruto aveva alzato di nuovo lo sguardo "Mi perdoni se non conosco il significato della famiglia, se non so cosa sia un padre, ma nessuno mi ha voluto."

Iruka, vedendo gli occhi del suo studente farsi lucidi, gli afferrò una mano attraverso il tavolo per incoraggiarlo a continuare.

"Finché sono stato piccolo, nessuno voleva occuparsi di un bambino che aveva subito un trauma del genere. Dopo sono diventato troppo grande affinché qualcuno volesse adottarmi. Progressivamente hanno smesso tutti di ricordarsi che avevo bisogno di mangiare, studiare, vestirmi e dormire. Adesso che sono maggiorenne le speranze si sono definitivamente spente. Non sono orgoglioso di quello che sono diventato, ma non ho avuto altre vie."

"Genma è un mio carissimo amico e mi ha parlato tanto di te" Iruka si raddrizzò sulla sedia, lasciò la mano di Naruto ma senza perdere lo sguardo affettuoso "Io ho sempre desiderato occuparmi di te. Avevo iniziato le pratiche per l'adozione ma è difficile che affidino un ragazzo a una persona single. Tuttavia non sarà un pezzo di carta a impedirmi di fare ciò che è giusto."

"Professore... ma allora lei..." a Naruto uscì soltanto sussurro strozzato, poi riuscì a ricomporsi grazie all'ausilio della mano destra con cui si massaggiò la nuca "Non capisco per quale motivo sia single visto che cucina divinamente."

Risero entrambi allentando la tensione con cui era partita la serata, in quel momento erano l'immagine di due vecchi amici.

Iruka, poi, tornò serio: "Sai, Naruto, io credo che il vero amore nella vita capiti una volta sola. Qualunque legame stretto dopo la sua perdita, anche se chi lo fa non ne è consapevole, è solo un mero tentativo di dimenticare il vuoto lasciato dal primo. Ecco perché ho scelto di restare solo nonostante le occasioni non mi siano mancate."

Hold onto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora