Gusci vuoti

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"Allora, Itachi, hai studiato bene il copione?" Juugo si era rivolto al riflesso del compagno mentre si sistemava il papillon davanti allo specchio della camera.

"Tu fingi di scappare per una chiamata urgente, io li provoco" aveva ripetuto Itachi a macchinetta. Era vuoto, non riusciva a sorridere al suo finto banchiere.

Ma era stato proprio Juugo a chiedergli di svuotare la mente affinché la recita venisse meglio.

È così che fanno i migliori attori, aveva detto.

"So che è la prima volta, ma non c'è niente di cui avere paura" Juugo si era voltato sorridente per stringere la vita sottile di Itachi e baciarlo a stampo "Karin e Suigetsu sono miei ex compagni di liceo, li conosco come le mie tasche. Lui è gay, anche se terribilmente volgare; lei rischierà lo svenimento solo vedendoti, va matta per i tipi come te. Qualunque cosa tu scelga di fare nessuno ti metterà i bastoni tra le ruote."

Strano che Juugo fosse andato a cercare gente che non vedeva da anni.

Era gente a cui non era affezionato e che non temeva di perdere?

"Ti ricordi la safeword?" Juugo aveva allentato l'abbraccio per guardare meglio il compagno negli occhi. Era l'immagine della dolcezza.

"Pomodoro."

"Beh, certo. L'hai scelta tu" Juugo si era stretto di nuovo Itachi delicatamente sul corpo, stavolta il bacio era stato più profondo, il moro aveva accolto la lingua del compagno squassato dai brividi.

Il cibo preferito di Sasuke sarebbe stato la presa di coscienza dei suoi limiti di sopportazione del dolore, Itachi aveva scelto qualcosa impossibile da dimenticare anche sotto l'influenza di eventuali sostanze. Juugo sarebbe stato capace di nasconderne ovunque, persino in una torta da offrire a ignari ospiti.

Un modo subdolo per ricordare a Juugo che esisteva anche Sasuke?

Da quando il telefono gli era volato sotto il divano non lo aveva più trovato. Dal momento che non poteva essere stato inghiottito da un buco nero, era evidente che lo aveva preso Juugo. Nessuno avrebbe più tolto la convinzione al rosso che lui chattava di nascosto con l'intenzione di tradirlo.

Itachi si sentiva riprovevole, schifosamente vigliacco per non riuscire a chiedere al compagno di restituirgli il telefono. Ma dentro di sé conosceva già la risposta, voleva evitare l'incresciosa scena di Juugo che negava fino alla morte accusando lui di aver perso il telefono per distrazione per poi scaricare la colpa sugli altri. Con i guadagni del film che stavano per girare, avrebbe comprato un altro telefono. Per fortuna sapeva il numero di Sasuke a memoria.

"Sei perfetto così" Juugo contemplava il moro stretto negli striminziti pantaloni di pelle verde scuro e nella maglia aderente che gli sottolineava le ossa sempre più evidenti. Poco trucco in modo che Karin non ne restasse sconvolta, quanto bastava per coprire l'ematoma sulla guancia e per mettere in evidenza gli splendidi occhi "Sotto hai tutto l'occorrente?"

Itachi aveva annuito. Il sistema di cinghie di cuoio che gli fasciava il corpo sotto i vestiti, era talmente stretto da farsi sentire prepotente a ogni respiro. Sarebbero servite per facilitare le operazioni successive al falso rientro di Juugo quando avrebbe scoperto, per finta, il compagno intento a circuire i suoi due amici.

"Dai, andiamo. Karin e Suigetsu sono già in salotto a festeggiare... il tuo finto compleanno" Juugo sorrideva amabile sistemando i lunghi capelli di Itachi con lievi carezze, li aveva voluti sciolti "La telecamera è nascosta sul camino, tu fingi che non ci sia. Vedrai che ci divertiremo."

Itachi si era lasciato guidare da Juugo lungo il corridoio, il braccio possente sembrava volerlo proteggere dalla falsità di quel party. Dalla frustrazione che tutto era stato organizzato meglio che se fosse stato davvero il suo compleanno.

Hold onto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora