Aggrappati a me

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La sera aveva fatto il suo lento cammino rendendo la stanza sempre più buia, le luci artificiali avevano sostituito quella del sole senza renderle giustizia.

Konohamaru era tornato a casa da un paio d'ore, Naruto lo aveva salutato senza lasciare la mano inerte del moro. Quando la voce dell'amico gli era giunta, Naruto non si era voltato, non era riuscito a scollare lo sguardo da quel viso che sarebbe sembrato solo tranquillamente addormentato se non fosse stato per il rumore dei macchinari che aveva collegati.

Non era solo il battito cardiaco elettronico, Naruto aveva sospirato più volte di tristezza quando il suo sguardo si era posato sulla flebo o sul tubicino che lo aiutava a respirare.

La vita del moro era salva, era leggermente sedato e stava espellendo gli ultimi residui di carbone attivo dal sondino inserito nel naso. Tsunade gli aveva assicurato che l'indomani avrebbe aperto gli occhi.

Avrebbe detto il suo nome, il perché del desiderio di distruggersi. Naruto non vedeva l'ora di capire cosa nascondeva in fondo al cuore torturato, non si sarebbe dato pace fino a che non avesse visto un sorriso illuminare quel viso delicato.

"Naruto, vai pure a riposare, rimango io qui per la notte."

Tsunade era entrata silenziosa nella stanza, Naruto era talmente preso dal ragazzo steso sul letto da non sorprendersi minimamente sentendo la sua voce. Il moro non aveva più i vestisti con cui era arrivato, dopo averlo lavato gli avevano infilato un camice blu di cotone. Naruto lo guardava respirare, una semplice collana con tre cerchietti d'argento si perdeva tra le forme delle clavicole sporgenti.

Teneva d'occhio il sacchettino del catetere che si riempiva lentamente. Sentiva il cuore accartocciarsi come una foglia morta.

"Sta bene, possiamo togliergli il sondino e la flebo" disse la dottoressa dopo aver posato un piccolo asciugamano sul petto del moro "Continueremo a monitorarlo per sicurezza."

"No, non sta bene se è arrivato a tanto" Naruto protestò stringendo forte i pugni, non gli importò che Tsunade vedesse i suoi occhi riempirsi ancora di lacrime mentre la guardava costernato.

Tsunade gli accarezzò la testa bionda sorridendo: "Sollevagli un poco le spalle e tienigli su la testa, facciamo in pochi secondi."

Naruto eseguì toccando ancora il ragazzo come se dovesse andare in pezzi da un momento all'altro, ma la sua pelle chiara era calda, quasi bollente. Quella vita che lui aveva desiderato spezzare gli scorreva ancora dentro gridando la sua vittoria. Intanto Tsunade si infilava dei guanti di lattice dopo aver disinfettato le mani.

Il tubicino di plastica e l'ago sgusciarono via dal suo corpo rapidamente, Naruto si domandò come avrebbe reagito se fosse stato vigile, forse si sarebbe fatto prendere dal panico costringendoli ad allungare il lavoro nel tentativo di calmarlo.

No, tu sei uno che soffre in silenzio.

Il moro espulse nell'asciugamano gli ultimi residui che aveva nello stomaco, Naruto lo rimise in posizione stesa solo al termine della reazione.

Lo sguardo comprensivo di Tsunade sembrava accarezzare Naruto, lo ammirava pulire le labbra del moro con delle salviette. Era cambiato in poche ore, la dottoressa fu certa che ognuno avesse le chiavi del cuore dell'altro.

"Naruto, dovrà essere ricoverato. Anche se fisicamente si riprenderà non possiamo essere altrettanto sicuri per l'aspetto psicologico."

"Lo so" Naruto le rispose ancora senza guardarla, massaggiava la mano del moro con un pollice "Ma se dovesse svegliarsi all'improvviso non voglio che si trovi da solo."

Hold onto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora