Mobilitazione

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Sasuke aveva chiuso gli occhi e chinato il capo, non gli interessava passare da vigliacco, sarebbe stata un'impressione sbagliata perché non lo era mai stato. Sopportare oltre non gli avrebbe cambiato la vita e non avrebbe cambiato quella di Itachi. I denti gli stridevano nella stretta senza pietà. Quell'energia averebbe voluto utilizzarla subito, ma, siccome non era stato possibile, aveva dovuto incanalarla altrove.

Aveva udito il lieve schiocco della pelle di Sakura mentre si posava, scandalizzata, le mani sulle guance. Sulla sinistra, il deglutire difficoltoso di Naruto.

Aveva sentito Madara sospirare e poi rimettere il monitor del computer nella posizione originaria, quella da cui loro tre non vedevano niente. Solo allora Sasuke aveva riaperto gli occhi per fissarli, saldi, sul viso del cugino.

"Questo film ha venduto un centinaio di copie in meno di un'ora, nei giorni successivi la media è addirittura raddoppiata."

Madara spiegava con calma, le mani posate sulla scrivania, le punte dei polpastrelli appoggiate le une contro le altre. Sasuke aveva dovuto frenare l'impulso di ribaltarglielo con un calcio quel maledetto tavolo, stava parlando di Itachi, suo cugino, appeso al soffitto e violentato come un pezzo di carne da tre macellai drogati. Il viso era una maschera di ematomi vecchi di qualche giorno e sangue fresco.

Stava parlando di Itachi, il suo adorato Nii – san.

Una massa di pervertiti senza scrupoli aveva pagato per ottenere immagini del genere.

Sasuke bruciava di collera, lo sguardo si era assottigliato diventando tagliente come la katana che aveva dovuto abbandonare, la bocca talmente stretta e piegata all'ingiù da diventare bianca.

"Ho rintracciato la fonte, ho capito chi è Juugo e dove si trova..."

"Allora cosa aspetti, Madara?"

Sasuke era esploso, non avrebbe potuto trattenersi ulteriormente davanti all'atteggiamento di Madara, se solo ci avesse provato sarebbe morto. La vista gli si era offuscata, era sgusciato dalla presa di Naruto e Sakura che avevano cercato, invano, di trattenerlo. Con la schiuma agli angoli della bocca, aveva assestato un pugno così forte alla scrivania da incrinare il piano. Quando aveva sollevato la mano, Sasuke aveva scoperto il legno macchiato di rosso. Sembrava non sentire il dolore, era rimasto con il pugno mezz'aria che gocciolava sangue, fissava Madara ansimante e tremante di collera.

"Tra due ore riavrai Itachi a casa, lascia fare a me, Sasuke" Madara continuava con il massimo autocontrollo, non era neanche sobbalzato al violento scatto del cugino.

"Tra due ore Itachi potrebbe essere morto, Madara" Sasuke gridava agitando il pugno in aria, schizzi di sangue erano volati sulla scrivania "Vengo anche io con te."

"Non posso portarti, Sasuke, sei troppo alterato" lo sguardo di Madara si era trasformato da calmo a gelido senza che lui avesse apparentemente mosso un muscolo "Con gente come quella non si scherza e nemmeno con la roba che usano, ci ho quasi rimesso la pelle io stesso qualche giorno fa. Ho scoperto che Juugo e i suoi amici sono consumatori abituali del Segno Maledetto, lo hanno sempre assunto ingerendolo per non lasciare segni sulla pelle. L'effetto è più blando ma comunque devastante."

"Però non hai esitato a portarti dietro Naruto e Sakura quando sei venuto a cercare me, vero Madara? Li avevi anche armati a puntino" Sasuke aveva colpito di nuovo la scrivania, stavolta con entrambi i palmi "Si tratta di mio fratello, dannazione! Non posso starmene seduto qui senza intervenire. Pensavo tu potessi capirmi, Madara, dopo quello che hai passato con Izuna."

"Sto parlando di tuo fratello ma anche di mio cugino" Madara era più irremovibile che mai, poi il suo sguardo si era ammorbidito "Ammetto di non aver calcolato bene tutto con Orochimaru, abbiamo rischiato di morirci tutti e contro un solo uomo. Te la sei cavata egregiamente, Sasuke, ma stavolta sei troppo coinvolto emotivamente. Non posso azzardare."

Hold onto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora