Strong enough

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I passi di Sasuke e Naruto si erano arrestati all'unisono ai piedi della ripida scaletta, lo sconcerto aveva tolto loro le parole, ma lo strillo di Sakura era riecheggiato comunque nell'angusto spazio dello scantinato. Rimbombava senza poter sfuggire ai diversi metri di terra che li circondavano.

Non era un grido di spavento, bensì di orrore.

Il lieve ticchettio era appena udibile, ma talmente sinistro da sovrastare lo stesso il fracasso dell'aspiratore del camino. Avrebbe fatto breccia senza pietà nei sogni dei tre ragazzi per sempre, da ora in poi. Puntuale, ogni volta che i loro occhi si sarebbero arresi al sonno.

A Naruto si erano ribaltate le viscere, non aveva dato di stomaco solo perché non mandava giù niente da praticamente tutto il giorno.

Il sangue di Sasuke si era fatto gelido come quello di un rospo.

Sakura, con le mani davanti alla bocca, non riusciva a distogliere lo sguardo dall'immagine raccapricciante.

Il picchiettare ritmico veniva dai palmi delle mani di Madara, non poteva fare a meno di colpire il grezzo pavimento di cemento in preda alle convulsioni.

Gli occhi sbarrati ma bianchi come uno zombie, la schiuma che stava rigurgitando era talmente densa che pareva aver sputato la mascella facendo sporgere i denti diversi centimetri fuori dalla bocca.

Madara aveva perso il controllo di ogni muscolo del corpo, compresi quelli della respirazione, i piccoli rantoli spezzati non sembravano neanche umani. I suoni erano pressappoco quelli di un corpo appena decapitato che cerca ancora di parlare dalla trachea recisa.

Naruto aveva dovuto sputare un rigurgito acido prima che gli ustionasse la gola.

Orochimaru incombeva sulla sua vittima, nella foga delle impellenti voglie di cinquantenne, si era calato pantaloni e boxer senza esserseli sfilati completamente. A giudicare dalla reazione del suo corpo, la scena lo stava eccitando in modo irresistibile. Stava per abusare di Madara nonostante una pozza di urina si allargasse a vista d'occhio.

"Naruto, Sakura, portate fuori Madara. A questo essere ripugnante ci penso io. So dov'è l'Explorer, l'ho visto arrivando, aspettatemi lì" Sasuke aveva sguainato la katana senza staccare lo sguardo da quello che avrebbe dovuto essere il suo maestro.

Sebbene fosse stato costretto a rimettere il membro a malincuore nei pantaloni, la ghigna di Orochimaru si allargava a dismisura. Non era spaventato dall'arma di Sasuke, anzi, sembrava non aspettare altro.

Il sangue di Sasuke da gelido era diventato incandescente, la strafottenza di Orochimaru lo faceva esplodere come benzina. Cercava di contenersi, forse era una strategia per fargli perdere le staffe e indurlo a sbagliare.

Sakura aiutava Naruto a caricarsi in groppa Madara, prima che potesse avviarsi per fare strada al biondo, Sasuke le aveva sfilato il Taser dalla tasca del giubbotto.

Orochimaru rideva sguaiato, la bocca talmente aperta da rendere l'ugola visibile nonostante la fioca luce: "Cosa pensi di fare con quell'arnese, pivello?"

Sasuke aveva dovuto ingoiare di nuovo la rabbia, sentiva la testa scoppiare, ma prima di affrontarlo voleva aspettare che Sakura, Naruto e Madara fossero fuori al sicuro. Si era messo il Taser in tasca tornando a concentrasi sulla katana.

Sakura era sparita sulle scale, Naruto traballava nella difficoltà di trasportare un uomo molto più pesante di lui e in preda a feroci spasmi.

Orochimaru non la smetteva di ridere. Sasuke aveva fatto in modo che la lunga frangia gli ricadesse sullo sguardo, negare a Orochimaru la possibilità di vedere la direzione dei suoi occhi lo faceva sentire più saldo.

Hold onto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora