Limpido

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È questo che si prova ad avere un padre, dunque?

Naruto aveva paura. Sapeva che quella situazione sarebbe finita presto per andargli stretta e lui non lo avrebbe voluto.

Da un paio di mesi aveva accettato l'aiuto di Iruka, il professore sembrava avere le idee ben chiare sulle azioni da fare, ma Naruto aveva la sgradevole sensazione che stesse agendo solo in superficie.

Iruka si era impegnato per trovargli un lavoretto nella cucita di un fast food, si trattava di un part time si sole quattro ore per permettergli di studiare e vedere gli amici.

Dal momento che la moto era custodita nel garage del professore, era lui ad accompagnare Naruto a scuola ogni mattina e a riportarlo indietro, naturalmente non rifiutava mai ogni passaggio straordinario che il biondo gli chiedeva. Gli avrebbe riconsegnato il mezzo dopo il conseguimento della patente, ovviamente a spese dell'insegnate. Naruto non gli aveva raccontato comunque niente sul vecchio proprietario e su come ne era entrato in possesso, l'insegnante non gli aveva fatto domande come se già avesse previsto di andare a toccare un tasto troppo doloroso.

Iruka si prodigava in mille modi, tre volte a settimana dava ripetizioni a Naruto dopo cena a casa sua. Lo invitava a fare almeno un pasto lì ogni giorno, gli donava con pazienza il suo tempo senza nessun limite.

La domenica lo accompagnava a fare volontariato al pronto soccorso in sostituzione dei dipendenti che erano in pausa. Secondo Iruka era un'ottima palestra per entrare in sintonia con gli altri.

Naruto non aveva mai saputo di no al professore, opporre resistenza al suo atteggiamento paziente e paterno sarebbe stato un delitto.

Questa fastidiosa sensazione di mani legate era iniziata da subito, già a bordo della macchina di Iruka mentre il professore stava riportando lui e Konohamaru a casa dopo averli pizzicati alla gara di Gato. Nonostante a Naruto fossero appena passate vivide davanti agli occhi le ultime immagini dei suoi genitori, non aveva potuto fare a meno di notare come il professore apparisse più sconvolto di lui. Iruka aveva pronunciato solo poche parole e fatto brevi sorrisi tirati. Guardandolo di sottecchi dal sedile del passeggero, Naruto aveva visto i suoi sforzi per non farsi rotolare lungo le guance quelle lacrime a cui non aveva saputo impedire di fare capolino.

Non poteva essere solo per aver sorpreso due ragazzi impegnati in una gara clandestina, di cui uno un suo studente. Naruto non poteva credere che Iruka era stato così scosso dall'averlo trovato in quella situazione. Nessuno aveva mai tenuto così tanto a lui, non era avvezzo a ricevere così tanti riguardi dagli altri.

Iruka non era capitato in quella piazzola per caso, questo Naruto non riusciva a toglierselo dalla testa.

Ha a che fare con la cicatrice?

Nonostante tutti i buoni propositi del professore, Naruto sentiva che qualcosa strideva. Era stato strappato da un giorno all'altro dalla vita che aveva sempre condotto e di questo Iruka sembrava non averne tenuto conto. Si era iscritto a scuola guida, accettato sia lavoro che volontariato, acconsentito di chiedergli passaggi, ma Naruto non sentiva di averlo fatto per sé stesso.

Era stato ingabbiato dal timore di spezzare il cuore al suo insegnante. Iruka lo teneva stretto a sé con una possessività sotterranea, cercava di colmare un vuoto attraverso Naruto.

Perché? Cosa non mi ha detto?

Tornando a casa a piedi dopo il turno del pranzo al fast food, Naruto sentiva che il punto di rottura ormai era vicino. Iruka aveva curato il suo mondo esteriore tralasciando l'aspetto psicologico, sembrava proprio il professore la parte emotivamente più fragile in quella situazione. In realtà, stava curando sé stesso.

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