Incanto

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Sto arrivando.

Quanto ti manca?

Cinque minuti.

Va bene, allora esco subito.


Finalmente. Itachi stava camminando nella notte da più di quaranta minuti, procedeva con un passo sostenuto ma il posto era molto distante da casa sua.

Quando, seguendo il navigatore del telefono, era entrato nella desolata zona industriale, era stato certo di aver sbagliato strada. Niente traffico e nessuna persona a piedi, c'era solo Itachi a percorrere le ampie strade costeggiate da attività in pausa. Nessun segno dei clienti della discoteca davanti alla quale aveva appuntamento. Rabbrividì, avrebbe potuto essere preda di qualche malintenzionato nascosto nell'ombra in qualunque momento. Ma era certo che, prendendo confidenza, il ragazzo che stava per incontrare non avrebbe più permesso a uno con un fisico un terzo del suo di attraversare la città a piedi da solo a quell'ora.

Improvvisamente, un ampio parcheggio gremito di macchine era sbucato alla fine della rampa di un viadotto tutt'altro che pedonale. Itachi aveva iniziato a sentire il fastidioso basso martellante, probabilmente il locale doveva trovasi in un seminterrato a giudicare da come la musica arrivava ovattata.

Agganciato il suo obiettivo, ci si diresse senza distrazioni. La tettoia della paninoteca era inconfondibile e ne vedeva solo una.

Le immagini si facevano più nitide a ogni passo. Ragazzi che andavano e venivano dal parcheggio, la discoteca non era stata ricavata da un seminterrato ma si trovava all'interno di un capannone evidentemente ben schermato, ma, ogni volta che qualcuno apriva la porta, la musica arrivava completa di ogni sua parte e non più solo del basso.

Alla paninoteca c'era un solo cliente, Itachi lo vedeva di spalle mentre stava appoggiato al bancone per parlare con la proprietaria. A quanto pare si conoscevano, era proprio lei la celeberrima Zozza.

Itachi si avvicinò ancora scorgendo altri particolari del ragazzo. Doveva essere alto almeno due metri, spalle larghissime, braccia muscolose e pelle abbronzata. Sì, era davvero un culturista. Ottimo.

Nonostante il freddo, sembrava completamente a suo agio con la sola canottiera argentata infilata dentro i jeans. Capelli rossi tirati su dal gel in tante punte, andavano in ogni direzione senza essere disordinati. Anzi, si vedeva che dietro c'era un'attenzione maniacale. Sì, era lui.

Quando a Itachi mancavano ormai pochi metri per raggiungere il bancone, l'altro si voltò percependo la sua presenza. Doveva avere avuto per forza una specie di premonizione visto quanto Itachi era stato silenzioso.

Juugo sorrise, l'espressione dolcissima nei grandi occhi marroni a dispetto della mole, Itachi si sciolse senza darlo a vedere.

"Ehi." Non seppe dire altro allargando le braccia per andare incontro a Itachi sorridente.

Ma in quella piccola sillaba si era concentrata tutta la sua dolcezza. Itachi sorrise sentendosene lusingato.

"Ciao" il moro non fece gesti lasciando che fossero gli occhi a parlare al posto suo, li sentì attraversati da un bagliore amabile "Ti immaginavo proprio così."

Juugo rise: "Io no."

"E come?"

Gli occhi di Itachi si erano assottigliati nel sorriso, già si crogiolava nel futuro complimento che gli avrebbe rivolto Juugo dicendogli come dal vivo fosse molto più bello, che le foto non gli rendevano giustizia e via dicendo.

Hold onto meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora