Queste nuove sensazioni

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 "Mi chiamo Sasuke Uchiha. Non voglio parlare dei miei sogni, odio un sacco di cose e non me ne piace nessuna in particolare."

Quella voce calda e glaciale al tempo stesso, riscosse Naruto dalla nebbia in cui si era perso. Non aveva registrato niente della nuova scuola, era arrivato lì come se fosse mezzo anestetizzato. Conservava solo ricordi offuscati dell'esterno del palazzo stile classico moderno. Era vaga l'immagine del corridoio dall'intonaco giallo che aveva percorso per arrivare in aula, così come le voci dei nuovi compagni che aveva udito senza capire.

Nessun volto gli era rimasto davvero impresso, nemmeno quello dell'insegnante di lettere che era presente adesso. Ora che ci pensava era stato proprio lui, il professore Iruka Umino, a chiedere a tutti gli studenti di descriversi brevemente per presentarsi al nuovo arrivato.

Sasuke Uchiha sedeva nella prima fila, aveva parlato atono senza nemmeno voltarsi verso il destinatario del discorso che si era seduto circa a metà della stanza. Lo aveva fatto solo perché ordinato dal professore, niente di più.

Naruto non aveva mai visto nient'altro che la sua nuca e le sue spalle. Il collo bianco e sottile era lasciato scoperto dai capelli pettinati in modo maniacale con il gel. Le ciocche talmente scure da sembrare sui toni del blu, erano tirate in alto sulla testa leggermente spostate a destra. Si vedeva che Sasuke aveva voluto creare uno stile personalizzato e inconfondibile. Nonostante il carattere schivo, aveva un certo desiderio di distinguersi dalla massa che difficilmente avrebbe esternato.

Il professore gli aveva rivolto un impercettibile sorriso annuendo, Sasuke non si era mosso di un millimetro, lo sguardo fisso davanti a sé. Se Naruto avesse avuto modo di vedere i suoi occhi, probabilmente li avrebbe sorpresi nel tentativo di aprire una breccia nella parete di fronte.

Gli occhi scuri di Iruka si posarono su Naruto, grandi, paterni e amorevoli. Il viso era attraversato da una cicatrice orizzontale, Naruto si chiese cosa gli fosse successo.

Era vero, Genma aveva usato la massima cura per scegliergli la nuova scuola e gli insegnanti. Naruto lo ringraziò silenziosamente.

E a te, Sasuke? Cosa è successo?

Il moro era cupo e non dava confidenza a nessuno, non solo al ragazzo appena arrivato. Naruto aveva realizzato in quel momento che non aveva mai sentito la sua voce, Sasuke aveva parlato solo per eseguire il compito assegnatogli dall'insegnate. Non si era mai unito alle battute scherzose e all'allegro vociare degli altri studenti, sembrava che per lui fosse tutto insulso e stupido.

Naruto si chiese il motivo, se questo potesse essere semplicemente dovuto al suo pessimo carattere. Magari aveva una famiglia che lo aveva viziato, era forse figlio di qualche nobile?

Nonostante la vita difficile che aveva attraversato, Naruto non era diventato come Sasuke. Lui a farsi degli amici ci aveva sempre provato, aveva lottato per piacere agli altri e per farsi accettare. Almeno i primi anni, aveva combattuto fiducioso che il suo dolore potesse essere compreso.

Molto improbabile che qualcuno avesse avuto una vita peggiore della sua, compreso Sasuke. Se un ragazzo di diciotto anni stava messo così, se era capace solo di dire che odiava la vita e che non gli interessava niente, era possibile che fosse uno abituato a vedere una montagna in ogni sassolino. Capitava spesso alle persone che non avevano mai conosciuto il vero dolore.

Naruto sospirò, suo malgrado Sasuke lo intrigava. Gli dispiaceva che non fosse capace di godersi la spensieratezza dell'adolescenza, che avesse gettato la spugna senza nemmeno provarci. Si stava perdendo gli anni più belli, questo pensiero colpì Naruto come una stilettata inaspettata.

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