Naruto non era uno che si arrendeva facilmente, prima che si fosse deciso a gettare la spugna erano trascorsi anni. Aveva iniziato a combattere dalla nascita ed era dovuto arrivare in quarta liceo per capire che era tutto inutile.
Solo ora la gente aveva iniziato sul serio ad apprezzarlo, adesso che le lacrime sembravano essersi prosciugate sul fondo delle sue iridi azzurre. Sorridevano, avevano smesso di deridere il suo dolore, sembravano comprenderlo, lo ascoltavano e qualcuno arrivava addirittura a stimarlo. Nessuno si era più sognato di affermare che i problemi li inventava solo per attirare l'attenzione.
Erano finite le lotte, i pianti e le grida fino a perdere il respiro sperando che qualcuno lo abbracciasse. Erano terminati i silenzi confidando che qualche anima buona e comprensiva arrivasse per chiedergli cosa aveva. Aveva anche smesso di fare scherzi e battute, la strategia della simpatia a tutti i costi era stata l'ennesima strada senza uscita.
Accadeva tutto ora che la sofferenza aveva scelto di tenersela per sé visto che mostrarla agli altri era inutile.
Naruto si domandava il motivo di questo cambiamento accadutogli intorno, perché era iniziato a piacere alla gente solo dopo essersi rassegnato.
Ce l'aveva messa tutta per uscire dalla trasparenza in cui era finito in seguito alla morte dei genitori, i mezzi che aveva dovuto usare erano stati discutibili, ma erano anche stati gli unici a sua disposizione.
Era ancora traumatizzato dalle maschere inquietanti che si era visto interrottamente davanti agli occhi per tre giorni a causa dei semi di stramonio mandati giù per farla finita, prima aveva perso di proposito venti chili. Ennesimo tentativo di dimostrare che soffriva andato a vuoto.
Niente aveva funzionato, il bullismo a scuola era continuato così come la solitudine a causa della gente che lo scartava da quando era venuto al mondo. Non si era fatto avanti nessun amico, nessuna persona speciale era arrivata al suo fianco per restare.
Tutto inutile, come sempre. La gente gli aveva voltato ancora di più le spalle non prendendolo sul serio. Naruto non aveva mai capito i reali motivi per cui tutti sembravano tendere naturalmente a escluderlo, era giunto alla conclusione che non li conoscessero nemmeno gli stessi bulli.
Motivazioni come: non capisci niente, sei uno scherzo della natura, sei brutto, sei ignorante, erano decisamente troppo vaghe, non spiegavano niente e non reggevano nemmeno se messe insieme con il mastice.
Il suo dolore era stato invisibile e invalidato per tutta la vita, non aveva senso lottare ancora sperando che qualcuno lo vedesse. Il mondo era marcio senza rimedio, bisognava adattarsi e basta.
Magicamente gli altri sembravano essere diventati empatici nell'esatto momento in cui lui aveva perso fiducia nel prossimo.
Ma questa non è empatia, è resa.
Qualche amico si era fatto timidamente avanti, come quel Konohamaru che aveva iniziato a considerarlo il suo idolo.
"Naruto, perché non mi insegni a guidare la moto?"
"Perché hai diciassette anni, cazzone."
"Senti da che pulpito, tu ne hai solo uno più di me. Dimmi la verità, Naruto, hai paura che io possa diventare più bravo di te e soffiarti il posto di primo in classifica."
Naruto espirò il fumo con un gesto plateale delle labbra, inutile che Konohamaru gli rivolgesse quello sguardo da cucciolo implorante. Poteva scordarsi di toccare la moto come non gli avrebbe più passato nessuno spinello fino all'indomani. Punto.
"Dove credi di andare, Naruto? Te l'ho pagato quello, è mio."
Il biondo gli rispose senza voltarsi e continuando a scendere le gradinate del campo di calcetto ora deserto: "Hai una faccia che sembri uno zombie, Konohamaru. Non posso rischiare che tiri le cuoia quassù, questo lo finisco io e ci vediamo domani."
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Hold onto me
FanfictionQuesta è una NaruIta. Naruto X Itachi. Modern AU. Accenni di Zabuza X Itachi, Jugo X Itachi e Sasuke X Sakura. Naruto è un ragazzo orfano che è dovuto crescere completamente abbandonato a sé stesso. Per poter sopravvivere è dovuto ricorrere anche a...