Capitolo. 6 secon. parte

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Testo protetto da copyright (SIAE, Patamu)


"Ma già lo hai infastidito, costretto a unirsi a noi — ora gli fai anche l'interrogatorio, mi sembra troppo!"

"Guarda che l'ho fatto più per te che per me!"

"Cosa?!"

"Ti ho vista che te lo stavi mangiando con gli occhi!"

Il grado di imbarazzo era arrivato al culmine. Sentivo il suo sguardo su di me, ma non osavo voltarmi. Ogni battito del mio cuore sembrava risuonare nel silenzio tra di noi, un invito a rompere il ghiaccio.

"Alice, basta! Ok! Gustiamoci la merenda, che dopo devo tornare al lavoro."

"Ok! Ok! Ma sei veramente noiosa! Se tu ti sei posta dei limiti sentimentali, non vale anche per noi!"

"Basta!" Le lanciai un macaron e la colpì in pieno. Scoppiai a ridere di gusto; la sua espressione era quella di una bimba di 5 anni quando le vengono tirate le treccine. La mia risata si mescolò al fragore del bar, creando un momento di leggerezza che contrastava con l'imbarazzo precedente.

"Dei limiti sentimentali?!"

Ecco — di tutto il discorso fatto fino a ora, lui aveva sottolineato questo. Uff.

"Sì, Tessa ha deciso di non intraprendere storie amorose per non essere ostacolata nel suo progetto lavorativo. Ci conosciamo dalle superiori e lei avrà dato a malapena una manciata di baci senza mai spingersi oltre."

In quel momento, sentii una fitta di consapevolezza. Il mio desiderio di concentrare la mia vita su obiettivi e ambizioni stava, in qualche modo, limitando le mie esperienze. Ma quanto era bello, in fondo, poter semplicemente ridere con le mie amiche e magari — solo magari — aprirsi a nuove possibilità?

Basta — la situazione stava sfuggendo di mano. Non potevo ascoltare oltre; ero troppo imbarazzata. Come poteva mettermi così a nudo davanti a uno sconosciuto?!

"Alice, ora basta, per favore! La mia vita sentimentale non interessa a nessuno!"

"Sinceramente, a me interessa!"

"Cosa?!" Ci si metteva anche lui ora! Questa volta non mi sarei limitata a sferrargli solo un calcio.

"Mi interessano le ragazze complicate e piromani." Con un sorriso, si girò verso di me. Non potevo crederci — lo aveva detto! Quindi non era un sogno! Rimasi pietrificata, poi una voce si insinuò nella mia mente; era la sua.

"E aggiungo bellissime!"

Mi voltai di scatto verso di lui, con uno sguardo truce.

"Non sono stata io a incendiare quel cespuglio! Piantala di chiamarmi così!" Alice rimase senza parole.

"Ma voi già vi conoscete?" domandarono all'unisono.

"No!" "Sì!"

"No o sì, mettetevi d'accordo!"

"Sì," rispose lui. Corsi a correggere.

"Sì, gli ho servito il pranzo qualche giorno fa!" Lo fulminai con lo sguardo, se osava parlare del sogno. Lui sembrò capire e ricominciò a insinuarsi nella mia mente.

"So che riesci a sentirmi! Tu non sei come loro — o, per meglio dire, loro non sono come te!"

Provai a rispondere anch'io in quel bizzarro modo.

"Sinceramente, non lo sapevo neanche io fino a qualche giorno fa!"

"Interessante."

"Cosa?!"

Tessa-scacco matto- Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora