Capitolo 16 seconda p.

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Ardon Pov.


Merda! Mi sento uno schifo! Non ho chiuso occhio questa notte; in più, ho un'oppressione al petto che non mi fa respirare. Non sono servite a nulla le due docce calde fatte per rilassare i miei pensieri. Sono cinque minuti che mordo questa fetta di pane senza entusiasmo. Non sopporto l’idea di lasciare Tessa sola nella gabbia dei leoni. È ancora indifesa e potenzialmente esposta. È seduta accanto a me, ma non emette suoni. Dei! Spero solo di non averla impaurita prima.

Sì, sono stato uno stronzo; forse ho esagerato un po'... cielo, sento ancora i suoi gemiti nelle orecchie, il sapore della sua pelle sulla mia lingua, e solo questo mi ha già provocato un'erezione. Devo calmarmi. Lei non sa che dormirle accanto ogni notte, abbracciarla senza farle capire la reazione che mi provoca sotto l'ombelico, è uno sforzo immane. Non poterla stringere come vorrei e farle toccare picchi intensi di piacere è una tortura. Misia è stata chiara e categorica… mentre sono rimasto stupito da Marta. Non mi sembra ancora vero che le abbia tolto il sigillo che bloccava i suoi ricordi. Certo, non sono ancora tornati tutti; per quello ci vorrà del tempo.

Se ripenso agli anni bui lontano da lei, mi vengono i brividi; sono stato malissimo, era come se venissi schiacciato in una morsa. La capisco, non ce l'ho mai avuta con lei; era più importante proteggere Tessa. Ora, però, posso viverla come un uomo, non come babysitter o fratello maggiore.

Finalmente mi decido ad addentare la fetta imburrata e cosparsa di marmellata di mirtilli… uhm! Il sapore dolce e leggermente asprigno mi solleticò le labbra in un sorriso. No, veramente stavo pensando allo sguardo spaesato da pulcino bagnato che ha ora.

Voglio ancora assaporare il ricordo di me tra le sue gambe a farle cose che non avrei mai immaginato possibili fino a poco fa. Lei si è buttata, me lo ha permesso; credo che le sia piaciuto. Il suo viso rosso per l’imbarazzo, abbandonato al piacere, mi fa sorridere ancora, ma di soddisfazione. Sì, quando mi ci metto so il fatto mio.

Ogni tanto la sorprendo mentre mi fissa, ma poi, appena intercetto il suo sguardo, lo sposta subito.
Cazzo! Speriamo che non si allontani ora… potevo andarci più cauto; mi sono fatto prendere dall'eccitazione e  ho cercato di trattenermi.

Ector, quel cazzone, non ci toglie gli occhi di dosso. Sospetta qualcosa. Conosco quell'espressione, e lui conosce la mia.
Fissa Tessa con fare indagatore… merda! L'ha detto. Che gli frega a lui se è silenziosa!
Ora è rossa come un peperone; sto cercando di non scoppiare a ridere perché sono sicuro che me la farà pagare. Meglio non incattivirla di più. Cercherò una frase per toglierla da questo imbarazzo.

Tessa-scacco matto- Volume 1Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora