Dadda's pov
Quando mi sveglio lei non è al mio fianco. Mi guardo intorno, e mi accorgo che la mensola su cui aveva messo i suoi vestiti, ora è vuota. Mi alzo immediatamente, andando in cucina, ma non è nemmeno lì. Trovo però un biglietto.
"Dadda, mi si spezza il cuore nello scriverti questo bigliettino. Sapevo che non ce l'avrei fatta a dirti quello che dovevo guardandoti in faccia, perchè mi sarei fatta trasportare da tutto quello che provo per te. Ormai è quasi un mese che ci conosciamo, eppure mi sembra di conoscerti da sempre. Sei entrato nella mia vita e sei riuscito a sconvolgerla. Mi hai dimostrato che alcune persone meritano fiducia, e mi hai fatto credere di nuovo nell'amore.
Durante queste settimane abbiamo vissuto in una bolla, dove c'eravamo solo io e te. E l'ho adorato. E ho creduto che quella sarebbe potuta essere la mia vita. Ma la nostra non è una favola e noi ce ne siamo dimenticati. Possiamo far finta che l'età non conti, ma sappiamo entrambi che non è così. Io ho diciassette anni, so ancora poco del mondo. Tu meriti una donna, che possa vivere con te, con la quale potrai uscire senza dover nasconderti dagli altri. Meriti una donna bella, intelligente, genuina e sincera, come sei tu. E che soprattutto ti possa dare la famiglia che sogni.
Vedo i tuoi occhi brillare quando si parla di bambini, e non voglio essere la persona che ti separa dal tuo sogno di costruire una famiglia, non sarebbe giusto, nè per me nè per te. Mi sono innamorata di te Daniel D'Addetta, ed è per questo che ti auguro di trovare una donna che possa darti tutto quello che meriti e di amarla con tutto il tuo cuore.
Sei stato una boccata d'aria fresca e l'averti incontrato è stato il regalo più bello che potessi ricevere. Ma è giusto che le cose vadano così e dentro di te lo sai. L'unica cosa che ti chiedo è di non cercarmi. Sarà già difficile così, perciò ti prego di non complicare le cose.
Spero di poter rimanere nel tuo cuore, in una minuscola parte. Tu nel mio rimarrai sicuramente. E quando tra qualche anno, scorrendo su Instagram, vedrò una tua foto con un bimbo ricciolino in braccio, sorriderò, consapevole di aver fatto la scelta giusta.
E' il momento di salutarti. Non sai quanto vorrei non farlo, ma va bene così. Grazie per tutto quello che mi hai dato. Grazie per gli abbracci e i baci; grazie per avermi fatto entrare nella tua vita, facendomi conoscere i tuoi amici; grazie di avermi fatto sentire bene come nessuno aveva mai fatto prima.
Grazie Daniel.
Tua, Chiari"
Continuo a tenere il biglietto tra le dita, senza riuscire a dire o fare niente.
In quel momento sento il campanello suonare: corro subito alla porta, sperando di trovarla lì, con la valigia tra le mani, mentre decide di tornare da me. Ma purtroppo non è lei.
Richi: < Danielson sei pallidissimo, cosa è successo? >
Gli dò il biglietto, non riuscendo a parlare. Il mio amico mi guarda, con gli occhi spenti, poichè sa il vuoto che ho in questo momento.
Richi: < Non sai quanto mi dispiace Dadda, davvero. Ma la sua scelta è giusta, e come ha detto anche lei, sai anche tu che è così. Questo non toglie che ci starai male, ma ci siamo io e Simo per aiutarti. Vedrai che passerà > dice, mentre mi abbraccia.
Decidiamo prendere due giorni di pausa dalle registrazioni, e dopo dieci minuti Riccardo esce di casa, lasciandomi solo. Mi stendo sul letto: le lenzuola sanno di lei.
Mi abbandono a un pianto, cosa che ormai non succedeva da anni.
Se n'è andata e non so come potrò convivere con questo.
Chiara's pov
Salgo sul treno appena in tempo. Ho gli occhi gonfi di lacrime, tanto che una ragazza seduta di fronte a me mi domanda se vada tutto bene. La rassicuro, dicendole che ho lasciato una persona e quindi non sto benissimo.
In treno c'è l'aria condizionata, così cerco nello zaino una felpa. E mi rendo conto di averne presa una sua. Non resisto e la indosso, mentre le lacrime continuano a uscire. So che ho preso la decisione più giusta, ma fa male lo stesso. Dio se fa male.
Sento un peso sul petto, quasi fatico a respirare. Mi alzo e vado in bagno: ho gli occhi rossi e i capelli spettinati. Vorrei essere tra le sue braccia, avere di nuovo quel senso di sicurezza che aveva saputo darmi. E il fatto di non poterlo fare mi uccide. Mi siedo per terra, mentre sento il respiro accelerare sempre di più.
Sento bussare alla porta del bagno: è la ragazza di prima che mi chiede se va tutto bene. Apro la porta, ma non riesco più a muovermi e sento l'aria mancare.
x: < Tesoro ascoltami, devi respirare, va bene? Facciamolo insieme: inspira e espira, inspira e espira. Ancora un altro >
Dopo qualche minuto finalmente riesco a riprendermi.
Io: < Grazie mille, scusami per le condizioni in cui sono >
x: < Ma va, non preoccuparti assolutamente. Qualche tempo fa ho avuto degli attacchi di panico, perciò ti capisco. Sono contenta di esserti stata d'aiuto. Io sono Eleonora comunque >
Io: < Io mi chiamo Chiara. Veramente mi hai salvata >
Eleonora: < Figurati. Adesso sciacquati il viso e ti aspetto a sedere, va bene? >
Annuisco e faccio come mi ha detto. Poi la raggiungo nei sedili.
Eleonora: < Dove devi scendere? >
Io: < A Jesolo >
Eleonora: < Davvero? Anche io! >
Io: < Benissimo allora. Abiti anche tu lì? >
Eleonora: < No in realtà sto a Milano con i miei genitori, ma mi hanno offerto un lavoro in un'azienda e dato che avevo voglia di cambiare aria ho deciso di partire >
Io: < E' un impiego definitivo o poi tornerai a Milano? >
Eleonora: < In realtà dipende da me. Il contratto è fino a Natale all'incirca. Mi hanno già proposto di prolungarlo, ma voglio prima vedere come mi trovo poi deciderò >
Continuiamo a parlare fino alla fine del viaggio. Una volta arrivate alla fermata ci salutiamo, scambiandoci i numeri. Quando finirà il trasloco mi ha invitato a cenare a casa sua. E' stata una vera fortuna incontrarla, e chissà magari è l'inizio di una bella amicizia.
Dopo una ventina di minuti a piedi torno a casa. Ho avvisato ieri mio babbo che sarei tornata in anticipo. Ha capito che è successo qualcosa, ma non mi ha fatto troppe domande. In questo momento è a pranzo con dei suoi amici, perciò posso godermi un po' di pace in casa da sola. Ormai è tre settimane che non dormo nella mia camera, e a dire il vero un po' mi mancava.
Sarà difficile metabolizzare quello che è successo, ma sono fiera di me stessa, per essere stata capace di prendere una decisione così importante. Sono consapevole che potrei cedere e scrivergli, perciò decido di cancellare il suo numero. Prendo un respiro e lo faccio.
Spero di poter riprendermi il prima possibile, anche in vista della quinta superiore. So cosa vuol dire studiare avendo il cuore a pezzi, e vorrei evitare di farlo di nuovo. Prenderò queste ultime settimane di estate per concentrarmi su me stessa, sulla palestra e sulle persone che mi circondano.
Vedo sullo schermo una notifica da parte di Jasmin, seguita poco dopo da Simo. Decido di spegnere il telefono, risponderò domani. Per oggi ho dato.
SPAZIO AUTRICE
Ragazze mentre scrivevo mi veniva quasi da piangere 😭
Secondo voi cosa succederà? Vi aspetto per i prossimi capitoli
Se vi va lasciate un commento e una stellina, grazie!
Un beso 💞
STAI LEGGENDO
Stringimi anche se non puoi
FanfictionCredo che esista veramente un filo invisibile che lega alcune persone. Due come Chiara e Daniel, apparentemente con nulla in comune. Lei giovanissima, lui già nella fase successiva della vita: due persone completamente diverse per mille motivi. Ma...