Capitolo 9

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Non posso negare di essere in ansia. Già nella normalità conoscere Riccardo Dose e Awed sarebbe qualcosa di emozionante, ma conoscerli in quanto "frequentazione" di Dadda, oltretutto minorenne, ecco questo non fa che aggiungere tanta insicurezza. Alchè mi viene spontanea una domanda. 

Finisco la colazione e mentre Daniel sta preparando la borsa, gli chiedo:

Io: < Dani ma i tuoi amici cosa sanno esattamente? >

Si gira verso di me, venendosi a sedere al mio fianco.

Dadda: < Sanno che ho conosciuto una ragazza e mi ha preso. Loro mi conoscono, forse anche meglio di come mi conosco io stesso, e hanno capito quanto tu abbia fatto breccia dentro di me. E sono molto felici di questo, sappilo. Non gli ho detto però quanti anni hai. Pensavo di vedere come le cose vanno oggi, e poi magari glielo dirò tra qualche giorno. Voglio che ti conoscano senza nessun "pregiudizio", vorrei che vedessero come sei senza basarsi sull'età. Poi ovviamente glielo dirò. Cosa ne pensi? >

Io: < Credo che sia un'ottima idea. Potrei dire di avere diciannove anni se per caso me lo dovessero chiedere, così che è comunque un'età vicina a quella che ho. Spero di davvero di piacergli > dico, facendo un sorriso nervoso. Daniel mi prende le mani, accarezzandole.

Dadda: < Non c'è ragione di essere in ansia. Fidati, gli piacerai > mi dice, facendomi tirare un sospiro di sollievo. 

Vado a cambiarmi, mettendo un top beige e le culotte nere. Poi prendo lo zaino e saliamo in macchina. Durante tutto il viaggio mi tiene una mano sulla gamba, per cercare di tranquillizzarmi. Credo di essere così agitata non tanto per la conoscenza dei suoi amici, ma perchè questo mi fa capire quanto siano reali le cose tra di noi. Mi sta facendo conoscere una parte importante della sua vita. Forse, per una volta, ho trovato una persona che prova le mie stesse emozioni.

Nelle poche relazioni che ho avuto sono sempre stata io quella super presa. I ragazzi mi hanno sempre data per scontata, perciò avere una persona come lui al mio fianco mi fa capire quanto sia bello essere apprezzata e soprattutto ricambiata.

Scendiamo dalla macchina dirigendoci alla palestra. E' più grande rispetto alla mia, piena di macchinari e ragazzi che si allenano. Ci sono persone relativamente grandi, secondo me tutti sui trenta o quarant'anni. Probabilmente questo evita che Daniel e i suoi amici vengano continuamente fermati per le foto.

Riccardo e Simone ancora non sono arrivati, ma noi intanto iniziamo a scaldarci. Nella scheda oggi ho back squat, affondi bulgari e stacco pesante. Direi il miglior modo per inaugurare queste due settimane. Ieri ho chiamato Alessandro, spiegandogli la situazione, così mi ha mandato per mail la scheda, chiedendomi di aggiornarlo ogni due tre giorni su come sento l'allenamento. Prima o poi lo faranno santo.

Una volta finito il riscaldamento inizio a caricare il bilanciere per lo squat. Ho due serie da cinque ripetizioni a settanta chili, poi tre serie da tre a novanta, forza e coraggio. Quando inizio la prima chiamo Daniel per farmi assistenza. 

Dadda: < Mi ricorda qualcosa questa scena > dice, scendendo con una mano sui miei fianchi.

La prima volta che ci siamo visti, ormai quasi due settimane fa, è stata proprio una delle nostre prime interazioni. Faccio le prime due serie, poi carico e mi scaldo per le altre tre, piuttosto pesanti. Ad un certo punto sento delle voci familiari provenire dagli spogliatoi, e subito dopo vedo Daniel andare a salutare i suoi amici. Dicono qualcosa poi si voltano, venendo nella mia direzione. Gli rivolgo un sorriso, e quando arrivano mi salutano con un abbraccio. Sorprendentemente riesco a chiacchierare con loro senza sentirmi minimamente in imbarazzo.

Awed: < Allora Dadda vedo che stai facendo nu poc di gambe, poi quando finisci avvisami che le devo fa' pur io > dice, indicando la mia postazione.

Stringimi anche se non puoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora