«Anima Gelida»
Il sangue si gelò nelle vene di Erik a sentire quelle parole. Misteriose, sconosciute, eppure terribilmente famigliari. Non si ricordava né quando, né dove, né chi le avesse pronunciate, eppure da qualche parte nel suo inconscio doveva esserci dispersa una spiegazione: era come se le avesse sempre avute fisse nella testa come chiodi appuntiti penetrati in profondità nel corso del tempo. Erano poche lettere, insignificanti da sole, agghiaccianti se unite tra loro. Un appellativo funesto, mortale come il veleno dei più pericolosi serpenti.
Non intendeva chiedere a Riwal quale fosse l'origine di quell'epiteto: di sicuro non avrebbe replicato o, se l'avesse fatto, la sua sarebbe stata una risposta sarcastica, un motivo in più per prendersi gioco di lui. Qualunque cosa avesse detto o fatto gli si sarebbe ritorta contro. Poteva solo attendere, mentre la paura cresceva in lui a ogni battito del suo cuore. Essa era come un'ombra oscura che gli circondava il corpo, racchiudendolo in una gabbia soffocante. Nulla sembrava poter perforare quella barriera invalicabile.
Nessuno gli avrebbe allungato una mano per permettergli di oltrepassare l'ostacolo e continuare a correre serenamente lungo la sua strada. Non c'erano più i suoi amici a sostenerlo e la sua famiglia era probabilmente lontana.
Ma poi, si chiese, come avrebbero reagito i suoi parenti? Si sarebbero schierati anche loro contro di lui o l'avrebbero appoggiato? Lo avrebbero aiutato a capire o avrebbero semplicemente contribuito a infittire il mistero?
Pensieri sfocati gli passarono davanti agli occhi in pochi istanti. Era tutto così veloce, così confuso... Ma, in fondo, era così che si sentiva lui: confuso. Che quindi la sua magia derivasse proprio dal colore dei suoi occhi, così peculiare, così unico nel suo genere? Che suo padre gli avesse davvero mentito? Suo padre, l'uomo che aveva sempre ammirato, che aveva sempre visto come la personificazione di tutte le principali virtù... Perché gli aveva fatto questo?
Ricordò poi la madre: perché, anziché stargli vicino e proteggerlo, era sparita dalla sua vita? Il ricordo di quel terribile giorno lo colpì come un fiume in piena e, nonostante tutto, riuscì a trovare la forza per rimembrare.
Una crudele tempesta infuriava al di fuori della finestra della camera del bambino, che guardava il cielo nero illuminato dalle fiammate elettriche dei fulmini con gli occhi curiosi e innocenti tipici della gioventù. Di solito i ragazzini della sua età ne avevano paura, e trovavano conforto sotto le coperte o tra le calde braccia dei genitori, mentre lui ne era affascinato, quasi attratto. La vedeva come una rottura della normalità: la potenza dei venti carichi di pioggia riusciva a portare via, anche se per poco tempo, la spessa coltre di nebbia che circondava ogni cosa a Rocca di Ghiaccio.
Il fanciullo appoggiava i gomiti sul davanzale, tenendo il volto tra le mani strette in due pugni. Le sue labbra soffici e infantili erano leggermente piegate verso il basso. Il vento di tormenta gli faceva ondeggiare i capelli neri, mentre un ciuffo ribelle gli ricadeva morbidamente sulla fronte contorta in un'espressione pensierosa.
Il ricordo della Cerimonia dell'Oracolo, celebrata sei mesi prima, era ancora vivo nella sua mente, e, nonostante non avesse compreso pienamente le parole della scultura, ne era rimasto particolarmente colpito. Per non parlare del colore assunto dai suoi occhi... Il padre gli aveva detto che era già successo altre volte e che, quindi, non era un avvenimento così irreale. Poteva fidarsi? Sì. Ne era convinto. Se l'aveva detto lui, doveva di sicuro essere vero.
Tuttavia, un'insicurezza apparentemente inspiegabile aveva cominciato a infastidirlo. Come poteva essere tutto normale se, da quel momento, il suo essere aveva cominciato inevitabilmente a cambiare? Già dai sei giorni precedenti la cerimonia si era fatto più silenzioso, più schivo e, non appena si accennava all'argomento della celebrazione, correva via e si rintanava nella sua stanza. Aveva cominciato inoltre a fare strani pensieri: ogni volta che sentiva che qualcosa di brutto stava per accadere, gli occhi cominciavano a bruciargli. Più era grave l'avvenimento, più lancinante era il dolore.
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L'erede di Frost Soul
Fantasy"La tua discendenza sarà condannata. I tuoi occhi saranno la tua rovina, e con essi collasserai. Coloro che hanno il ghiaccio nell'anima saranno odiati, temuti, sterminati. Non uno sarà accolto, non uno incontrerà la pace, non uno si salverà dalla n...