~ Capitolo quaranta ~

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Erik non si rese subito conto di essersi addormentato su quella roccia, al fianco di Vjana. Gli pareva di avere ancora al fianco quella figuretta esile, ne percepiva il calore. Eppure, il nero che lo avvolgeva era troppo penetrante, troppo silenzioso, tanto che non udiva più il respiro della ragazza, né il proprio. Agitò le braccia e abbracciò il nulla. Tastò la superficie sotto di lui e ritirò le dita umide di tenebre liquide. Gridò, e l'eco gli fu restituito. Era di nuovo sospeso nel vortice di vuoto che l'aveva ricondotto a Rocca di Ghiaccio già due volte.

Un senso di nausea lo pervase repentino, e con esso giunse un feroce dolore agli occhi. Era più forte delle altre volte, paragonabile a poche altre esperienze nella sua vita, tanto che ne ebbe paura: a quel bruciore erano sempre succeduti eventi terribili, primo tra tutti la fuga di sua madre. A quale orrenda situazione stava per assistere?

La luce si spalancò al centro del tornado, e vi fu risucchiato con uno schiocco.

Quando tornò a vedere in modo normale, fu profondamente colpito dalla scena che gli si palesò dinnanzi: il corpo gracile di una bambina giaceva immobile, avvolto da lenzuola di raso emananti un fresco odore di pulito.

«Clio! È viva! Non ci credo!» esultò, ma la sua gioia scemò non appena si accorse delle condizioni nelle quali versava la sorellina. Il volto era pallidissimo e sotto le palpebre non fremeva la pupilla. Il respiro piattissimo, quasi assente e irregolare, si intonava ai battiti delicati del piccolo cuore, che con il suo ritmo contrastava l'avvento dell'insaziabile morte. Non c'erano gocce di sangue a deturpare la perfezione di quel corpicino, sembrava semplicemente dormire, se non fosse stato per il pallore innaturale. Accanto a lei, un giovane le stringeva la manina, accarezzandola con i polpastrelli. Tremava e i suoi sospiri erano strazianti. Non piangeva, ma sembrava sul punto di farlo.

«Clio, Clio, ti prego, svegliati... Io – strinse forte quelle dita minute – Io non volevo farti questo.» Chinò la fronte e la poggiò su quella della piccola, fredda. Lei rimase inerte. «Lo giuro! Io non volevo tutto questo!» Una gocciolina si andò a posare sulla guancia candida di Clio, formando una sferetta scintillante. Il medaglione che il ragazzo portava al collo emetteva lievi bagliori, che si propagavano su tutto il corpo in una morsa.

Erik provò a muovere qualche passo verso il capezzale, addolorato, inginocchiandosi accanto al fratello e allungando l'arto verso la guancia bianca di Clio, tentando una carezza. La attraversò da parte a parte, come un fantasma. Tuttavia, dopo quel gesto, scorse la palpebra vibrare un poco. Adrén non se ne accorse.

«Rispondimi, Clio, ti prego, perdonami! Io non so più come fare a controllarmi! Questo dannato medaglione... Vorrei solo distruggerlo, vederlo sparire nel nulla! E invece è ancora qui, a sostituirmi il cuore coi suoi palpiti artificiali. Mi sento come una bufera, Clio, che estirpa, senza volerlo, gli anemoni ancora in boccio, come te. E ora è colpa mia se stai morendo» mormorò, portando alle labbra la manina di Clio e adagiandovi sopra un piccolo bacio.

«Lei non può morire, Adrén.»

Erik fu atterrito da quella voce. Cercò di farsi piccolo, come se il padre lo potesse vedere. Non aveva ancora dimenticato le parole che gli aveva sentito pronunciare nel corso della precedente visione, e ormai non provava che paura di fronte a quella figura torva. Tuttavia, il re non appariva affatto minaccioso, sulla soglia di quella porta. Tra le mani stringeva un panno umido, che posò sulla fronte di Clio. Lei emise un rantolo strozzato ed Erik percepì la sua sofferenza premergli contro la gola come una lama.

«Non può morire?» Speranza e stupore si fondevano nei tratti del principe primogenito. Il sovrano sedette accanto alla figlioletta, contemplandola come un'effigie angelica. Scosse la testa per rispondere al figlio, ed Erik rimase meravigliato: Clio non poteva morire? Non doveva temere quella nera porta, quando lui vi era stato gettato dentro come un rifiuto?

L'erede di Frost SoulDove le storie prendono vita. Scoprilo ora